sabato 25 febbraio 2017

Rapporto ufficiale sui disservizi ferroviari lombardi del 2015. Un momento. 2015? Ce la siamo presa comoda.

Lunedì 20 febbraio 2017, alla stazione di Treviglio, il treno 10456 delle 7:22 sta arrivando al binario in orario, ma misteriosamente lo schermo sul marciapiedi è completamente privo di informazioni in merito. I passeggeri abituali, cioè i pendolari, sono ovviamente già in attesa al posto giusto, ma che ne sarà dei passeggeri occasionali, che secondo l'illuminato presidente di FNM Gibelli Andrea sono la maggioranza dei viaggiatori?
Alla stazione di Milano Lambrate, il treno 2077 delle 7:39 arriva invece alle 7:46, con un ritardo di 7 minuti.

Martedì 22 febbraio, il treno 2090 da Brescia per Milano Centrale arriva con 5 minuti di ritardo, senza spiegazione.
Anche mercoledì 23 febbraio 2017, lo stesso treno 2090 ha con 5 minuti di ritardo, senza spiegazione.
Alle 17:25, il treno 2077 Milano C.le-Verona Porta Nuova è saturo.

Giovedì 23 febbraio, alla stazione di Treviglio, il treno 10456 delle 7:22 arriva con 5 minuti di ritardo.
Il treno 10906 delle 7:28 per Milano Greco Pirelli è cancellato, senza spiegazione.
Alle 17:25, il treno 2077 Milano C.le-Verona Porta Nuova è nuovamente saturo, e arriva a Treviglio con 5 minuti di ritardo.

 Venerdì 24 febbraio, il treno 2290 da Bologna per Milano Centrale arriva con 18 minuti di ritardo.
Il treno Milano C.le-Verona Porta Nuova delle 18:25 è saturo fino all'inverosimile, con passeggeri seduti sui braccioli o sopra i propri bagagli, forse anche perchè il treno delle 18:15 per Brescia, che riduceva il suo carico, è stato anticipato alle 17:56, il che costringe i pendolari ad ammassarsi sul Verona stesso, dato che i lavoratori, a differenza di quanto fanno Trenitalia e Trenord col servizio ferroviario pubblico, non possono permettersi di decidere il proprio orario di uscita dal lavoro.
Certamente il portavoce lombardo delle aziende Trenitalia e Trenord, cioè Sorte Alessandro, risponderebbe di aver aggiunto un'ulteriore corsa intorno alle 19:00. Come se a chi esce dal lavoro verso le 18:00 facesse piacere attendere un'ora prima di partire per tornare a casa.
E, tornando per l'ennesima volta a citare 1984 di Orwell, bisognerebbe anche osservare che, fino a non molti anni fa, dalla stazione di Milano Centrale partivano due treni all'ora verso Brescia e verso Verona, finchè Trenitalia/Trenord non ha deciso di rimuovere il primo dei due (o di spostarne l'orario). E i treni per Bergamo in partenza da questa stessa stazione fermavano anche a Treviglio Ovest, cosa che non accade più. E, al mattino, i treni da Cremona per Milano Centrale nella fascia pendolare ne avevano almeno uno in più (che ora termina la propria corsa a Treviglio).
Le "nuove" corse annunciate di recente, e vantate da Sorte come un grande traguardo, quasi un regalo che costui fa ai pendolari (pagato con i soldi delle tasse dei cittadini), sono in realtà solamente corse ripristinate: un servizio dovuto da Trenitalia e Trenord, che campano di denaro pubblico e sono proprietà dello Stato, e di certo non dovrebbero fare resistenza alle richieste delle istituzioni per fornire il servizio pubblico necessario.
Ma tant'è, come la razione quotidiana di cioccolato di 1984, ieri era di 5 grammi, ma oggi è salita a 4.

Questa settimana è quindi la prima settimana, dall'inizio dell'anno 2017, in cui il servizio ferroviario Verona-Brescia-Milano non abbia elargito prestazioni degne di un paese sottosviluppato. Se si compara questo fatto con le affermazioni fatte da gente come Delrio, Mazzoncini, Sorte, Maroni eccetera negli ultimi mesi, il risultato è ancora più miserevole.
Non resta che vedere se questo recupero (che ci porta comunque a un livello ancora seriamente insufficiente) si manterrà tale nelle settimane a venire.

