lunedì 30 luglio 2018

30 luglio 2018: stazione Milano Centrale, l'ennesimo guasto del nuovissimo Vivalto della Lega Nord paralizza un treno per 40 minuti

30 luglio 2018: alla stazione di Milano Centrale, alle 17:25, va in scena l'ennesima pantomima che spinge il pendolare inorridito a sospettare che le ferrovie della Lombardia siano nelle mani di un branco di dementi e ritardati mentali, rinchiusi in una grande sala di un manicomio dove ognuno è intento a percuotere oggetti o a emettere lamenti strazianti, ognuno ignaro dell'altro, e tutti perduti in un'orgia di confusione, disorganizzazione, incompetenza, incapacità, disordine mentale e fondamentale follia.

#LombardiaConcreta
Come altro spiegare ciò che accade sul treno 2077 delle 17:25 per Verona?
Il treno non parte all'orario previsto, e il personale di bordo non dà alcuna comunicazione in merito.
Alle 17:30, gli altoparlanti interni diffondono un annuncio sul bonus per il sovrapprezzo degli abbonamenti sopraregionali. Il treno continua a non muoversi. I passeggeri non sanno il perchè.
Alle 17:35, gli altoparlanti interni diffondono ancora una volta un annuncio sul bonus per il sovrapprezzo degli abbonamenti sopraregionali. Il treno continua a non muoversi. I passeggeri non sanno il perchè.
Alle 17:40, il treno continua a non muoversi. Il personale di bordo non comunica nulla. Il capotreno,  che è stato visto attraversare le carrozze trafelato chiedendo al telefono "si parte?", viene interrogato dai passeggeri, e risponde solo che non gli viene dato il segnale di via. Il capotreno sembra non conoscere la causa del ritardo
Tramite accessori telefonici, i passeggeri vengono informati che alla stazione di Milano Lambrate gli annunci sonori attribuiscono il ritardo a un guasto agli impianti di circolazione della stazione di Milano Centrale.
Sul sito di trenord.it, è laconicamente riportato solo che il treno, alle 17:44, non è ancora partito, e che seguiranno aggiornamenti.


Alcuni passeggeri, furibondi, prendono inutilmente a male parole il capotreno, che continua a sembrare all'oscuro della situazione che sta fronteggiando.
Disperati, alcuni passeggeri si spostano sul treno 2091 delle 17:50 per Brescia, che gli annunci sonori di Rfi assicurano essere "in partenza".  Ma non è vero: a causa del suddetto guasto agli impianti di circolazione, il treno 2091 parte con 31 minuti di ritardo.



Torniamo al 2077: parte con 40 minuti di ritardo. Senza alcuna comunicazione da parte del personale di bordo.
Alle 18:13, finalmente, ma inutilmente, il personale di bordo diffonde un annuncio che ufficializza i 40 minuti di ritardo, sempre senza dare le spiegazioni.

La vera causa del ritardo del treno 2077 è resa nota sul sito di trenord.it alle 17:44, ed è un guasto al sistema di chiusura delle porte.

Com'è possibile che il capotreno non lo sapesse?

Com'è possibile che il treno 2077, costituito da un modello Vivalto che è stato acquistato da FNM della Lega Nord (e non da Trenitalia, perchè la Lega Nord ripete continuamente che Trenitalia fornisce solo treni vecchi e fatiscenti) e messo in pista nel 2017, si guasti per l'ennesima volta?
Com'è possibile che i dirigenti di FNM abbiano buttato i soldi dei contribuenti per acquistare treni di un modello ormai superato, i cui difetti congeniti (tra cui i continui guasti alle porte) sono ben noti?

Si continua a ripetere che Trenord è al collasso perchè, da febbraio 2018, l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria le impedisce di ricorrere ai continui straordinari di un organico sottodimensionato, e le impedisce di usare treni troppo usurati, mettendola così nell'impossibilità di lavorare.
A parte che la colpa è comunque di Trenord e di FNM, che in otto e passa anni non sono riuscite neppure a comporre un organico adeguato al servizio da erogare, nel silenzio compiacente della Lega Nord al governo della regione Lombardia, bisogna comunque osservare una cosa fondamentale.
E cioè: questa malagestione spaventosa del guasto al 2077 e agli impianti, con annesse la totale mancanza di comunicazione ai passeggeri, la disorganizzazione, la confusione, l'improvvisazione e l'approssimazione, non sono le stesse che si verificavano nel 2017, come questo blog ha riportato?
E lo stesso "circo gestionale" non era forse tipico dei treni della Lombardia anche nel 2016? E nel 2015? E via regredendo di anno in anno?
E i politici dello schieramento della Lega Nord, da Sorte Alessandro a Cattaneo Raffaele, da Maroni Roberto a Formigono Roberto, non hanno sempre deliberatamente ignorato le proteste dei pendolari sul costante e allarmante livello di disservizio di Trenord e FNM, coprendolo con patetici rimborsi a base di denaro pubblico e altri trucchi miserabili che avevano il solo scopo di proteggere la dirigenza leghista insediata in queste due aziende?

#LombardiaConcreta
Il treno 2077 arriva a destinazione con 50 minuti di ritardo.








sabato 28 luglio 2018

Agosto 2018: Trenord taglia 412 corse

Godetevi la solita testimonianza dell capacità della Lega Nord e del successo del federalismo che portò alla creazione di Trenord in epoca Formigoni.
Questi sono i risultati concreti delle chiacchiere sull'autonomia della Lombardia: il trionfo dell'incapacità gestionale, dimostrato e innegabile. Questa è la #LombardiaConcreta

"Da domenica 5 sino a domenica 26 agosto, un treno su cinque di Trenord verrà soppresso per la “pausa” estiva. Si tratta di 474 treni giornalieri soppressi nel mese di agosto (il 20% dei 2.200 convogli giornalieri in servizio in Lombardia).
Se le corse sono ridotte del 20% allora perché non scontare del 20% gli abbonamenti mensili?
La maxi soppressione di treni agostana arriva in soccorso del collasso di Trenord (crisi di mezzi,crisi di personale, crisi organizzativa e tempesta gestionale per il divorzio in atto tra FNM e FS).
Quest’anno i treni mancheranno per ben quattro settimane.  La sospensione del servizio ferroviario ad agosto interesserà in modo diverso una trentina di tratte lombarde e se nel 2015 veniva giustificata con lo spostamento di risorse per Expo oggi come si giustifica?
Si tratta di una scelta in decisa controtendenza rispetto alla volontà, a parole, di promuovere il turismo grazie ad un servizio pubblico efficiente ed un trasporto meno inquinante. 

Luglio 2018: gli impianti di circolazione ferroviaria della Lombardia vanno a pezzi. E la Lega Nord vuole affidare FS all'amministratore di Rfi che ha gestito finora le strutture ferroviarie della Lombardia in modo schifoso

Ritorno drammatico per i pendolari della Milano – Cremona – Mantova,  che in questo momento, alle 20:30 di un torrido 24 luglio, sono bloccati sulla linea a binario unico sul convoglio partito (in ritardo di 6 minuti) da Milano centrale alle 18,26 e atteso a Cremona alle 19,28. Un guasto alla linea aerea, come è stato annunciato con circa 30 minuti di ritardo ai viaggiatori, sta bloccando l’avanzata del treno verso Cremona e Mantova. I viaggiatori sono stipati nel convoglio, con poca aria condizionata, nella campagna attorno a Pizzighettone. Una situazione che sta facendo salire la tensione ed esasperando gli animi, infatti è la seconda volta nel giro di pochi giorni che la linea aerea non regge.

Altri convogli che stavano sopraggiungendo sulla linea sono stati fatti tornare indietro.

Ore 20,45 – Sul posto è giunta una squadra dei vigili del Fuoco in supporto al personale ferroviario per ripristinare la linea. Ore 21 – Presenti anche le forze dell’ordine. Vigili del Fuoco saliti  a bordo per verificare se qualcuno non si senta bene considerata la sosta forzata che ormai dura da un'ora e mezza.

