martedì 26 settembre 2017

Settembre 2017: tornano ritardi sequenziali e treni vecchi con capienza inadeguata. Ma in stazione Centrale arriva il classismo dei varchi di ingresso riservati ai ricchi

Nella mattinata di venerdì 22 settembre 2017, i pendolari diretti a Milano Centrale che non hanno la prontezza di arrivare entro le 7:22 si lasciano sfuggire il 10456 diretto a Milano Certosa.
Il successivo treno delle 7:27, il 10906 Brescia-MilanoGrecoPirelli, arriva con 15 minuti di ritardo.
Il successivo treno delle 7:32, il 2090 Brescia-Milano, arriva con 21 minuti di ritardo.
Sembra uno scherzo, ma la qualità del servizio ferroviario pubblico gestito dall'azienda a dirigenza leghista Trenord sulla Verona-Brescia-Milano è questo: o ci si alza prestissimo per prende il treno più lento, sulla scassatissima linea Cremona-Milano, o si subiscono i ritardi cronici e ingiustificati dei treni che provengono da Brescia.
Nel pomeriggio, il treno 2069 da Milano Centrale per Verona è sconcertantemente un vecchio modello malconcio, con carrozze a un solo piano, e capienza inadeguata per i passeggeri di quest'ora, la quale è critica per gli studenti universitari. Ad agosto, Trenord ha fatto dichiarazioni sprezzanti e arroganti sulla quantità dimezzata dei passeggeri: ma se Trenord sa esattamente quanti passeggeri viaggiano sui suoi treni (pur non spiegando mai come lo rileva, con il compiacente silenzio dell'assessore Sorte Alessandro), allora perchè Trenord è incapace di fornire convogli con capienza adeguata al flusso che si incrementa infallibilmente ogni anno, con l'inizio dei corsi universitari? E perchè la giunta della Lombardia, dominata dalla Lega Nord, tace su questo argomento?
Il treno 2069 arriva saturo a Treviglio con 10 minuti di ritardo, e in seguito aumenta il ritardo a 16 minuti.

Ingresso Fast track
per i ricchi dei
Frecciarossa:
c'è solo gente che
viene respinta in
quanto usa il
servizio pubblico
Alla stazione di Milano Centrale, alle 17:00, vanno in scena le prove per il futuro che il Partito Democratico, come anche in precedenza Forza Italia PDL e Lega, stanno progressivamente allestendo per i servizi pubblici cui i cittadini hanno diritto in cambio delle tasse che pagano.
Varco E per fast track: tre porte,
tanto spazio, nessun utente che passi
Il cancello E ("gate" per i turisti stranieri) è ora riservato alle "fast track", ti dice il personale della stazione (cioè dipendenti pubblici che gestiscono un immobile pubblico, e quindi di tutti). Cosa significa, in italiano? Significa che solamente l'elite dei passeggeri facoltosi dei servizi privati (Italo) o privatizzando (FrecciaRossa, che di recente si è scoperto essere una branca in perdita di FS)  possono usufruire di questo ingresso. E infatti, le tre porte dell'ingresso E sono deserte, e i passeggeri che si vedono nelle foto sono i rozzi plebei del trasporto pubblico, che si sentono dire che no, di lì non possono entrare, e devono spostarsi al cancello D, dove invece solo metà delle porte è in modalità di "ingresso", e c'è una coda quadrupla di altri passeggeri che cercano di entrare, a fronte di una quantità inadeguata di controllori alle porte (perchè solo metà del cancello D è dedicata all'accesso? Perchè l'altra metà serve per l'uscita; infatti, essendo il cancello E dedicato TUTTO solo all'ingresso, i passeggeri provenienti dai treni si ingolfano sul marciapedi interno, senza sapere dove andare).
Varco D: ingresso in sole
due porte con code multiple

Varco C. Da qui non si entra
Complimenti a chi si occupa di questa cialtronissima gestione classista della stazione Centrale (GrandiStazioni?). Per compiacere la fetta ricca dei passeggeri di treni privati, un ambiente come la stazione Centrale, che è pubblico, viene suddiviso in due, in modo che vi siano accessi privilegiati per i cittadini ricchi. (Per caso qualcuno dei passeggeri di Italo e FrecciaRossa viene respinto, se transita per i varchi dei comuni plebei? No? E allora perchè devono godere di un varco riservato solo a loro, e che è clamorosamente sottoutilizzato, come se fosse l'autostrada BreBeMi?)
La farsa non è finita: chi non volesse fare la coda, e magari perdere il treno, può tentare di usare il varco C. Anzi no, perchè al varco C l'ingresso è precluso: si può usare solo per uscire.
Questa gestione del servizio pubblico a due corsie, di cui una veloce per i ricchi, è la stessa che da anni si sta cercando di ottenere con l'istruzione, la sanità, l'acqua, l'energia, tanto per citare i casi più clamorosi.
Purtroppo, i cittadini non reagiscono, presi come sono dai loro smartphone e dal regalarli ai figli, che ora potranno usarli anche a scuola per farsi programmare dalle multinazionali a diventare il perfetto utente passivo del futuro (grazie a Fedeli, ministro dell'istruzione senza laurea ma che dichiara di averla).