L'Eco di Bergamo riferisce di un "bonus" per l'abbonamento ferroviario delle linee di cui abbiamo parlato in questi mesi, che sono state letteralmente tempestate di disservizi ogni giorno, dai treni guasti ai ritardi a causa di passaggi a livello guasti, dai guasti agli impianti delle stazioni ai treni saturi o con carrozze inagibili, senza trascurare la quasi totale mancanza di informazioni per i passeggeri al verificarsi del disservizio, e il personale irreperibile e a sua volta tenuto all'oscuro della situazione.


La Lecco-Bergamo-Brescia, in particolare, è tra le linee più presenti nella lista «nera» dell’affidabilità.
Proprio nei giorni scorsi sono stati annunciati interventi strutturali per cercare di migliorare il trasporto su ferro.
La provincia di Bergamo è tra le aree in cui sono previsti più investimenti per rendere i collegamenti sempre più veloci e affidabili.

Ovviamente la frase collegamenti sempre più veloci e affidabili è stata copiata da un comunicato stampa delle società del Gruppo FS, dato che il trasporto ferroviario lombardo non ha nulla di "veloce" o "affidabile".

Una frase onesta sarebbe infatti stata "meno lenti e meno inaffidabili", come si desume anche da questa notizia data da MetroNews, che conferma lo scandalo in corso in Lombardia da un gran numero di anni, e cioè la "politicizzazione" della dirigenza di Trenord/FNM da parte della Lega Nord (e dei suoi alleati del centrodestra di epoca Formigoni), con conseguente complicità nel nascondere la malagestione della malaferrovia da parte di queste aziende (e della stessa Trenitalia, comproprietaria di Trenord).
In che altro modo, infatti, si può spiegare il ritardo di 5 anni da parte delle giunte regionali lombarde nel fornire i dati sul funzionamento delle ferrovie lombarde?
E come spiegare il fatto che, da parte delle istituzioni lombarde, non arrivi l'ordine di includere nelle statistiche anche i treni che si guastano durante il tragitto, e vengono poi cancellati?
Com'è possibile accettare che Trenord non consideri questi treni nelle statistiche delle corse cancellate? A fronte dello sfacelo degli ultimi mesi, con guasti all'ordine del giorno e soppressioni e disagi e ritardi a ogni ora, uno spettatore esterno ne trae l'impressione che qualcuno voglia favorire Trenord e FNM, a discapito dei passeggeri e dei cittadini da cui è stato eletto e di cui deve fare gli interessi.
A fronte di questa scelta, com'è possibile che l'asssessore alla mobilità abbia decido di scrivere questo rapporto usando i dati forniti dalla stessa Trenord, senza nessun riscontro oggettivo da un organismo indipendente? Le continue segnalazioni dei comitati dei pendolari, nati proprio per combattere il muro di omertà che Trenord erige intorno al proprio non-servizio, non vengono proprio considerate dall'assessore Sorte? E perchè?
Per completare l'elenco di prove della malafede delle aziende e delle istituzioni coinvolte, ecco che, ancora una volta, in questo documento si fa il confronto con l'anno dei disservizi massimi, il 2014, cercando quindi di spacciare il 2015 come un miglioramento, quando invece è come dire che nell'inferno della mitologia cristiana la temperatura è scesa da 200 a 190 gradi centigradi.

L’indice di puntualità entro i 5 minuti si è infatti attestato all’84%, quando, secondo il Contratto di servizio, doveva essere del 95%.
Il dato positivo è che nello stesso anno, le soppressioni medie giornaliere sono state 52, il 30% in meno rispetto al 2014, tuttavia il numero non tiene conto di tutti i convogli che sono partiti, ma non sono mai arrivati, visto che Trenord considera “soppressi” solo i treni che non iniziano le corse e non quelli che interrompono il viaggio anche solo dopo una stazione.

Sempre nel 2015 nel 65% delle stazioni non è stato possibile comprare un biglietto, mentre il 60% delle stesse è risultata inagibile per i disabili.
E, anche qualora il disabile fosse riuscito a superare le barriere, non è detto che sia salito sul treno, visto che solo il 36% dei convogli potevano accoglierlo.

Un ritratto impietoso
È il ritratto desolante che emerge dalla relazione del Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione del Pirellone, il quale ha promosso il “Rapporto sullo Stato della rete ferroviaria e del servizio ferroviario regionale per l’anno 2015” predisposto dall’Assessorato ai Trasporti.
In pratica il Comitato ha letto il documento preparato dall’assessore Sorte su Trenord e lo ha detto ok.
Ma Sorte, essendo il proprietario di Trenord, ha fatto un’indagine sulla propria società.
Non solo, per scriverla, ha usato i dati forniti da Trenord.