Ore 21,14 – Carabinieri portano acqua e aiuti ai viaggiatori. Clima sempre più teso in attesa dell’arrivo di un locomotore che trascini il convoglio alla prossima stazione. Alcuni di loro hanno chiamato casa per farsi venire a prendere in auto, ma è impossibile uscire dal convoglio per ragioni di sicurezza: la linea aerea infatti è caduta sui binari.

Ore 21,40 c.ca – Arrivata un’ambulanza in supporto alle forze dell’ordine.

Ore 22 – Sul treno ancora bloccato viaggia anche l’assessore alla Mobilità e Ambiente Alessia Manfredini del comune di Cremona: “In 14 anni che viaggio non ho mai vissuto una situazione del genere. Ringrazio per la presenza preziosa i vigili del fuoco e i carabinieri; ma la gestione di questa emergenza è molto, molto opinabile, Trenord e Rfi dovranno spiegare e sicuramente la cosa non può finire qui o essere archiviata come l’ennesimo disservizio. Il guasto è delle 19.15, si sarebbe dovuti arrivare a Cremona alle 19,40 e c’è chi deve raggiungere Mantova.  Non ci possono volere tre ore per far arrivare un locomotore diesel da Cremona che trascini queste otto carrozze strapiene fino alla stazione più vicina, forse Acquanegra. Ci sono  almeno 500 persone su questo treno, i bagni sono chiusi, l’aria condizionata tolta. Anche le condizioni igieniche cominciano a preoccupare”.

Ore 22,30 – Il locomotore del treno 2661 bloccato a Roggione di Pizzighettone forse riesce a ripartire. La linea aerea probabilmente è stata ripristinata, dopo vari tentativi andati a vuoto, in cui la marcia riprendeva per pochi metri per poi bloccarsi.

Ore 22. 45 – Intervento del 118 alla stazione di Acquanegra. Un uomo di 61 anni necessita di trasfusione di sangue che viene effettuata.

Ore 23,07 – Il treno arriva a Cremona. 220 minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia regolare (19,28).
Purtroppo all'assessore Manfredini, del Partito Democratico, sfugge che la manutenzione degli impianti di circolazione è di competenza di Rfi, azienda statale controllata dal gruppo Ferrovie Dello Stato. Rfi, come Trenitalia e FS, da anni pensano a privilegiare l'Alta Velocità, a quotarla in borsa, a imbarcarsi in imprese ferroviarie in Grecia e in Iran. Di manutentere con rigore ed efficienza la rete ferroviaria "convenzionale" in Italia, chiaramente, non ne vogliono sapere.
In che modo Manfredini pensa che Rfi possa esserne chiamataa rispondere, se per anni i ministri del PD hanno dato carta bianca al Gruppo FS, senza mai battere ciglio davanti alla palese gestione classista del trasporto ferroviario italiano portata avanti dai suoi dirigenti?

27 luglio 2018: oggi è il turno di Trenitalia per compromettere la circolazione ferroviaria, e infatti la linea Genova-Milano si ritrova un treno guasto nella stazione di Arquata che blocca la circolazione dei treni.
Secondo Rfi, il guasto causa "ritardi fino a 50 minuti".
Infatti il treno 2160 ArquataScrivia-Milano viene cancellato, dopo aver raggiunto un ritardo di 70 minuti.
Il treno 2162 accumula 77 minuti di ritardo.


Può Rfi essere da meno?
Naturalmente no: un guasto agli impianti di circolazione tra le stazioni di Brescia e Rovato causa ritardi fino a 15 minuti per i treni della linea Verona-Brescia-Milano.

Vale la pena di osservare che sulla linea Brescia-Milano, dove il servizio ferroviaio "convenzionale" è sistematicamente flagellato da guasti e ritardi, è stata di recente attivata una nuova tratta dell'Alta Velocità, la quale ha permesso a Trenitalia di eliminare i treni FrecciaBianca Brescia-Milano, per sostituirli coi costosissimi FrecciaRossa.
Questo palese abuso è accaduto nel più totale silenzio del ministero dei trasporti del PD, mentre la giunta regionale lombarda della Lega Nord ha risposto erogando indiscriminatamente denaro ai pendolari che utilizzano i FrecciaRossa Brescia-Milano, a prescindere dal loro reddito.

Da sempre specializzata nell'affidare servizi ferroviari a personaggi di dubbia moralità (dal formigoniano Biesuz a Norberto Achille eccetera) o capacità, la Lega Nord non si tira indietro nel pescare tra la feccia anche per la sostituzione di Mazzoncini (colui che ha attivamente collaborato nel distruggere Trenord), con buona pace degli ingenui militanti leghisti:
La Lega vuole il renziano Gentile, che promette miliardi per i binari lombardi. Ma è nel registro degli indagati per il disastro ferroviario di Pioltello e il suo nome compare nell'inchiesta Consip. M5s valuta il nome di Gianfranco Battisti, presidente di Federturismo
5 Stelle e Lega che hanno idee diverse e poi c’è il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, che in qualità di azionista unico dell’azienda dei treni vorrebbe dire la sua. Nella Lega, che si ritiene avvantaggiata nella corsa alla poltrona Fs, si sta imponendo il continuismo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che dopo aver provato a usare Tria per blindare Mazzoncini sta dirottando i suoi sforzi sul numero due dell’azienda, Maurizio Gentile, ad e direttore di Rfi, la rete ferroviaria. Per Giorgetti, Gentile ha molti meriti: è renziano, imposto 4 anni fa alla guida di Rfi dall’allora sottosegretario Luca Lotti. L’altro merito è che Gentile ha deciso per i prossimi anni investimenti per 14 miliardi di euro per i binari Lombardi. Il braccio di ferro nella Lega per le Fs si sta risolvendo con la sconfitta dell’ala pro Giuseppe Bonomi, all’inizio degli anni Duemila presidente di Alitalia e poi ad della Sea (aeroporti di Milano).

Il licenziamento di Mazzoncini si riverbera anche sul futuro di Trenord, le ferrovie lombarde. Proprio quando Toninelli ha sganciato la sua bomba, Fs e Trenord stavano decidendo di andare ognuna per conto suo, ma secondo fonti della Lega ieri mattina c’è stato il dietrofront: il ministro dei Trasporti si è sentito per telefono con il governatore della Lombardia e insieme avrebbero deciso di tenere insieme Fs e Trenord sulla base di un nuovo patto basato sulla condivisione delle spese (1 miliardo di euro circa) per il rinnovo della flotta dei treni
27 luglio 2018: nonostante il disastro di Pioltello accaduto a inizio anno, Rfi continua a svolgere una manutenzione palesemente inadeguata, colpendo come sempre l'utenza dei pendolari che tenta invano di tornare a casa in orario dignitoso dopo una giornata di lavoro.
Paradossalmente, tutto ciò è frutto della gestione del Guppo Ferrovie Dello Stato targata Partito Democratico di Renzi Matteo: i leghisti, infatti, non sono ancora riusciti a metterci le mani insediando un amministratore a loro gradito.
Disagi in particolare per il treno delle 19.05 da Milano Centrale a Bergamo, fermo per circa un’ora tra Lambrate e Pioltello. Ai passeggeri è stato poi annunciato un rientro a Lambrate poi rientrato. Trenord ha avvisato che il treno da Milano Centrale a Bergamo delle 21.05 e quello da Bergamo a Milano delle 22.02 non verranno effettuati.



giovedì 26 luglio 2018

26 luglio 2018: la gara tra Trenord e Trenitalia a chi eroga più disservizi contemporanei su tratte con stessa destinazione

Nella mattinata di giovedì 26 luglio 2018,  l'azienda Trenord riesce a far arrivare il treno 10456 Cremona-Milano alla stazione di Milano Lambrate con un ritardo contenuto (6 minuti di ritardo) che teoricamente permette ai pendolari di prendere la coincidenza del treno 2160 per Milano Centrale delle 7:49.





Ma ecco che il detto 2160 gestito da Trenitalia ha 10 minuti di ritardo, e rende vano il lavoro di Trenord.










Non è certo finita qui: il successivo treno per Milano Centrale è il 2090 delle 7:53 gestito da Trenord.
E per la sorpresa di nessuno, il 2090 è in ritardo di 10 minuti.