Nella mattina di lunedì 25 settembre 2017, si ripete la farsa del giorno 22.
Il treno 10906 delle 7:27 da Brescia per Milano Greco Pirelli arriva con 46 minuti di ritardo.
Il treno 2090 delle 7:33 da Brescia per Milano Centrale arriva con 8 minuti di ritardo. Una sciocchezza, rispetto allo sproposito dei 46 minuti del treno precedente, ma perchè accade ogni giorno?
Come già il giorno 22, i passeggeri che hanno sacrificato 10 minuti di sonno per prendere il treno 10456 delle 7:22 pensano di aver fatto un affare. Invece, detto treno ha 7 minuti di ritardo.
Ma tanto, alla stazione di Milano Lambrate, la coincidenza del 2170 delle 7:49 per Milano Centrale arriva con 5 minuti di ritardo.

Nella mattinata di martedì 26 settembre, il treno suburbano 10603 da Novara per Treviglio viene cancellato a Pioltello Limito, dopo aver accumulato 34 minuti di ritardo.
Alla stazione di Milano Lambrate, il treno 2170 da Arquata Scrivia arriva con 4 minuti di ritardo: la famosa inezia fisiologica, come ama chiamarla Trenord, che però si cumula con il resto dei tempi morti di chi deve cambiare corsa, formando un ritardo finale sempre più elevato.








giovedì 21 settembre 2017

19 settembre: Trenitalia e i FrecciaRossa in perdita

Se Atene piange, Sparta non ride. Se gli amministratori regionali lombardi fanno schifo nella loro malagestione ferroviaria (e non solo), non è che tra i ministri dello Stato Italiano vada meglio nell'ambito dei trasporti pubblici.

Il ministro Delrio Graziano è prontissimo a intervenire con solerzia, quando si tratta di impicciarsi delle politiche degli altri ministeri, specialmente se si tratta di combattere le iniquità, come Minniti ha potuto appurare in questi giorni.
Delrio è un cattolico, e si indigna quando ci sono disparità di trattamento tra le persone: è facilissimo, per lui, perchè tanto quello che deve indebitarsi per i prossimi secoli, continuando a tagliare servizi pubblici, non è Delrio, ma lo Stato Italiano. Tanto, le casse di quest'ultimo non vengono rimpinguate da Delrio, che quindi può farsi bello col denaro pubblico, ma vengono invece rimpinguate da milioni di italiani che poi, in cambio, ottengono sempre meno servizi, e devono sempre più spesso rivolgersi ai sempre più costosi enti privati per ricevere ciò per cui hanno pagato le tasse.

Inspiegabilmente, però, la battaglia di Delrio contro iniquità e ingiustizie si limita ai campi su cui non ha nè potere nè autorità. Quando si tratta del campo del trasporto pubblico, che gli pertiene come ministro, Delrio diventa sordo, cieco, e apparentemente anche stupido.
Di fronte agli abusi di posizione dominante attuati da Trenitalia, che privilegia in ogni modo i costosi FrecciaRossa, riservati alle  classi più abbienti, a discapito dei pendolari comuni che viaggiano sul miserabile servizio pubblico regionale (o "convenzionale"), Delrio tace.
Forse perchè non capisce? Forse per calcolo? Quale delle due ipotesi è più grave, per un ministro che ha ricevuto quell'incarico per amministrare la cosa pubblica al servizio e in favore del popolo?
E non solo Delrio tace, e non solo non si indigna, ma quando invece interviene, lo fa per celebrare gli elitari e costosissimi FrecciaRossa, magari raccontando fantasiosamente che essi aiuteranno il servizio pubblico regionale (come ebbe occasione di dire a Treviglio, inaugurando l'Alta Velocità verso Brescia).

Quando invece Trenitalia cancella i FrecciaBianca che collegano Brescia-Milano, dicendo che non sono "remunerativi" (testuale), e li sostituisce coi più costosi FrecciaRossa, Delrio non dice una parola, nonostante la palese iniquità da abuso di posizione dominante; evidentemente, un cattolico come Delrio vede positivamente il fatto che un'azienda pubblica si comporti come un'azienda privata, e ricavi profitti sulla pelle dei cittadini italiani, azzerando il servizio pubblico che essa stessa fornisce per obbligare i cittadini alla scelta più costosa ma unica.
Il profitto, cioè il denaro, cioè lo "sterco del demonio", per Delrio sembra venire prima dell'equità nel trattamento delle persone, quando sta a lui decidere. Però se è Minniti a decidere chi deve essere "privilegiato", ecco che Delrio si indigna e sbotta e protesta.