«5 anni di ritardo»
«Non ci è stato possibile fare alcuna valutazione comparativa», si è lamentata la consigliera Pd, Laura Barzaghi, «perché quello presentato ieri è stato il primo documento preparato dalla Regione, sebbene la legge ne prevedesse uno all’anno fin dal 2012».
Per le opposizioni mancavano anchei dati sui ritardi, sicurezza e atti vandalici.
Insomma, se è apprezzabile che Sorte abbia scritto il Rapporto, pur con 5 anni di ritardo, sono in molti a chiedere che il prossimo sia più completo e indipendente.

domenica 19 febbraio 2017

Siccome non basta il danno del disservizio ferroviario...

...prendiamoci anche la beffa di vedere come si divertono a spendere i nostri soldi per produrre l'inutile e regalarlo.


Una qualche società del Gruppo Ferrovie dello Stato continua a pubblicare la rivista gratuita (tale perchè inutile) "Note".
Con quali soldi, ci chiediamo? La manutenzione degli impianti ferroviari non viene fatta, le scorte di ricambi per i treni si esauriscono, le informazioni nelle stazioni vengono fornite a caso, i treni "nuovi" vengono annunciati da anni ma non si vedono mai in pista, i ritardi per ogni genere di causa sono all'ordine del giorno. Però ci sono i soldi per pagare un'intera redazione che produce una rivista inutile che non fornisce alcun servizio, specialmente a chi arriva in stazione e non trova il treno, o deve attendere ore per arrivare a destinazione su tratte di lunghezza infima.

Il paternalismo dell'editoriale di questa rivista propagandistica che celebra un mondo ferroviario perfetto a noi sconosciuto, è imbarazzante, così come le "precisazioni" che secondo lo scrivente (chi è?) servono per fare chiarezza sulle notizie relative ai 10 anni in cui Trenitalia ha truffato i pendolari interregionali applicando un algoritmo che aumentava i prezzi dell'abbonamento.
Che chiarezza ha mai fatto l'articolista con questo editoriale di "Note"? In esso si precisa che "le competenze di programmazione e finanziamento dei servizi sono state trasferite agli enti locali": e quindi? In sostanza, che differenza comporta, dato che è sempre Trenitalia a incassare soldi non dovuti? Forse il fatto che la regione Lombardia si serva di Trenord cambia qualcosa? L'articolista non ci vuole informare del fatto che Trenord, comunque, appartiene per metà a Trenitalia? E l'articolista non ci spiega come mai, se le competenze sono di altri, è stata Trenitalia ad affrontare l'argomento dell'algoritmo errato, con dichiarazioni pubbliche e comunicati stampa in cui precisa di voler correggere i prezzi, ma anche di esigere la differenza dallo Stato o dalle Regioni (in entrambi i casi, sempre di soldi pubblici si tratta)?
Come mai l'articolista sente il bisogno di chiarire aspetti che non erano in discussione e che non cambiano la realtà dei fatti di Trenitalia che per anni ha usato un algoritmo di calcolo fraudolento, nonostante le proteste dei viaggiatori?
L'articolista ci tiene anche a chiarire che due terzi del trasporto regionale sono pagati dai soldi pubblici, e un terzo dai ricavi di biglietti e abbonamenti.
E quindi questo rende qualcosa meno fraudolento?
A parte che i "soldi pubblici" sono sempre quelli delle tasse dei cittadini, l'unica differenza è che questi "soldi pubblici" dovranno aumentare, a causa della riduzione dei ricavi (fraudolenti) di biglietti e abbonamenti. Ma in definitiva, saranno sempre i cittadini a pagare. E quindi a cosa serve questa precisazione?
Perchè l'articolista non spiega come mai, nonostante tutti questi soldi pubblici, i treni regionali vanno a pezzi e il disservizio impera, ma il Gruppo Ferrovie Dello Stato (che possiede Trenitalia che possiede gran parte del trasporto regionale) butta via denaro per pubblicare riviste gratuite con contenuti quasi tutti slegati dall'argomento ferroviario, vacui, ridondanti, e facilmente reperibili da altre fonti in una società iper-connessa come la nostra?
L'articolista cita infine l'interlocuzione proficua e rispettosa tra Trenitalia e Regioni.  E' uno scherzo, vero?
Ecco un esempio di queste interlocuzione: la società (a controllo pubblico) di Trenitalia ha deciso mesi fa di sopprimere i FrecciaBianca Brescia-Milano perchè "non redditizi", e ha ripetutamente disertato i patetici incontri con la giunta regionale lombarda di Maroni Roberto per discutere di questa soppressione di servizio pubblico. Trenitalia ha imposto questa decisione unilateralmente, inseguendo il mercato e infischiandosene del servizio pubblico ai cittadini e all'ambiente, e ha lasciato come sola alternativa i costosissimi FrecciaRossa o il trasporto regionale notoriamente saturo.