Il successivo treno per Milano Centrale è il 2290 delle 7:55 gestito da Trenitalia.
Che è in ritardo di 13 minuti.







Cos'è peggio tra Trenord, la cui malagestione fallimentare è ormai spaventosamente acclarata nonostante l'azienda fosse stata creata per dimostrare la potenza del federalismo in salsa leghista-formigoniana, e Trenitalia, azienda statale che però crede di essere privata e non è interessata tanto a gestire il servizio pubblico, quanto a giocare allo squalo della finanza con i servizi elitari dell'alta velocità?

Vale la pena di ricordare che Trenitalia appartiene a FS, la quale era gestita fino a qualche giorno fa da Mazzoncini Renato, e che Trenitalia era comproprietaria al 50% di Trenord, ma si rifiutava di collaborare per far funzionare l'azienda ferroviaria lombarda.
In merito, Mazzoncini Renato ha affermato: «La nostra priorità è investire in servizi che gestiamo».



mercoledì 25 luglio 2018

Finalmente Mazzoncini Renato va fuori dai piedi. Peccato che i frutti avvelenati del suo lavoro continuino a rovinare la vita dei pendolari ferroviari

Bergamo: il ministro Danilo Toninelli annuncia un viaggio sui treni dei pendolari
Buona fortuna, e un consiglio al ministro Toninelli: non prenda appuntamenti nelle due ore successive al previsto orario di arrivo a destinazione, perchè li mancherebbe.
Ferrovie dello Stato, il governo azzera i vertici. Toninelli: “Chiudiamo col passato. Priorità a treni regionali e pendolari”
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, in un post su facebook ha annunciato di aver firmato la decadenza dell’intero consiglio di amministrazione di Fs “per chiudere con il passato“. Lo scorso 11 giugno l’amministratore delegato Renato Mazzoncini è stato rinviato a giudizio per truffa nell’inchiesta sui contributi pubblici ricevuti da Umbria mobilità, che sarebbe poi stata acquisita dalla Busitalia di cui Mazzoncini era ad. Il cda, chiamato a pronunciarsi in base allo statuto del gruppo, si era espresso contro la decadenza e per la sua permanenza in carica.
Toninelli e il ministro dell’Economia Giovanni Tria hanno però deciso per l’azzeramento del consiglio. 
Buona fortuna anche qui, considerando le forze spietate e gli interessi economici che sostengono gente come Mazzoncini Renato.
Infatti: l'incarico di Mazzoncini Renato era stato rinnovato con fretta e furia a gennaio 2018, mesi prima della sua scadenza, dal compiacente governo a fima PD e controllato da Gentiloni Renzi Matteo Paolo, con il silenzioso benestare di Delrio Graziano, che in questo particolare caso non aveva tempo per fare la morale ai mercanti che gestiscono le FS come un'azienda privata volta al profitto prima che al servizio pubblico.
Mazzoncini Renato è noto per due grandi aspirazioni: quotare in borsa i FrecciaRossa (dopo che l'alta velocità è stata realizzata con enormi quantità di denaro pubblico e gravosi indebitamenti statali con i credit default swap); realizzare il ponte sullo stretto di Messina. Entrambe le cose, supportate con entusiasmo da Renzi Matteo, sono riassumibili in una frase: regalare denaro pubblico a chi è già ricco.

Nel frattempo, l'azienda Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) che è controllata da FS, e il cui schifoso operato è quindi responsabilità di Mazzoncini Renato, oggi 25 luglio 2018 in Lombardia si esibisce nella sua continua malagestione, che prosegue da anni nel silenzio di ministri e amministratori delegati.

Alla stazione di Treviglio, il treno 10456 delle 7:22 per Milano arriva alle 7:21, e si ferma. E resta fermo.
Rfi non diffonde alcun annuncio, nemmeno dopo le 7:23, ma non dà al treno il segnale di via libera.
Il treno resta fermo fino alle 7:29, cumulando 7 minuti di ritardo. Sembra una sciocchezza, ma è il tempo necessario per far saltare le coincidenze alle successive stazioni di Milano Lambrate e Milano Certosa.
Perchè il treno non parte? Qual è il motivo del ritardo?
Rfi non dà spiegazioni. Il personale di bordo di Trenord non parla.
Nel frattempo, un altro treno arriva, ferma e riparte per Milano.
Ma Rfi continua a tacere.
D'altra parte, perchè Rfi dovrebbe porre termine alla propria malagestione menefreghista, se questa è avallata dalla dirigenza del Gruppo FS?

La rete ferroviaria lombarda continua a guastarsi, e la manutenzione è in carico a Rfi, che continua impunemente a intervenire solo a danno fatto:

Quattro treni in ritardo sulla linea Bergamo - Brescia nella prima mattinata di mercoledì 25 luglio per un guasto a un passaggio a livello tra le stazioni di Palazzolo sull’Oglio e Grumello del Monte (di competenza di Rfi)
Nella serata, Rfi unisce le forze a quelle di Trenord per garantire il massimo del disservizio nella #LombardiaConcreta.
Il treno 2077 Milano-Verona delle 17:25 accumula 15 minuti di ritardo prima di partire da Milano Centrale. Il capotreno rende noto dopo ben 10 minuti che la causa è un guasto agli impianti della stazione.
A Treviglio, il treno ha accumulato 17 minuti di ritardo.
Nel frattempo, il treno 2078 Verona-Milano accumula 23 minuti di ritardo per guasto al treno in arrivo da Milano.

Come emerso di recente, Mazzoncini Renato non è colpevole solo della malagestione di Rfi e di Trenitalia, ma anche di parte dello sfacelo di Trenord: lui stesso ha implicitamente ammesso che Trenitalia ha osteggiato passivamente il funzionamento di Trenord per poterne prendere il controllo (non sono meno colpevoli i dirigenti leghisti e forzaitalioti tipo Formigoni Roberto  che hanno creato Trenord dando a Trenitalia un simile potere).

Ben venga quindi la rimozione di un simile personaggio da una carica pubblica così importante, dato che ha dimostrato in tutti i modi quanto poco gli importi del concetto di servizio pubblico nell'interesse dei cittadini (proprio come i suoi mandanti del PD).




martedì 24 luglio 2018

Il disastro ferroviario di Trenord: davvero c'è ancora qualcuno che crede che sia colpa di Trenitalia che fornisce solo treni vecchi?

A sentire i leghisti, strenui difensori della rettitudine e giustezza dell'azienda Trenord, i problemi di questa azienda sono uno solo: i treni vecchissimi che il socio proprietario al 50% Trenitalia ha fornito con malizia per  anni, infischiandosene dei propri doveri.
Se Trenord avesse ricevuto treni nuovi da Trenitalia, tutto andrebbe bene.
Coerentemente con la doppiezza e la falsità dei loro dirigenti, i leghisti non spiegano perchè Trenord si sia ritrovata clamorosamente a corto di personale, a causa di una pessima gestione delle assunzioni con cui non si rimediava alla carenza di organico, preferendo invece sfruttare il poco personale tramite continui straordinari.
I leghisti non spiegano nemmeno come mai la giunta della Lombardia Formigoni-LegaNord che creò Trenord si sia dimostrata così inetta e sprovveduta da aver lasciato la gestione di metà dell'azienda a Trenitalia, dando stupidamente a quest'ultima (azienda statale) il potere incontrollato di vanificare la loro opera di gestione federalista.

#LombardiaConcreta
Ma, soprattutto, i leghisti non ci spiegano perchè Trenord non è capace di gestire e manutenere neppure i treni nuovi che FNM ha comprato col denaro della Regione Lombardia, come per esempio il seguente treno 2077 Milano-Verona, modello Vivalto sceso in pista nel 2017 con annuncio trionfale dell'assessore Sorte Alessandro.
Come minimo una volta al mese, questo treno si guasta.
Nel caso in esame, la sua partenza viene annunciata con 10 minuti di ritardo per guasto al treno, viene poi corretta in 15 minuti di ritardo e si conclude con 24 minuti di ritardo.