Se ne potrebbe concludere che Delrio è semplicemente un classico cattolico in una posizione di potere: ipocrita, cinico, bravissimo a insegnare agli altri l'etica e i valori cristiani, nonchè a vedere la pagliuzza nell'occhio altrui, ma anche e soprattutto opportunista e assai scaltro nel non mettere mai in pratica personalmente gli insegnamernti del suo dio cristo, pur presentandosi a parole come persona devota e timorata.
E quindi, l'operato altrui deve essere improntato alla salvezza delle vite (non importa quale futuro le aspetti, perchè una volta salvate, vanno scaricate sul gobbo altrui), mentre il proprio deve essere invece orientato verso il profitto.

Eppure, anche con questa spiegazione così realistica, sembra che ci sia qualcosa che non va. E non solo perchè le tanto celebrate iniziative "privatistiche" di Ferrovie dello Stato sono in clamorosa perdita (e quindi senza profitto).


Nel paradisiaco mondo descritto dalle Ferrovie dello Stato, ricavi e margini sono in aumento, fatta eccezione per l’Alta Velocità. L’esercizio 2016 si è chiuso con i ricavi operativi che salgono a 8,93 miliardi di euro, un più 4% a quota 343 milioni realizzato anche tramite operazioni di valorizzazione di asset concluse nel corso del 2016. Fra queste, la cessione della gestione degli spazi commerciali non core attraverso la vendita di Grandi Stazioni Retail. “Nove anni di fila che presentiamo profitti, siamo in grado di dare un buon dividendo all’azionista e abbiamo restituito molto all’Italia”, dicono alle FS.

Peccato che i profitti siano quelli sovvenzionati dai lauti corrispettivi di Stato e Regioni visto che il trasporto pendolari e l’Infrastruttura (RFI) sono privi di concorrenza.

E per stessa ammissione delle FS sono i business andati meglio, mentre i settori aperti alla concorrenza alta velocità e cargo merci sono in perdita.
Qualcuno si ricorda di come Trenitalia (che appartiene a FS) abbia abolito i FrecciaBianca Brescia-Verona, sostituendoli coi più costosi FrecciaRossa?
Qualcuno si ricorda di come l'assessore lombardo Sorte Alessandro abbia stanziato soldi pubblici della Regione Lombardia per finanziare gli abbonamenti FrecciaRossa dei pendolari (di qualunque censo e reddito) della linea Brescia-Verona?
Ecco da dove arrivano, i profitti di Ferrovie Dello Stato. Ecco in che modo FS e Trenitalia cercano di coprire le perdite delle loro iniziative dedicate alle classi privilegiate (che in quanto tali, non ne hanno bisogno).

Il ministro Delrio Graziano, tanto solerte nell'insegnare agli altri ministri come fare il proprio lavoro, sa nulla di tutto ciò? Cosa aspetta a intervenire, a denunciare con vigore la manifesta iniquità e incompetenza di un'azienda pubblica che si ostina a erogare un servizio per ricchi che è in perdita, e tenta di rifarsi delle perdite con il denaro dei cittadini meno abbienti?
Delrio non dice niente: la sua morale cattolica è comodamente relativizzata.


Martedì 19 settembre 2017, il treno 10456 da Cremona per Milano Certosa arriva alla stazione di Milano Lambrate in orario. Purtroppo per i passeggeri,  però, tutte le coincidenze per Milano Centrale sono in ritardo. E' la regola di Trenord: per ogni servizio parzialmente in orario, ce ne deve essere una parte maggiore che è in ritardo.
Il treno 2170 da Arquata Scrivia delle 7:49 arriva a destinazione con un ritardo di 9 minuti.
Il treno 2090 da Brescia delle 7:53 arriva con 3 minuti di ritardo (da sommare ai 4 dell'attesa, rispetto al precedente treno 2170).
Il treno 2290 da Bologna delle 7:54 arriva con 13 minuti di ritardo (da sommare ai 5 dell'attesa rispetto al 2170).

Mercoledì 20 settembre, il treno 2077 delle 17:25 da Milano Centrale per Verona arriva a viaggiare con 9 minuti di ritardo, a causa di ben tre soste senza spiegazione, compiute una volta uscito da Milano Centrale, prima di arrivare a Pioltello, e tra Cassano e Treviglio.
Il personale di Trenord non fornisce spiegazioni. A chi sta dando la precedenza, questo treno? Forse a un treno FrecciaRossa o a un treno merci, e cioè a quei servizi che Trenitalia e FS impongono di privilegiare pur essendo in perdita, rispetto al trasporto pubblico dello stesso 2077, che deve invece inspiegabilmente passare in secondo piano?