A pagina 39, la rivista celebra un nuovo modello di treno per pendolari, sprecando una quantità di aggettivi e definizioni tanto retoriche quanto inutili ai fini delle informazioni sugli aspetti pratici, esibendosi in una strategia di comunicazione che sembra presa di peso dal dizionario tascabile della retorica dozzinale di Renzi Matteo (lo stesso dizionario che il bulletto fiorentino usava per i suoi Tweet prima di essere bocciato dal referendum sulla riforma della Costituzione Italiana).
Sì, nell'articolo è indicato il numero di posti a sedere, ma sarebbe interessante conoscere gli orari in cui si pensa di impiegare questo modello di treno, e soprattutto se il numero di posti è compatibile coi numeri dei passeggeri delle ore di punta (il precedente del treno Milano C.le-Verona delle 16.25, con due convogli concatenati in quanto da soliti del tutto insufficienti, è assai illuminante sulla lungimiranza di Trenitalia).
E a proposito, oh, guardate: in questo articolo, è Trenitalia a parlarne, nonostante trenta pagine prime ci si affrettasse a precisare quanto essa non abbia a che fare col trasporto dei pendolari su cui per dieci anni ha lucrato illegittimamente.
Più si prosegue con la lettura, e più si assiste a un imbarazzante inno al superfluo e all'inutile, dove gli aspetti fondamentali del trasporto ferroviario vengono bellamente ignorati, nonostante la cronaca e la realtà di ogni giorno pesino con forza sui passeggeri (ma non sui dirigenti).
Si dice che il nuovo modello di treno sarà in circolazione (dove? In che numero?) nel 2019 (campa cavallo), ma i pendolari stanno ancora aspettando i nuovi treni annunciati nel 2015.
Per quella fumosa data del 2019, che genere di formazione sarà stata fatta al personale?
Come non accade nel caso dei Vivalto e Coradia, il personale sarà stato preparato per affrontare e risolvere i guasti di questi mezzi iper-tecnologici? E i ricambi saranno disponibili? Dove verranno realizzati i treni, dato che Hitachi e Ansaldo ora sono socie?
Nulla del genere viene spiegato, perchè l'articolista è pagato solo per incensare il lavoro di Trenitalia, e mettere una grande enfasi sugli aspetti ipertecnologici e marginali del treno stesso, del tutto irrilevanti per l'efficienza del servizio e la riduzione dei tempi, sommergendoci con terminologia giovanilistica e modaiola tipica delle chiacchiere di Renzi Matteo, partendo dalla stupidità dell'entusiasmo per il nome del treno e arrivando a vantare come una cosa incredibile la presenza di uno spazio bagagli sotto i sedili.
Poi, nella pratica, il personale di bordo di questa meraviglia sarà come quello di tutti gli altri treni: impreparato a gestire guasti e ritardi, disinformato, disinteressato a informare i passeggeri, e assai sgarbato nello rispondere.

Ma, ehi, il treno ha un cretinissimo nome inglese alla moda di cui tutta Trenitalia è entusiasta, e questa energia compensa tutte le ore trascorse in attesa che il treno riparta, all'oscuro di tutto, in una carrozza gelida, mentre il tuo lavoro e i tuoi appuntamenti vanno in fumo.

Nella conclusione del'articolo, l'inconsistenza della cortina fumogena innalzata si rivela: questi convogli avranno solo due toilette, per esempio, quando invece un convoglio attuale ne ha una per carrozza; e si tratta di un treno dedicato alle aree urbane e alle città, il che equivale a dire "suburbano" o "passante ferroviario", alias il peggior metodo di trasporto per i pendolari che devono coprire lunghe distanze in tempi ragionevoli. E, infatti, non servirà le tratte dei pendolari che giungono da altre città: lì forse resteranno in funzione i treni scassati e perennemente guasti di cui i pendolari si lamentano da anni, mentre Trenitalia celebra altre cose fatte (sempre) altrove rispetto a dove imperversano i disservizi.