Vuoi vedere che non è vero che Trenord sta andando a rotoli solo perchè Trenitalia non le ha fornito i treni nuovi, che tanto Trenord e FNM non avrebbero avuto le competenze per manutenerli.


lunedì 23 luglio 2018

Trenord: "evento storico che segnava un'ulteriore e significativa tappa nel percorso di trasformazione e miglioramento del sistema di trasporto lombardo". Complimenti, Formigoni: ottimo lavoro col tuo federalismo

Essendo ormai certa la fine dell'azienda pubblica Trenord, vale la pena di ricordare l'arrogante boria federalista con cui questa azienda fu creata da Formigoni Roberto e dalla Lega Nord, come recitava questo imbarazzante articolo propagandistico che comparve il 29 aprile 2011 su L'eco di Bergamo.
Alla luce del fallimento dell'impresa Trenord, la quale ha continuato per anni ad erogare crescenti disservizi, che venivano dissimulati con sdegno e mancanza di pudore da ogni assessore Leghista o Forzaitaliota di turno, i passaggi di questo articolo evidenziati in grassetto assumono un significato grottescamente parodistico (soprattutto dove Formigoni fa dell'umorismo sul "matrimonio di interesse", che si è rivelato essere l'interesse della Lega Nord per garantire poltrone e stipendi ai propri politici e amici).


A 21 mesi dalla nascita di Trenitalia-LeNORD, il federalismo infrastrutturale compie un nuovo passo avanti con la nascita di Trenord, la nuova società di gestione del servizio ferroviario, che ha il proprio centro decisionale a Milano, creata dalla fusione tra Trenitalia Lombardia e Le NORD del Gruppo Fnm.

Il nuovo soggetto è stata presentato venerdì a Palazzo Lombardia dal presidente della Regione, Roberto Formigoni, dall'assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Cattaneo, insieme al presidente di FNM Group, Norberto Achille, l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, il presidente di Trenitalia-LeNORD, Vincenzo Soprano e il suo amministratore delegato di Trenitalia-LeNORD, Giuseppe Biesuz.

«Questo è un matrimonio di interesse- ha detto il presidente Formigoni - l'interesse del pendolare e del viaggiatore lombardo perché vogliamo migliorare ancora di più il servizio ferroviario regionale. Trenord è uno dei frutti del forte impegno che in questi anni Regione Lombardia ha dedicato per fronteggiare una situazione - quella della bassa efficienza del trasporto pubblico - che si configurava come una vera e propria emergenza causata anzitutto da una densità abitativa tra le più alte d'Europa. Oggi siamo dunque tutti testimoni di un evento storico per quella che è una delle più importanti società ferroviarie italiane: questa giornata segna infatti un'ulteriore e significativa tappa nel percorso di trasformazione e miglioramento del sistema di trasporto lombardo, che punta su azioni in grado di favorire l'efficienza dell'intero sistema di mobilità regionale».

CONTRATTI DI SERVIZIO - «Nel luglio 2009 - ha ricordato il presidente Formigoni - sono stati sottoscritti tra Regione Lombardia e Trenitalia-Le Nord precisi obblighi e responsabilità, a partire dall'attivazione di nuovi servizi con il potenziamento e il prolungamento di numerose corse, l'assunzione di impegni vincolanti relativamente alla qualità del servizio (tutti misurati con criteri molto rigorosi) e la messa in opera di attività di manutenzione straordinaria sul materiale rotabile».

Regione Lombardia ha investito in contratti di servizio una cifra pari a 441 milioni di euro, di cui 344 milioni per i servizi ferroviari e 97 milioni per il contratto della rete con Ferrovienord. «Possiamo, quindi, affermare - ha proseguito Formigoni - che con questa nuova società ci siamo resi protagonisti di un processo molto coraggioso e innovativo, in cui dalla Regione è partito un percorso virtuoso in grado di mettere a disposizione dello Stato le proprie risorse. La nascita di Trenord è l'inizio del percorso non la conclusione. Il nostro obiettivo è il miglioramento continuo della qualità del servizio. L'utilità degli strumenti si misura sulla capacità di raggiungere gli obiettivi: questo varrà anche per Trenord. Noi continueremo il nostro impegno nel vigilare affinché gli impegni presi oggi dall'azienda vengano mantenuti e rispettati».

I TRE OBIETTIVI PER IL 2015 - «Oggi nasce Trenord esperienza unica in Italia di federalismo applicato al sistema ferroviario regionale - ha dichiarato l'assessore Cattaneo -. Una società che ha il suo cuore pulsante a Milano e che ha un obiettivo chiaro: migliorare la qualità del servizio».

Rispondendo a una e mail scritta da Niccolò, un pendolare 25enne che criticava il servizio ferroviario, l'assessore ha risposto che «non è nostra intenzione punire Trenitalia-LeNord, ma metterla nelle condizioni di fare il proprio lavoro. E abbiamo fatto nascere Trenord proprio perché in Lombardia ci sia una strada che provi a trovare una soluzione al problema. Non vogliamo presentare un 'libro dei sogni', ma raggiungere risultati concreti, ben consapevoli che il percorso di miglioramento richiederà tempo e impegno continuo e non tutto sarà possibile da subito. Non promettiamo miracoli, ma un impegno continuo e senza risparmio».

L'assessore ha inoltre enunciato gli obiettivi per i prossimi anni: «Da qui al 2015 vogliamo incrementare il numero attuale dei viaggiatori di almeno il 30% nell'area suburbana e del 20% a livello regionale, secondo gli obiettivi individuati dal Patto per il TPL, passando da 650 mila almeno a 800 mila viaggiatori, con l'intento di arrivare a un 1 milione. Un incremento sostenibile grazie all'investimento già realizzato (pari a 1080 milioni di euro) e a quello programmato con Trenord sul nuovo materiale rotabile».

L'assessore ha inoltre sottolineato che «l'indicatore di puntualità del servizio ferroviario regionale al 2015 dovrà superare progressivamente il 95% sulla media giornaliera, con un dimezzamento del ritardo medio ponderato per passeggero dal valore attuale di 3.3 minuti a 2 minuti e con l'obiettivo 'soppressioni zero', dalle 19 attuali già dimezzate dal 2008».

Riguardo allo sviluppo del servizio ferroviario, l'assessore Cattaneo ne ha annunciato il completamento con l'attivazione delle linee suburbane (le linee S) ancora mancanti: «Nel 2011 sarà la volta del prolungamento della S9 per Albairate e la S13 per Pavia. Grazie all'impegno di Regione Lombardia e Trenord quindi non taglieremo i servizi, ma proseguiremo nel loro potenziamento e nell'attivazione di ulteriori anche sulle nuove infrastrutture: la Saronno-Seregno e l'Arcisate-Stabio».

L'assessore ha inoltre ricordato il cammino fin qui compiuto e i passi che attendono Trenord, ribadendo il ruolo di Regione Lombardia di ente regolatore, ricordando da una parte la creazione di una società unica per la gestione della rete ferroviaria regionale e dall'altra la realizzazione di un sistema di trasporto pubblico integrato. (Ln)  
La memorabile frase "impegni vincolanti relativamente alla qualità del servizio (tutti misurati con criteri molto rigorosi)" era già allora la conferma di come si stesse allestendo un colossale imbroglio,  ed era evidente agli occhi di chiunque non aderisse ciecamente all'ideologia leghista perchè privo degli strumenti per pensare autonomamente, dato che Trenord fu creata in modo tale da poter autocertificare la qualità del servizio erogato, senza nessuna possibilità di intervento da parte dei suoi proprietari.