Nella mattina di Giovedì 21 settembre, alla stazione di Treviglio, il treno 2054 delle 7:05 da Verona per Milano Centrale è annunciato sul tabellone con 10 minuti di ritardo. Ma alle 7:19 il treno non è ancora partito. E, infatti, il ritardo è di 15 minuti.
Il treno 10456 delle 7:22 da Cremona riparte da Treviglio e arriva in orario alla stazione di Milano Lambrate, ma le coincidenze per Milano Centrale sono nuovamente in ritardo: il treno 2170 da Arquata Scrivia è annunciato con 5 minuti di ritardo (il che significa 8 minuti di attesa).
I passeggeri più veloci possono però approfittare del treno 2604 da Bergamo, che sarebbe dovuto ripartire alle 7:43, e che invece sta accumulando 5 minuti di ritardo (senza spiegazione) restando fermo a Milano Lambrate.
Nella serata, il treno 2074 da Verona per Milano Centrale ha i soliti 5 minuti di ritardo non giustificati.
Il treno 2077 delle 17:25 da Milano Centrale per Verona viaggia in orario, ma è affollato, e afflitto da un'atmosfera calda, stagnante e puzzolente: il personale viaggiante non si fa vedere per verificare la situazione e prendere provvedimenti.




martedì 19 settembre 2017

18 settembre: se manca il macchinista, Trenord cosa fa? E Sorte Alessandro lo sa?

Gli annunci di Sorte Alessandro (e Maroni Roberto) sull'acquisto di nuovi treni per lo scalcagnato trasporto ferroviario lombardo, come le periodiche dichiarazioni con cui la dirigenza in quota leghista dell'azienda a controllo pubblico Trenord cerca di dare l'impressione di avere sotto controllo ogni cosa (vedi le idiozie sul flusso di passeggeri in agosto e sulla riduzione del numero di corse nelle fasce orarie critiche), possono essere riassunti in una parola: chiacchiere.
E queste chiacchiere fanno presa solo sugli elettori leghisti, ideologicamente orientati a credere a qualunque cosa venga loro raccontata, basta che venga da un imbecille che ogni tre per due ripeta "Padania libera", o altri slogan altrettanto effettistici, mentre con le mani intasca denaro pubblico o lo elargisce ad amici e amici di amici.
Poi ci sono gli altri cittadini, quelli che invece devono quotidianamente fare i conti con i nudi fatti della avvilente realtà del trasporto ferroviario di Trenord, gravemente divergente dalla fantasia dipinta dalla propaganda di Trenord.


Per esempio: lunedì 18 settembre 2017, alla stazione di Milano Centrale, il treno 2077 per Verona Porta Nuova delle 17:25 non parte all'orario previsto.
Il convoglio è un cosiddetto "treno nuovissimo" (Sorte dixit) del modello Vivalto: non può avere problemi tecnici (salvo quando li ha, dai guasti delle porte a quelli dell'aria condizionata; ma non oggi).
La stazione, si badi bene, è quella di Milano Centrale. Non stiamo parlando della sperduta "stazione" di Trecella, che consiste in una tettoia, una panchina, una staccionata, un corsello, un lampione e una scala che porta a un sottopasso, oltre a un gatto zoppo e un paio di graffiti scoloriti.
No, stiamo parlando di "Milano Centrale", un crocevia per tutta la regione, un edificio mastodontico che la politica di "Grandi Stazioni" ha riempito di negozi per compiacere i benestanti che viaggiano in treno senza una meta, e prima di salirvi amano fare acquisti in negozi con prezzi maggiorati, e nel tempo libero elargiscono insulti a chi non può consentirsi il loro stile di vita ma ha il coraggio di protestare per la disparità di trattamento ricevuto in un ambiente pubblico.
In questo posto, succede che il treno 2077 non parte, e nessuna informazione viene diffusa a bordo dal personale viaggiante. Ma i passeggeri sono abituati a questo silenzio: apparentemente, Trenord ha istruito il personale perchè usi il sistema di altoparlanti solo per diffondere messaggi registrati con informazioni inutili (tipo "stiamo arrivando") oppure con pubblicità a scopo di profitto (tipo "sabato 10 treni speciali per andare a vedere il trofeo di formula uno con la lattina di birra e il papa seduto di fianco", mentre in settimana i treni normali te li puoi scordare).
Passano 5 minuti. Passano 10 minuti. Ne passano 20, e i passeggeri cominciano ad andarsene alla spicciolata. Si arriva a 30 minuti di ritardo, nel totale silenzio del personale di bordo, ed ecco che altri passeggeri e ne vanno. E qualcuno interroga il capotreno, che per tutto il tempo è rimasto prudentemente fermo in testa al treno, nel locomotore. Eh, già: chi glielo fa fare, al capotreno, di rendere noto ai passeggeri perchè il servizio non viene erogato? Ci pare logico: mica è sua competenza. Meglio chiedere agli inservienti della stazione che si occupano di ripulire i marciapiedi dalle cacche dei piccioni.
E finalmente, ecco svelato perchè il treno non parte.
Non  c'è il macchinista.
O meglio, il macchinista ha avuto certi contrattempi, e "non è ancora arrivato".
Dopo mezz'ora, questa scoperta, queste affermazioni e questo silenzio da parte di Trenord hanno un sapore surreale.