E la fregatura è servita. Peccato che per questo tipo di bufale (o fake news o post verità, come le chiamano oggi i virtuosi del soliloquio senza sostanza che serve solo a mistificare la popolazione) non esistano enti preposti a impartire salate multe: a quanto pare, secondo le istituzioni, è solo su internet che si diffondono le menzogne.

In un contesto del genere, si trova sicuramente benissimo il ministro alle infrastrutture e trasporti Delrio Graziano, di cui vale la pena di commentare il comportamento e la mentalità che emergono dalle sue dichiarazioni di un paio di giorni fa.


Ad un forum sui trasporti nella sede nazionale del Partito Democratico, il Ministro Graziano Delrio parla con il deputato dem Michele Meta, presidente della commissione Trasporti di Montecitorio, della situazione del partito e della possibile scissione.

Meta gli domanda di Renzi: “Lui si adopera per contrastare sta roba, Matteo?”. Replica Delrio: “Si è litigato di brutto perché non è che puoi trattare questa cosa qui come un passaggio normale. Cioè, tu devi far capire che piangi se si divide il Pd, non che te ne frega, chi se ne frega. Non ha fatto neanche una telefonata, su…come cazzo fai in una situazione del genere a non fare una telefonata?”
Da dove si può cominciare per commentare questa impressionante parata di mediocrità e doppiezza?

Forse dal fatto che Delrio, ministro renzianissimo del governo Renzi, ha smesso di essere renziano non appena Renzi è stato defenestrato per via del fallimento (per lui) del referendum sulla sua presuntuosa persona, spacciato per referendum sulla sua arrogante riforma della Costituzione.
Di colpo, Delrio dissente completamente dalla "filosofia" di Renzi, e ne è addirittura indignato. Il poveretto, in tutti gli anni in cui è stato al governo con Renzi, e lo ha sostenuto a spada tratta, non si è mai accorto che la filosofia di Renzi è proprio quel "chi se ne frega" che adesso lo indigna tanto; non ha mai notato che Renzi andava per la propria strada, infischiandosene degli altri, a partire dai cittadini e dai lavoratori, di cui ha calpestato i diritti in ogni modo; non si è reso conto di come il suo partito, il PD, abbia fatto di tutto per aggirare il risultato del referendum sull'acqua pubblica, "fregandose" della volontà popolare, e privatizzandone la gestione. 
Delrio se ne accorge solo adesso, con un ritardo notevole, che ci spinge a chiederci se fosse davvero il caso di affidare a persona così lenta il ministero che si occupa del servizio ferroviario italiano, già penosamente lento di suo.
Andando ulteriormente ad analizzare le parole di Delrio, ci si accorge anche che si tratta di un auspicio dell'ipocrisia come condotta di vita: "tu devi far capire che", infatti, significa che agli altri devi dare una certa impressione, per quanto a te non importi nulla. E' la stessa cosa che trapela infatti dalle dichiarazioni che Delrio ha avuto occasione di fare in merito al trasporto ferroviario, come quando ha inaugurato l'Alta Velocità  Brescia-Treviglio, assicurando in un servizio visto al TG3 che AV e trasporto pendolare si sarebbero dati una mano a vicenda, mentre su quella linea imperversavano ritardi e cancellazioni e guasti da mesi. O come quando, sempre al TG3, ha parlato del "trasporto regionale trascurato", e si è esibito in una smorfia comica, quasi gli scappasse da ridere (e "fregandosene" di ciò che questa frase significa ogni giorno per milioni di lavoratori).
Sicuramente, dalle prestazioni di Delrio, si capisce che costui si sta sforzando per mettere in pratica con diligenza la teoria della falsità che ha esposto al collega, allo scopo di manipolare le reazioni dell'interlocutore a proprio vantaggio (si tratti della minoranza PD o degli elettori). Però bisogna anche che Delrio si impegni per migliorare la recitazione, che tradisce la sua totale indifferenza; e magari potrebbe anche farsi scrivere testi migliori, perchè non può fare sempre affidamento sul fatto che gli italiani sono un popolo di pecore rimbambite da televisione e telefonini: prima o poi, ce n'è uno che si ricorda delle fesserie che hai detto. In altre parole, che magari Delrio capisce meglio: "ma come cazzo si fa" a fingere così male?
Come tocco finale di questa dissezione del cadavere ambulante che incarna perfettamente la mentalità del PD, ecco il dettaglio più imbarazzante: Delrio non si è nemmeno accorto di parlare a microfoni accesi e di essere inquadrato. Complimenti.