Sconcertante è anche il fatto che Fontana Attilio abbia dovuto attendere la fine di Trenord, per poter esprimere l'intenzione di azzerarne la dirigenza: per quale motivo la Lega Nord ha creato un'azienda con caratteristiche tali da non poter esercitare su di essa alcun controllo, anche davanti a colossali prove di incapacità da parte della sua dirigenza (peraltro nominata proprio dalla Lega Nord)?
Si ricorderò come anche Sorte Alessandro, nella recente intervista in cui commenta lo sfacelo di Trenord come se fosse un fulmine a ciel sereno di cui lui non aveva mai notato i prodromi, affermi che la dirigenza di Trenord era già stata scelta, quando lui divenne assessore, e che quindi Sorte aveva lavorato con le persone già presenti tentando di ottenere il meglio possibile. Come dire che per lui la dirigenza di Trenord non aveva i requisiti necessari?
Negli anni, Sorte Alessandro, Maroni Roberto e Fontana Attilio hanno sommessamente lamentato la mancata partecipazione di Trenitalia al funzionamento di Trenord, nonostante ne detenesse il 50% delle azioni. O forse proprio per questo? Nessuno però, a partire dagli elettori, si è posto la domanda cruciale: perchè Trenord è stata creata per essere di fatto un'azienda a metà, azzoppata sin dalla partenza? Perchè nessuno aveva previsto regole e vincoli per costringere le società partecipanti a far davvero funzionare l'azienda?
Per Formigoni, Trenord doveva esser la dimostrazione di come funziona il federalismo: a conti fatti, essa è invece la dimostrazione del fallimento dell'idea di federalismo della Lega Nord, nonchè dell'incapacità organizzativa, gestionale e strategica di gente come Formigoni e Maroni.

E' da ricordare anche la carriera di tre di queste persone che hanno creato o gestito Trenord:
un ex presidente regionale, Formigoni,  condannato a sei anni per le presunte tangenti per la fondazione Maugeri e San Raffaele; un ex ad di Trenord nonché direttore generale di Ferrovie Nord Milano, Giuseppe Biesuz, condannato in primo grado per il fallimento della Urban Screen, una società che aveva amministrato fino al 2008;  un ex presidente di Fnm, Norberto Achille, sotto processo per aver depredato Fnm per spese personali.
L'eredità di costoro è stata poi raccolta da Maroni Roberto, capo della giunta regionale successiva, noto per aver dichiarato che “La mafia al Nord non esiste”, frase che rispecchia la mentalità con cui per anni ha protetto a spada tratta Trenord (tramite l'assessore negazionista Sorte Alessandro) dalle proteste dei comitati pendolari nati ovunque in Lombardia per segnalare la crescente marea di dati oggettivi sull disservizio sempre più sistematico del trasporto ferroviario lombardo.

Dal 16 al 20 luglio 2018, per chi ha voglia di numeri e dati di fatto, i disservizi a opera di Trenord, FNM, RFI e Trenitalia continuano a susseguirsi in Lombardia.
Ecco un breve florilegio di quelli che affliggono le solite linee Verona-Treviglio-Milano, e Bergamo-Milano. Come sempre, i treni di Trenord si guastano  (specialmente quelli appena acquistati), li impianti ferroviari gestiti da RFI si guastano (eppure RFI ha tutti i fondi necessari per le infrastrutture dell'Alta Velocità), e i treni di Trenord sono soppressi senza spiegazione (tranne quelle note a tutti sin dal rapporto dell'Ansf di febbraio 2018).










Il treno 10901 (Milano Greco Pirelli 5.52 - Brescia 7.16) oggi non è stato effettuato.
Il treno 10904 (Bresca 6.06 - Milano Greco Pirelli 7.26) oggi non è stato effettuato.
Il treno 10905 (Milano Greco Pirelli 7.52 - Brescia 9.16) oggi non è stato effettuato.
Il treno 10904 (Brescia 7.55 - Sesto 8.55) oggi non è stato effettuato.
Il treno 10910 (BRESCIA 07:44 - SESTO S.GIOVANNI 09:14) oggi non sarà effettuato.
Il treno 2090 (BRESCIA 06:56 - MILANO CENTRALE 08:00) è previsto in partenza con circa 15 minuti di ritardo perché è stato necessario prolungare i tempi di preparazione del treno, in sede di deposito.

venerdì 13 luglio 2018

13 luglio 2018: ritardi di 50 minuti sulla linea di Cremona per guasto gli impianti di circolazione

Mentre gli annunci sonori di RFI, alle ore 7:18, parlano di "ritardi fino a 20 minuti" per treni come il 10456 Cremona-Milano, a causa dell'ennesimo guasto gli impianti di circolazione (questa volta nella stazione ferroviaria), l'azienda pubblica RFI del Gruppo Ferrovie dello Stato continua a non spiegare perchè non sta eseguendo una manutenzione dignitosa sulle linee ferroviarie "convenzionali" della Regione Lombardia.
L'ex ministro Delrio Graziano, in seguito al disastro ferroviario di Pioltello del gennaio 2018, aveva dichiaro che RFI ha ricevuto sostanziosi finanziamenti per eseguire la detta manutenzione.
Di recente, il presidente della giunta regionale della Lombardia, ha chiesto a RFI perchè non sta utilizzando i suddetti miliardi di finanziamento pubblico ricevuti.
Ma, a quanto pare, l'azienda RFI continua a perseguire una politica diversa da quella di fornire un servizio pubblico funzionante.
Perchè? E quale istituzione deve intervenire se presidenti di giunte regionali e ministri si devono limitare alle domande?
Ch ha avuto la brillante idea di riconfermare l'amministratore delegato di FS, Mazzoncini Renato, che a sua volta non sembra interessato a far sì che le aziende del Gruppo FS svolgano la missione di servizio pubblico a cui sono chiamate?

giovedì 12 luglio 2018

La gestione ferroviaria della Lombardia si spacca in due: perchè aspettare tanto per intervenire su Trenord?

Trenord, cambia tutto. Pendolari in allarme: «Il servizio peggiorerà»
Ieri l’annuncio del nuovo assetto societario, È la fine del matrimonio tra Fnm e Trenitalia
Trenord? Non esisterà più e probabilmente anche il nome sarà cambiato. A mettere fine al matrimonio tra Trenitalia, società delle Fs, e Fnm, il cui 57,57% è in capo alla Regione Lombardia e un 14,7% a Fs, e che insieme detengono il 50% ciascuna di Trenord, è stato il presidente Attilio Fontana. Lunedì sera Fontana ha incontrato Renato Mazzoncini, ad di Fs, e ieri mattina si è presentato in consiglio regionale per informare l’aula «sull’ipotesi di accordo per superare gli attuali assetti gestionali del servizio ferroviario regionale che attualmente fa capo a Trenord».
L’assemblea, ha annunciato Alessandro Fermi, dedicherà al tema una delle prime sedute di settembre. Fontana, e l’assessore Claudia Maria Terzi, lavorano per affidare il servizio ferroviario lombardo a due differenti imprese, una controllata da Fnm e una da Trenitalia. «Credo che non ci fossero alternative - ha spiegato il presidente alla stampa - L’unica soluzione è dividerci le tratte e gestire noi quelle che possiamo considerare suburbane e Trenitalia, invece, quelle di più lunga percorrenza».
Alla base del divorzio il fatto che le due società detenessero entrambe una quota uguale. «Trenitalia aveva delle necessità di carattere societario che o la Lombardia era disposta a cedere la gestione di Trenord o non potevano trovare una risposta» ha proseguito. Il nodo del contendere ruota tutto intorno a quel 50% in capo a Trenitalia e a Fnm. Alla pari e di conseguenza senza nessun comandante. .
In allarme i pendolari. «Al di là di chi gestirà le tratte la responsabilità sarà sempre del presidente della Regione» rassicura Fontana che sottolinea come si vogliano «incentivare gli investimenti e creare competizione» per dare risposte.
Le voci dei pendolari non si fanno attendere: «Nuova compagine societaria? Si potevano esercitare pressioni anche prima, a volerlo.
E poi chi si occuperà dei mille problemi della rete (e non dei treni) ancora in capo a Rfi? - si chiede per esempio il comitato dei pendolari lecchesi, in attesa di una presa di posizione dei colleghi comaschi, che ieri non si sono espressi -. Il modello gestionale che la Regione sta studiando rischia di essere un passo indietro sull’efficienza di un servizio che è già di per sé imbarazzante».

lunedì 9 luglio 2018

In che modo Regione Lombardia e Trenitalia si spartiranno la torta del trasporto ferroviario lombardo?