Ma dov'è l'assessore Sorte Alessandro, quando i risultati del suo lavoro e della sua protetta e intoccabile cricca leghista di Trenord si palesano in questa ricorrente e sconcertante summa di incapacità, cialtronaggine, inettitudine, incompetenza e infingardaggine?
Com'è possibile che un capotreno non sia capace di prendersi la briga di rendere noto cosa sta accadendo ai passeggeri del suo stesso treno?
Cosa devono fare, i passeggeri, per essere informati? E come devono  fare, per non buttare ore intere della loro giornata lavorativa nel cesso, attendendo la partenza di un treno che non partirà? Devono telefonare a Sorte? Devono navigare su internet alla ricerca dell'hashtag di #LombardiaConcreta per compiacersi degli annunci reboanti sui grandi successi della Lombardia a guida leghista, dato che a parte gli annunci, Maroni e la sua cricca non hanno altro da offrire?

L'inettitudine di Trenord, la stessa azienda che nega ogni protesta dei passeggeri diffondendo dati fasulli senza contraddittorio e col benestare della giunta regionale di Bobo Maroni (vedi agosto 2017), non si feerma qui.
Solamente alle 18:15, e cioè con CINQUANTA MINUTI DI RITARDO, un annuncio sonoro rende noto che il treno 2077 è cancellato
Meglio tardi che mai, dove "tardi" è un aggettivo riferito al personale di Trenord e ai politici della giunta Maroni. (Ma  non  è vero: nel loro caso, sarebbe meglio "mai").
Dopo aver perso un'ora di tempo senza motivo, durante la quale avrebbero potuto cercarsi soluzioni alternative con altri treni, se solo Trenord avesse detto loro che il treno 2077 non sarebbe partito, i passeggeri si spostano sul treno 2079 per Verona delle 18:25. Ma gli annunci sonori li invitano invece a prendere un treno per Mantova, scendere alla stazione di Milano Lambrate e lì tentare di prendere una diversa coincidenza per Verona. E come mai Trenord, dopo un tale ritardo, cerca di prolungare ulteriormente il viaggio dei passeggeri diretti a Verona?
Risposta molto semplice: il 2079 è un convoglio vecchio, malconcio e dotato di sole carrozze a un solo piano, che si satura molto rapidamente. Ed è un treno della fascia di punta per i pendolari, per cui bisogna dirottare i passeggeri in eccesso altrove, anche a costo di far perdere loro ancora più tempo.
Chi ha messo un treno così inadeguato in una fascia oraria così critica?
Dov'è la dirigenza di Trenord, quella che si vanta di conoscere la densità dei flussi e di mettere a disposizione i treni adeguati (vedi dichiarazioni sul servizio ad agosto)?
Dove sono Sorte e Maroni, quelli che si vantavano dell'acquisto di nuovi treni che però non sono mai in pista?

Il detto treno 2079 arriva comunque con 16 minuti di ritardo.
Nella stessa giornata, il treno 2074 da Verona per Milano delle 17:35 arriva con 15 minuti di ritardo. Il treno 2078 da Verona per Milano delle 19:35 arriva  con 13 minuti di ritardo.
Nella mattinata, il 10456 da Cremona per Milano Certosa arriva con 5 minuti di ritardo. La coincidenza col treno 2170 delle 7:49 per Milano Centrale non salta, solamente perchè quest'ultimo è in ritardo di  4 minuti. E il successivo treno per Milano Centrale, il 2090 delle 7:53  da Brescia, è in ritardo di 5 minuti.

Tanto vale commentare anche venerdì 15 settembre: col ripartire dei corsi universitari, Trenord mostra tutta la propria incapacità e inadeguatezza a fornire treni in quantità e con capienza sufficienti per far fronte all'aumentato flusso di passeggeri. Un evento che accade ogni anno, ma che Trenord sembra incapace di prevedere, nostante le sue arroganti affermazioni in cui fa intendere di avere un'idea della quantità di passeggeri che viaggiano sui suoi treni (se davvero conosci i numeri, perchè non fornisci carrozze e treni per contenerli?).