Un articolo de Il Giorno analizza il parco treni di Trenord e ipotizza una spartizione basata sull'interesse principale delle due parti, in particolare Trenord: la remuneratività. E dice il vero: infatti, alle aziende pubbliche Trenord e FNM non è mai interessatoi nulla di fornire un sergvizio degno di questo nome ai cittadini lombardi.
L'articolo dipinge però la flotta ferroviaria della Lombardia come se la metà di Trenord fosse una favola di efficienza, e il marciume obsoleto provenisse solo da Trenitalia.
Curiosamente, l'articolo omette di menzionare l'elevata frequenza dei guasti dei treni suburbani, cioè di quei mezzi comprati da FNM, relativamente moderni (non hanno più di 13 anni), e che quandi si guastano, sono capaci di paralizzare l'intera circolazione, perchè non sembra esistere personale capace di ripararli nè un'organizzazione per il recupero e la rimozione dei convogli dai punti nevralgici della rete. Ne sanno qualcosa i pendolari che negli ultimi mesi si sono ritrovati bloccati per più di un'ora, senza informazioni e senza assistenza, proprio sui treni suburbani forniti da FNM.
Sempre più curiosamente, l'articolo omette di menzionare anche l'elevata frequenza dei guasti dei due treni di modello Vivalto presenti sulle linee Verona-Brescia-Treviglio-Milano e Cremona-Milano: si tratta di modelli acquistati da FNM coi fondi della Regione Lombardia, si tratta di materiale che ha esordito nel 2017. E nonostante questo, continua a guastarsi. Sembra quasi che la dirigenza di FNM fosse l'unica a non sapere che il modello Vivalto soffre di difetti cronici che causano sistematicamente certi guasti, e li abbia quindi comprati pur non avendo le competenze tecniche necessarie per prendere la decisione di acquistarli. E' curioso anche che la giunta della Regione Lombardia non si chieda il perchè di questo uso del denaro pubblico, e non indaghi sulla povertà delle scelte di FNM.

Alla luce delle ipotesi di questo articolo, non stupisce che sulla linea Cremona-Milano il solo convoglio di modello Vivalto sia scomparso: Trenord sta già cannibalizzando le linee ferroviarie che sa di non fover più gestire. E questo è ciò a cui ci hanno portati anni di gestione della #LombardiaConcreta in cui i vari assessori delle giunte Maroni e Formigoni irridevano o insultavano i comitati dei pendolari, colpevoli di segnalare i crescenti problemi dell'azienda Trenord e di chiedere alle stesse istituzioni elette dai cittadini lombardi di intervenire per correggere le storture dell'azienda che loro stesse avevano creato.



Sono due i dati da incrociare per capire perché Attilio Fontana, presidente della Regione, ha deciso di separare la gestione delle linee ferroviarie lombarde oggi unificate sotto l’egida di Trenord. E gli stessi dati restituiscono anche indicazioni decisamente plausibili su come si concretizzerà la spartizione delle linee, su chi gestirà cosa. La partita è tra la Regione, che controlla il gruppo Ferrovie Nord Milano (FNM), socio al 50% di Trenord, e il gruppo Ferrovie dello Stato (FS), che controlla Trenitalia, a sua volta socia di Trenord al 50%. Lunedì il faccia a faccia decisivo tra Fontana e Renato Mazzoncini, amministratore delegato delle FS. La scelta, però, è già emersa: stop alla gestione unica del servizio, alcune linee saranno di competenza regionale, altre di competenza delle Ferrovie dello Stato. Quello che non è ancora emerso è quali linee si terrà la Regione tra le 40 sulle quali Trenord fa viaggiare i propri treni. Per capirlo bisogna prendere in mano - primo dato - la fotografia attuale della rete lombarda, che non è tutta gestita da Rete Ferroviaria Italiana (RFI), società della galassia FS. Con tutta probabilità Palazzo Lombardia gestirà per proprio conto 5 linee: la Laveno-Varese-Saronno-Milano, la Como-Saronno-Milano, la Novara-Saronno-Milano, la Asso-Seveso-Milano e la Brescia-Iseo-Edolo. In totale 110mila passeggeri al giorno. Perché proprio queste? Spiegazione numero uno: perché i treni di queste linee corrono già sulla parte di rete di competenza delle Ferrovie Nord.

A queste 5 linee la Regione vuole aggiungerne altre: quelle del passante ferroviario (le cosiddette linee “S”) e la linea che collega Milano all’aeroporto di Malpensa. Desiderio destinato ad avverarsi? Almeno in parte sì. Le linee S1, S3 ed S12 (Saranno-Milano-Lodi) così come la S2 e la S4 (Mariano-Camnago-Seveso-Milano), la S9 (Saronno-Seregno-Milano-Albairate), la S10 (Malpensa-Varese-Mendrisio-Como) e la S13 (Alessandria-Voghera-Pavia-Milano) viaggiano lungo la rete mista, per alcuni tratti di competenza di FNM e per altri di RFI. Qui una trattativa tra la Regione e le FS non è solo possibile ma semplicemente necessaria. Dato nel dato, le linee particolarmente remunerative tra quelle del passante ferroviario sono tre: la S1, la S5 e la S6. Solo la prima giace sulla rete mista, le altre due sono invece su rete RFI. Su rete mista si muove anche l’altra linea particolarmente remunerativa del sistema ferroviario lombardo: la Milano-Malpensa. In sintesi, il regime dei “separati in casa” farà traslocare a Palazzo Lombardia, stanza “Ferrovie Nord”, la gestione diretta di 10-11 linee sulle 40 oggi coperte da Trenord. Le altre sono tutte su rete RFI e, quindi, sotto l’ala delle FS. Del resto, oltre ai binari servono i depositi ove ricoverare i treni. E le Ferrovie Nord ne hanno 3 su 6, quelli di Novate Milanese, Camnago e Iseo (Brescia)

La particolarità delle linee appena citate non è solo quella di correre su una rete gestita interamente, o parzialmente, da Ferrovie Nord anziché da RFI, gestore decisamente prevalente, dal respiro nazionale. L’altra particolarità di queste tratte sta tra i dati anagrafici dei treni che le servono. La situazione del parco mezzi di Trenord è critica sotto questo punto di vista. Il 51% delle carrozze che ogni giorno compongono i 303 treni di Trenord denuncia 35 anni o più di servizio: una su due. Le linee sulle quali viaggiano i convogli e le carrozze più datate (35 anni o più di servizio) sono 17 sulle 40 complessive. Bene, nessuna di queste 17 linee è tra quelle che viaggiano su rete Ferrovie Nord, nessuna di queste 17 linee è tra quelle di cui la Regione si accollerà, con ogni probabilità, la gestione diretta. Su nessuna di queste il progetto della Regione prevede che sia la Regione a doverci mettere la faccia. Eccolo, allora, il movente della controproposta avanzata da Fontana e dalla Regione a Mazzoncini e alle FS. Eccolo il movente del ritorno alla gestione separata delle linee e dei servizi annessi. Alle FS si lascierà la parte più vetusta del parco mezzi di Trenord e le linee più critiche perché servite dal parco mezzi più vetusto. Mezzi e linee sulle quali, a separazione avvenuta, la Regione non sarà più costretta a metterci la faccia. Altro discorso vale per i pendolari, per i cittadini: c’è il rischio che lungo la strada ferrata nascano due Lombardie diverse. O, detto altrimenti, c’è il rischio di una Lombardia a due velocità. In senso letterale.
Ecco quindi rivelati i veri interessi di Fontana Attilio e della Lega Nord: per loro, non si tratta di fornire un servizio di trasporto ferroviario pubblico ai cittadini lombardi, ma piuttosto di garantire l'intoccabilità del feudo di FNM e Trenord, infarcito non a caso di dirigenti in quota Lega Nord, garantendo a queste due aziende pubbliche di lavorare dove solo il profitto è sicuro, con la sola spesa dei soldi della Regione Lombardia (per treni e infrastrutture), in modo tale che l'incompetenza dei dirigenti che ha condotto allo sfacelo attuale non possa più essere rilevata così facilmente, e nessun elettore si faccia sorgere il dubbio che forse la Lega Nord dovrebbe spiegare le nomine fatte.