Il treno 10456 Cremona-Milano Certosa arriva a Milano Lambrate con 4 minuti di ritardo (è poco? E' sufficiente per far perdere la coincidenza per Milano Centrale, e così il "poco" sale come niente a 10 minuti di ritardo, per il lavoratore pendolare).
Lo stesso vale per il treno 10458, in ritardo di 5 minuti.
E il treno, 10906 Brescia-Milano che arriva con 4 minuti di ritardo.
Il treno 10481 Milano-Cremona arriva con 32 minuti di ritardo.
Il treno 2077 Milano-Verona delle 17:25 arriva con 10 minuti di ritardo (non giustificati; qual è la causa? Il personale di bordo non parla). Questo treno si distingue anche perchè la climatizzazione è ferma, e il treno è saturo. L'aria a bordo è calda, stagnante e puzzolente.
Nella calca di passeggeri, si distinguono tre chiassose diciassettenni, visivamente identificabili come "la spilungona imbranata", "la nana chiatta" e "la sgualdrinella pudica" (perchè è praticamente nuda, salvo una striscia di stoffa nera che le copre il seno e una striscia di jeans per natiche e pube, però si copre con una specie di spolverino nero a rete che elargisce un effetto vedo-vedo-comunque). Sono tutte quante infarcite di piercing alla bocca, ma ciò non impedisce loro di strillare, sghignazzare e sbraitare per tutto il viaggio, in una carrozza popolata da lavoratori stanchi ed esausti, che cercano invano di riposare nonostante le condizioni meno che ideali.
Ma come può a tre diciassettenni egocentriche e viziate (con le mamme che devono andarle a prendere in stazione, dopo una stancante giornata di turismo e acquisti a Milano) importare qualcosa degli adulti che lavorano, quando loro tre devono assolutamente scambiarsi pareri sui bellissimi-ma-stronzi Jonathan e Michael, nonchè riferire nel dettaglio ogni conversazioni avuta, a colpi di "allora gli ho fatto", "ma lui mi fa", "e io gli faccio"?
Spilungona Imbranata non riesce però a strillare quanto Sgualdrinella Pudica, e allora approfitta della sua statura spropositata per continuare ad agitarsi, facendo volare la borsa a destra e a sinistra. Alla fine, un passeggero sbotta, dopo essersi preso da lei l'ennesima gomitata in testa.
Cosa fanno, le tre diciassettenni, dopo essere state apostrofate come "egoiste, gente di merda"?
Nulla di che, salvo proseguire la loro conversazione a braccia ferme. Non c'è una sola parola di scusa, non c'è la minima presa di coscienza della loro inciviltà. E perchè mai, tanto sugli smartphone possono scambiarsi tutti gli autoscatti sexy che vogliono, basta non dirlo alla madre che altrimenti le ammazza.
Queste tre sono un esempio delle generazionu future? Forse, ma ad averle cresciute è la generazione attuale dei lombardi: quella che in maggioranza ha continuato a votare Formigoni prima, ha votato Maroni adesso, e ancora non si rende conto dei dannichr questi stanno causando al mondo in cui vivranno le loro figlie deficienti. 

Dal Corriere di Bergamo, un articolo assai beffardo mette in luce quali sono le priorità di Sorte Alessandro, nonchè le sue capacità intellettive. Per tutti quelli come me che si chiedono perchè Trenord va a rotoli senza che l'assessore alla mobilità se ne accorga. Peccato che Maroni non faccia parte del gruppo: lui lo sa già, ma gli fa comodo fingere di non sapere, così come fingeva di non sapere cosa facevano i suoi "bracci destri" con la  sanità lombarda.

L’investimento per l'autostrada Bergamo-Treviglio, l’assessore regionale uno dei principali sponsor. Ma basterebbero molti soldi in meno per portare a un livello di decenza le linee ferroviarie

Esiste un’unica possibilità. L’assessore Alessandro Sorte sogna. E nel pieno della fase onirica parla. Non bisogna disturbarlo. È un momento magico, dicono gli psicologi, nel quale tutti, in teoria anche Sorte, sono sinceri. Per noi che lo ascoltiamo è una pacchia. Possiamo viaggiare nella mente dell’assessore ai Trasporti della Regione più importante d’Italia, una delle più importanti d’Europa e del mondo. Possiamo condividere il suo sogno. Vedere in 3D quello che vede lui.

Sorte vede montagne nere e fumanti. Vulcani? No, catrame. Tanto ben di Dio non può essere lasciato lì, inutilizzato. Si muovono i macchinari e spianano ogni ostacolo, caricano il catrame e come fosse marmellata di mirtilli lo spalmano sulla terra. Attraversata da un nastro nero la campagna sembra listata a lutto. Campi, fossi, boschetti non ci sono più. L’asfalto avanza e più si allunga più l’oggetto del desiderio prende forma.