Nella giornata di lunedì 9 luglio 2018, tre treni sono cancellati dalla linea per Verona, come se nulla fosse. Il treno 2085  delle 21:55 viene cancellato alle 16:25, cioè con più di cinque ore di anticipo.
Il treno 2083  delle 20:25 viene cancellato alle 15:30, cioè con quasi cinque ore di anticipo.
Il treno 2078  delle 17:45 viene cancellato alle 12:00, cioè con cinque ore e tre quarti di anticipo.

Ma, naturalmente, il fatto che l'azienda Trenord si trovi a corto di personale, dopo aver fatto ricorso per anni a continui straordinari del suo organico sottodimensionato, per il signor Fontana Attilio e per FNM (che appartiene alla Regione Lombardia) è cosa più che normale: l'unico problema da risolvere è garantire il profitto all'azienda Trenord. Di garantire il servizio ai cittadini, imponendo all'azienda pubblica di acquisire per tempo il personale necessario per erogarlo, non se ne parla.



sabato 7 luglio 2018

6 luglio: sciopero del personale ferroviario della Lombardia. Trenord eroga la solita marea di disservizi, ma si vanta di questo fatto, come se dicesse "Non serve che il personale scioperi: ci pensiamo già noi a non erogare il servizio".

Venerdì 6 luglio 2018: Trenord avverte che "alcune organizzazioni sindacali" hanno proclamato uno sciopero dalle 9 alle 17 che interessa il trasporto ferroviario regionale.
Il servizio ferroviario regionale potrebbe subire ritardi, variazioni e/o cancellazioni.

Viaggeranno i treni in partenza prima delle 9:00 e con arrivo a destinazione prima delle 10:00. 

Il treno 10464 Cremona-Treviglio delle 7:41 viaggia con 15 minuti di ritardo a causa di un guasto a un altro treno.

Rientra nei parametri dello sciopero? No.
Il disservizio è uno dei "potrebbe"? Sì.
E' lo stesso disservizio di tutti i giorni senza scioperi? Sì.




Alle 8:35, si rende noto che il treno 23013 Varese-Treviglio delle 6:43 ha 14 minuti di ritardo per guasto agli impianti di circolazione di competenza di RFI.
Alle 8:32, si rendeva noto che sempre il già menzionato treno 23013 Varese-Treviglio delle 6:43 ha 14 minuti di ritardo per guasto a un altro treno.

Il treno 23016 Varese-Treviglio è cancellato alla stazione di Milano Certosa.
Rientra nei parametri dello sciopero? Sì
E' lo stesso disservizio di tutti i giorni senza scioperi? Sì.

Il treno 23008 Treviglio-Varese delle 6:43 ha 14 minuti di ritardo per guasto momentaneo agli impianti di circolazione di competenza di RFI.

Il treno 23009 Varese-Treviglio è cancellato alla stazione di Milano Certosa.
Rientra nei parametri dello sciopero? Sì
E' lo stesso disservizio di tutti i giorni senza scioperi? Sì.

Il treno 10905 MilanoGrecoPirelli-Brescia delle 7:52 ha 20 minuti di ritardo per guasto al treno.

Rientra nei parametri dello sciopero? No.
Il disservizio è uno dei "potrebbe"? Sì.
E' lo stesso disservizio di tutti i giorni senza scioperi? Sì.

Il treno 10910 Brescia-SestoSGiovanni delle 7:44 è cancellato.

Rientra nei parametri dello sciopero? No.
Il disservizio è uno dei "potrebbe"? Sì.
E' lo stesso disservizio di tutti i giorni senza scioperi? Sì.

Il treno 4897 Brescia-VeronaPortaNuova delle 7:57 è cancellato.

Rientra nei parametri dello sciopero? No.
Il disservizio è uno dei "potrebbe"? Sì.
E' lo stesso disservizio di tutti i giorni senza scioperi? Sì.


l treno 10611 Novara-Treviglio delle 6:48 ha 13 minuti di ritardo per ritardi di altri treni.

Rientra nei parametri dello sciopero? No.
Il disservizio è uno dei "potrebbe"? Sì.
E' lo stesso disservizio di tutti i giorni senza scioperi? Sì.

I treni 23003 MilanoCertosa-Treviglio e 23010 delle 5:48 e delle 7:10 sono cancellato per guasto al treno.

Rientra nei parametri dello sciopero? No.
Il disservizio è uno dei "potrebbe"? Sì.
E' lo stesso disservizio di tutti i giorni senza scioperi? Sì.

Tutto ciò accade ancor prima che lo sciopero abbia inizio.

Eppure.
Dopo che le organizzazioni dei lavoratori avevano parlato di 70-80% di convogli cancellati, Trenord replica che «alle 12 sull’ intera rete lombarda stanno circolando 2/3 dei treni programmati. Tutte le linee sono servite. Il 90% dei treni in circolazione viaggia puntuale». 
Trenord ha il coraggio di vantare cifre che sono quelle del suo disastro quotidiano abituale come se fossero una vittoria.

BusinessInsider e l'Eco di Bergamo dedicano un'analisi a cosa ne sarà di Trenord (e dei pendolari lombardi) dopo lunedì 9 luglio 2018.
Le risposte sono ovvie.
I  pendolari saranno lasciati a loro stessi dalla giunta della regione Lombardia, cosa che accade regolarmente da anni.
Trenitalia, famosa per i treni incredibilmente schifosi della Bologna-Milano e per i ritardi mostruosi dei treni schifosi della Torino-Milano, farà ulteriore scempio del servizio regionale lombardo per fare spazio ai FrecciaRossa.