Alessandro Sorte sogna l’autostrada Bergamo-Treviglio. Come in un congresso di psicologi nessuno lo sveglia e tutti prendono appunti. Nessuno gli sussurra che ci sono opere più urgenti. Che sei milioni, un centesimo della spesa per l’autostrada, basterebbero per portare la percorrenza dei treni Bergamo-Milano sotto la mezz’ora. Che la ferrovia Bergamo Brescia è ridotta allo sfacelo e va rifatta da cima a fondo. Che, che, che… Niente.

Allora, avanti il sogno. La Bergamo-Treviglio porterà linfa vitale, cioè camion e auto, a quel gioiellino della Brebemi, l’autostrada Billionaire, carissima e frequentata da pochi intimi.

È un crescendo e l’assessore sobbalza: «Da Bergamo a Treviglio in otto minuti!», grida. Visto che sono 21 chilometri vorrebbe dire una media di 158 all’ora. Ma nel sogno non esistono limiti di velocità. Il sogno è sogno. E quando Sorte sogna, noi abbiamo un incubo.
































mercoledì 13 settembre 2017

Si ritorna al lavoro e a scuola: Trenord risponde con cancellazioni e ritardi a raffiica dei treni che ad agosto erano sospesi

Venerdì 8 settembre, è inutile arrivare a Milano Lambrate in tempo peer prendere il treno 2604 delle 7:34 (da Bergamo per Milano Centrale): questo treno, infatti, resta fermo al binario 8 senza che nè il personale di bordo nè gli annunci della stazione spieghino il perhè. Il treno accumula 5 minuti di ritardo, e riparte solo alle 7:51, cioè dopo che il treno delle 7:49 per Milano Centrale è arrivato ed è ripartito dal binario 12.
A sapere del suo ritardo, magari i passeggeri che si sono affrettati per cogliere al volo la rarissima coincidenza avrebbero preso con più calma il 7:49.
Ma ovviamente Trenord, RFI e chiunque gestisca i treni e la stazione e le informazioni, si guardano bene dal comunicare alcunchè ai viaggiatori.
Nel pomeriggio, il treno 2074 da Verona per Milano Centrale in arrivo alle 17:35 arriva invece con 16 minuti di ritardo (dichiarato in stazione, però, è un ritardo di 10 minuti).
Nella serata, il treno 2077 da Milano Centrale pe Verona arriva a Treviglio con 5 minuti di ritardo, senza spiegazioni. Nel resto del tragitto, ne recupera 3.
Questi disagi annunciano forse un incombente ritorno di Trenord a pieno disservizio?

Lunedì 11 settembre 2017, Trenord ricomincia a fornire un disservizio penoso, imbarazzante e vergognoso, specialmente se lo si confronta con il tono delle sue dichiarazioni ufficiali alla stampa, o quelle del suo portavoce politico Sorte Alessandro, assessore della giunta della regione Lombardia di Maroni Roberto, eletto dalla cittadinanza ma inspiegabilmente più propenso a fare gli interessi dell'azienda Trenord, che è un'azienda pubblica, ma si comporta come se la sua missione fosse il profitto, e la sua logica quella delle ragioni commerciali.

Nella mattinata, alla stazione di Treviglio, sotto un'incessante pioggia battente, il treno 10452 da Cremona per Milano arriva con 35 minuti di ritardo. E' un treno di modello vecchio di almeno vent'anni, è dichiaratamente guasto, e viene fatto stazionare al binario 7, da dove non riparte. Il treno è infatti cancellato.
Il binario 7 è quello a cui dovrebbe arrivare il treno 10456, che viene quindi dirottato sul binario 8 all'ultimo istante. I pendolari devono quindi correre da una banchina all'altra, transitando per il sottopasso.
Tutto qui?
No: il marciapiedi del binario 7 è protetto da una tettoia; quelo deil binario 8 no, è esposto alle intemperie.
Domanda retorica: perchè non stazionare il treno 10452, palesemente guasto e palesemente condannato a non ripartire, sul binario 8, che è il più disagevole? Non è che l'evento sia una rarità: i treni-catorci della scassatissima linea di Cremona si guastano in continuazione, con cadenza settimanale, quando non giornaliera. Non serve un indovino per capire che quel rottame, che Trenord e FNM non manutengono adeguatamente per riguardo al "conto economico", non ripartirà.
Ma tant'è: questa è la qualità del servizio di Trenord, FNM, RFI.
Intanto, anche la linea suburbana non se la passa meglio: il treno 10610 per Novara è cancellato. E come mai, dato che questa linea dispone solo di modelli di recente acquisto? Come sempre, Trenord non lo spiega. E Sorte Alessandro si guarda bene dal chiedere e dal rendere conto ai suoi datori di lavoro, i cittadini lombardi..
Alla stazione di Milano Lambrate, il treno 2290 da Bologna per Milano Centrale delle 7:54 è in ritardo di 5 minuti, causa guasto agli impianti tra Codogno e Piacenza, che causerà ritardi fino a 10 minuti.
Il treno 10576 da Piacenza per Milano Greco Pirelli viaggia con 42 minuti di ritardo.
Il treno 2270 da Arquata Scrivia per Milano Centrale delle 7:49 è in ritardo di 5 minuti.
Per una volta che il 10456 è andato da Treviglio a Milano Lambrate senza eseguire soste immotivate in mezzo al nulla, ecco che Trenord ci stupisce facendo arrivare in ritardo tutte le "coincidenze".
Complimenti per la coerenza nel servire comunque con costanza un livello di disservizio omogeneo nel tempo.

Nella mattinata di Martedì 12 settembre, il treno suburbano 23012 da Treviglio per Varese è cancellato.
Incredibilmente, il treno 10456 delle 7:22 da Cremona per Milano Certosa arriva alla stazione di Milano Lambrate con 6 minuti di anticipo, il che dimostra che il tempo "ufficiale" di 24 minuti per percorrere la distanza Treviglio-Lambrate è esageratamente abbondante. Com'è possibile che questo treno riesca con frequenza più che settimanale a sforare anche i 24 minuti?
Perchè nessuno (leggi Sorte Alessandro) esige che Trenord renda conto di queste enormi e ripetute inefficienze?
Nel pomeriggio, alla stazione di Milano Centrale, il treno 2658 da Mantova arriva con 48 minuti di ritardo. Il corrispondente 2659 Mantova-Milano, annunciato in partenza con 15 minuti di ritardo, arriva a destinazione con 22 minuti di ritardo.

Nel pomeriggio di Mercoledì 13 settembre, l'investimento di una persona sulla linea per Como blocca il transito dei treni per ore. Curiosamente, i media non si occupano mai delle morti causate dai servizi ferroviari della Lombardia, e soprattutto di Milano: solo gli incidenti (senza vittime) della metropolitana di Roma o i disservizi dell'ATAC di Roma fanno notizia.
Alle 17:00, i treni per Como e dintorni sono ancora bloccati (leggi: cancellati), sebbene con un motivo valido.
Chi tenta di raggiungere Milano Lambrate tramite i treni della linea di Bergamo, però, scopre per esempio che il 2629 Milano Centrale-Bergamo delle 17:10 partirà con 25 minuti di ritardo. Perchè? Non lo so. Hanno investito una persona anche su questa linea?
Ulteriore paradosso, esemplare della malagestione di Trenord, è il sito di My-Link, che non riporta nemmeno per sbaglio la partenza in clamoroso ritardo del 2629. A che mi serve, quindi, consultare questo sito prima di recarmi in stazione?
Il corrispondente 2638 da Bergamo per Milano viaggia con 41 minuti di ritardo.
La farsa continua con gli annunci sonori che rendono noto che la circolazione sulla linea per Parma e Piacenza sta gradatamente riprendendo: non sento il motivo, ma siamo già a tre linee fuori servizio, nello stesso pomeriggio.
Il treno 2077 delle 17:25 per Verona è in orario. Ma è un "nuovissimo modello Vivalto", di quelli vantati da Sorte Alessandro come favolosi e recentissimi acquisti della regione Lombardia con il denaro dei contribuenti.
Sul modello Vivalto, come tutti sanno dal 2005, non c'è spazio per i bagagli.
E su questo 2077 salgono numerosi studenti con trolley al seguito: le "cappelliere" delle carrozze sono troppo piccole; sotto i sedili, non c'è spazio. E gli studenti parcheggiano i trolley nello stretto corridoio tra i sedili, trasformando il passaggio in una corsa a ostacoli.
E' colpa degli studenti?
Ovviamente no. E' colpa dei funzionari e politici delle giunte regionali di Formigoni prima e Maroni poi, che si sono ostinati con protervia nell'acquistare buttare denaro pubblico in treni di un modello onboleto, notoriamente afflitto da fondamentali difetti di progettazione, nonostante la stessa Trenitalia abbia messo in produzione un nuovo modello che risolve proprio questi difetti.
Ma chi mai potrà chiedere a queste persone di rendere conto delle loro scelte, dettate da incompetenza manifesta o da malafede interessata? Gli elettori, forse? Quelli che in 20 anni ancora non si sono accorti di aver eletto gente del genere?
Ciliegina sulla torta: alla stazione di Treviglio, il treno 10660 delle 18:57 per Novara è cancellato. Di nuovo.
Innegabilmente, il flusso dei passeggeri è aumentato. E Trenord ha rimesso in funzione i treni che ad agosto erano stati "sospesi". Ma a furia di cancellazioni e ritardi, il numero di treni a disposizione è lo stesso. E ora chi ne risponde, a parte i pendolari su cui comunque ricade il disservizio, a settembre come ad agosto?