Capolinea per Trenord tra disagi e confusione
Dopo 7 anni di difficile matrimonio, preceduto pure da un anno e mezzo di fidanzamento, Fnm e Trenitalia sono pronte alla separazione. È la fine di Trenord, in sostanza è come se l’orologio tornasse indietro di 10 anni o giù di lì, e dal punto di vista del servizio non è che le cose in effetti siano granché diverse. Si dirà che il numero delle corse nel frattempo è aumentato e in alcune tratte è probabilmente vero, ma i tempi di percorrenza sono ancora (drammaticamente) quelli di prima: indegni.
 il clima in Trenord è da «liberi tutti»: ritardi in serie, cancellazioni (anche preventive) a raffica, servizio in tilt ad ogni temporale degno di tal nome, livello generale del materiale rotabile pessimo e - dulcis in fundo - uno sciopero oggi dalle 9 alle 17 dopo l’ennesimo scontro tra azienda e sindacati. Il motivo? Le troppe assenze che porterebbero (secondo l’azienda) alla soppressione di una cinquantina di corse al giorno. L’ennesimo segnale di una situazione ormai fuori controllo.
Se addio sarà, a Fnm (di proprietà della Regione) torneranno i suoi 300 km di linee ferroviarie, a Rfi i restanti 1900 dove il servizio sarà appannaggio di Trenitalia. In sostanza tutte le linee bergamasche.
una delle ragioni del fallimento di quello che sarebbe dovuto essere il federalismo ferroviario, l’impossibilità della Regione di giocare il duplice (e contemporaneo) ruolo di controllore e gestore del servizio, in tandem con le Ferrovie. Un’anomalia più volte messa in evidenza.
Anche l’assetto societario paritario alla lunga si è dimostrato una palla al piede per le necessità di ammodernamento della rete e del materiale rotabile di quella che con i suoi quasi 750 mila viaggiatori al giorno resta la regione che più di tutte usa il treno. E lo userebbe ancora di più se il servizio fosse davvero all’altezza: lo conferma il + 31,5% di viaggiatori dal 2009 ad oggi, proprio l’arco di tempo che ha visto Trenord sui binari.
Ma se in una società alla pari è già molto difficile prendere decisioni se non totalmente condivise, è praticamente impossibile costringere ad investire chi non vuole farlo. Almeno in queste condizioni. Prova ne è il fatto che Trenitalia ha recentemente subordinato un investimento da 1,6 miliardi (ovvero 161 nuovi treni) all’acquisizione di un 1% di azioni Trenord in mano a Fnm, quota sufficiente a far pendere l’ago della bilancia dalla sua parte.
Un ritorno al passato, quando, prima della costituzione di Trenord per volontà dell’allora presidente Formigoni, LeNord (controllata di Fnm) gestiva 330 km di rete, il 13% di quello che oggi gestisce Trenord e Trenitalia il resto. «Adesso la ripartizione a cui stiamo pensando per linee differenti, precisa e senza sovrapposizioni, è grosso modo il 45% Fnm e il 55% Trenitalia», ha continuato Bonomi. «A parole – ha concluso – Trenitalia è d’accordo, ma adesso dobbiamo passare dalle parole ai contratti, che è la cosa più difficile».
Il piano prevedrebbe che Trenord resti nelle mani di Regione Lombardia tramite Fnm e che concentri gli investimenti del Pirellone nel 45% della rete ferroviaria regionale.
«Per perfezionare tutto ci vorranno almeno un paio di mesi, perché la Regione come ente regolatore deve andare a stipulare due contratti di servizio differenti. Anche, e questa è una cosa fondamentale, sotto l’egida dell’Autority per i trasporti», ha aggiunto Bonomi.
venendo meno la società titolare del contratto di servizio – che era stato prolungato senza gara dal Pirellone nel 2015, suscitando le ire dell’Anac -,  in teoria si dovrebbero fare due gare competitive, allargate a tutte lo società europee.
Marco Ponti, già professore di economia dei trasporti al Politecnico di Milano, per il quale il divorzio dei due soci non porterà alcun vantaggio agli utenti: «si tratta di due pessime opzioni. I pendolari avranno solo l’imbarazzo del cappio al quale appendersi».
Per Ponti, infatti, né Fontana né Mazzoncini faranno le gare, continuando ad agire in un doppio monopolio.
Dario Balotta: «dopo sette anni la spesa pubblica per ogni chilometro percorso dai treni lombardi è aumentata, fino a raggiungere il miliardo di euro l’anno, mentre gli automobilisti pendolari sono cresciuti più dei viaggiatori delle ferrovie, con la qualità del servizio in caduta libera. Le promesse economie di scala, di rete e di scopo si sono presto rivelate diseconomie che hanno peggiorato i servizi».
Fs ora avrà mano libera: potrà utilizzare a piene mani le sovvenzioni pubbliche per rinnovare la rete gestita da Rfi e portare in Lombardia, ma solo sulle sue tratte, i nuovi treni Hitachi e Alstom; ne ha ordinati 450 nel 2016 per oltre 4,5 miliardi di spesa.
I primi treni nuovi in Lombardia dovrebbero arrivare già nel 2019, contro il 2022, anno di arrivo previsto per i nuovi convogli ordinati dal Pirellone.
E forse questo è l’unico punto positivo del divorzio: fino a oggi, infatti, ai pendolari lombardi Trenitalia ha rifilato materiali vetusti e scadenti, treni che Trenord doveva affittare da Fs a canoni molto onerosi, in base al contratto di servizio. Col risultato che la società pubblica pagava caro per avere mezzi vecchi che si rompevano.
Con la separazione, Mazzoncini (ammesso che resti al suo posto) potrà sfoggiare i convogli Jazz e Rock e dimostrare che le pessime performance di Trenord non dipendevano dai manager scelti da Trenitalia. 

giovedì 5 luglio 2018

5 e 6 luglio 2018: dove sono finiti i costosi Vivalto comprati dalla regione Lombardia nel 2017? Sono di nuovo guasti, e Trenord li sostituisce con catorci invece che manutenerli.#LOmba

Giovedì 5 luglio 2018.
Anche oggi si assiste alla vergognosa dimostrazione di incapacità e disorganizzazione delle aziende ferroviarie di Trenord e di RFI, prodotto delle politiche della Lega Nord di Maroni Roberto e Sorte Alessandro, e del PD di Renzi Matteo Renzi e Delrio Graziano (anche solo per l'ignavia con cui hanno gestito ciò che competeva loro, preferendo rincorrere le sirene del profitto privatistico in strutture statali).

#LombardiaConcreta
Alla stazione di Treviglio, RFI annuncia il treno 10456 Cremona-Milano delle 7:22 come in arrivo e in orario.
Alle 7:30, dopo che un altro treno per Milano è arrivato e ripartito, RFI annuncia che il treno 10456 è in ritardo. Sugli schermi, RFI precisa che il 10456 è in ritardo di 15 minuti. RFI lo rende noto con 8 minuti di ritardi rispetto al suo annuncio precedente di "treno in arrivo".
Il ritardo del treno è tale che molti pendolari scelgono di attendere il treno 2090 per Milano Centrale delle 7:33.
Non appena il 10456 riparte, RFI rende noto che il treno 2090 è in ritardo di 5 minuti.

#LombardiaConcreta
Quando arriva, il treno 2090 è un catorcio peggiore del solito, composto solo da carrozze a un piano. Tutti i posti a sedere sono occupati, e la massa di pendolari che sale satura gli spazi in piedi, ed è costretta ad assieparsi dove la climatizzazione non funziona: infatti, essendo questa una mattinata piovosa e fredda, le carrozze del 2090 hanno la climatizzazione al massimo, e un gelo polare si abbatte sui passeggeri.
Come se non bastasse dover viaggiare in piedi, schiacciati gli uni contro gli altri, i pendolari subiscono anche un peggioramento del ritardo: il 2090 cumula 9 minuti di ritardo.

Sarebbe bastato che RFI e Trenord comunicassero tempestivamente ogni ritardo, per consentire ai pendolari di scegliere un treno alternativo, magari impiegando qualche minuto in più, ma evitando ritardi enormi e soprattutto un viaggio più simile a una tortura.

Sempre sulla linea Verona-Brescia-Milano, Trenord continua a non erogare servizi senza dare spiegazioni.
Treno 10911 SestoSGiovanni-Brescia delle 13:46: cancellato fino a Milano Greco Pirelli, già alle 8:02.
Treni 10901 e 10910: cancellati perchè Trenord non assume personale nè adotta misure per proteggere i convogli da atti vandalici.
Una precisazione: i convogli sono affidati a Trenord perchè li usi per erogare il trasporto pubblico, ma appartengono alla regione Lombardia; ovviamente la giunta della Lega Nord si guarda bene dal pretendere che Trenord abbia cura del materiale di proprietà pubblica che le viene affidato; e Trenord si ritiene autorizzata a sfruttare questi convogli anche per iniziative puramente commerciali e a scopo di profitto (con conseguente di ricchi bonus per la dirigenza), come i "treni per il mare" o "per un concerto", anche se magari per il resto di quello stesso periodo non li usa per erogare il dovuto servizio pubblico ai pendolari.

Sulle linee suburbane di Treviglio, i treni continuano a guastarsi. L'ignavia di Trenord è tale da riuscire a far guastare un treno per ognuna delle due linee, nella stessa fascia oraria.
Treno 23013: ritardo di 13 minuti per guasto al treno.
Treno 10610: cancellato fino a Milano Certosa per guasto al treno.


Nella serata, il treno 2077 MilanoCentrale-Verona delle 17:25 non è guasto, non è in ritardo, non è un catorcio.
Ma, quando esce dalla stazione di Milano Centrale, viene "messo in buca" da RFI, e accumula 11 minuti di ritardo. Il capotreno non fornisce nessuna informazione in merito.
Il sito di Trenord parla dell'esigenza di dare la precedenza ad altri treni: ma quali treni devono avere la precedenza su un treno in orario? E perchè?
Le istituzioni della Lombardia, guidate dalla Lega Nord, non hanno mai detto una parola, in merito.
L'ex ministro delle infrastrutture e dei trasporti Delrio Graziano, in quota PD e quindi insofferente dei problemi dei ceti medio bassi come per esempio le miserie del trasporto pubblico, faceva il tifo per gente come Moretti Mauro, condannato per la strage ferroviaria di Viareggio.
Riusciremo ad avere una risposta dall'attuale ministro Toninelli Danilo, che se non altro ha messo in dubbio l'utilità della rete ad Alta Velocità, e cioè la rete i cui treni godono non dichiaratamente della precedenza sul trasporto regionale, quando devono accedere alla stazione di Milano Centrale?