Ovviamente, l'articolo citato è de Il Fatto Quotidiano, per cui per definizione è di parte. E' quindi opportuno segnalare che la notizia è confermata da Huffington Post, che ha il suo angolino sulla pagina web di Repubblica.
E guarda un po', qui il giornalista si premura di precisare che, comunque, Delrio si è poi rimangiato le parole che credeva di aver confidato in privato: bisogna fare i complimenti a Delrio per la coerenza e il coraggio, ma anche al giornalista che ha voluto integrare la notizia data in precedenza.
Non è andata come quando Repubblica, per mettere in cattiva luce Luigi Di Maio, ha riportato uno stralcio di un suo messaggio di chat, facendogli dire una cosa vergognosa, quando invece Repubblica aveva a disposizione l'intera chat di Di Maio, nella quale la frase in questione aveva un significato opposto.
Chissà perchè c'è una differenza di pesi e misure, quando si parla del PD e del M5S?

venerdì 17 febbraio 2017

Lo scherzone dei treni in orario ma solo sugli schermi informativi


Nella mattinata di mercoledì 15 febbraio 2017, alla stazione di Treviglio i treni sono tutti in orario.
Il treno 10456 delle 7:23 arriva a Milano Lambrate alle 7:45, che non è l'ora esatta, ma è accettabile per la "coincidenza" 2160 delle 7:49 per Milano Centrale.
Anche alla stazione di Milano Lambrate i treni sono tutti in orario.
O meglio: gli schermi non riportano ritardi, eccetto il solito 10803 della linea per Bergamo, con 5 minuti di ritardo.
A un secondo esame, ci si accorge infatti che il treno 2272 da Parma per Milano Centrale delle 7:39 non ha ritardo (quindi è in orario), nonostante siano le 7:46.
E il citato treno 2160, che dovrebbe arrivare alle 7:49, non viene annunciato. E alle 7:54 non è ancora stato annunciato, eppure non risulta in ritardo. Il 2272 delle 7:39 arriva infine alle 7:54, il che vuol dire 15 minuti di ritardo. Però nella stazione di Milano Lambrate non sono stati comunicati.
Per sapere qualcosa, bisogna arrivare alla stazione di Milano Centrale, oppure consultare internet: per qualche enigmatico motivo, le società del Gruppo Ferrovie dello Stato non sono interessate a fornire informazioni all'interno delle stazioni; FNM e Trenord preferiscono scrivere le informazioni importanti su Twitter, di fatto tagliando fuori la fetta di passeggeri che non ha accesso a internet mentre è in viaggio.
Ci manca solo che ci chiamino retrogradi, o ci deridano.
Da un certo punto di vista, questa fuorviante omissione di informazioni somiglia ai titoli di Repubblica, che citano frasi fuori contesto di Luigi Di Maio per farlo implicitamente passare per bugiardo, e scatenare una viscerale reazione di sdegno dei lettori verso di lui, come si dice facciano le "fake news" e "post truth" (una volta si diceva "menzogne") su internet, anche se a quanto pare neppure i quotidiani cartacei ne sono esenti.
E poi devi leggere Il fatto quotidiano per scoprire che quella frase di Di Maio è stata estratta da una conversazione più lunga in cui aveva il significato opposto.
L'unica cosa che non si capisce è se il disservizio informativo di FS/Trenord/RFI sia in malafede, come sembrano essere i titoli in questione di Repubblica, o se si tratti di normale incompetenza.
In ogni caso: complimenti, come sempre, alle istituzioni lombarde e nazionali che se ne fregano altamente di questo servizio sciatto, latitante e classista (quello ferroviario, non i quotidiani).
Il 2160 finisce per arrivare con 14 minuti di ritardo, vanificando l'evento del mio viaggio senza ritardi da Treviglio a Milano Lambrate, perchè Trenord e FNM non si smentiscono mai: un disservizio te lo devono sempre rifilare, da qualche parte.
Da notare anche come, a Milano Lambrate, il treno 2090 da Brescia delle 7:53 arrivi in stazione dopo l'arrivo del treno da Bologna delle 7:54, come se qualcuno di coloro che hanno programmato gli orari ferroviari fosse all'oscuro della realtà delle cose. Una definizione che si adatta perfettamente all'immagine delle istituzioni lombarde come l'assessorato alla mobilità, o dello stesso ministero dei trasporti.

In seguito, alla stazione di Treviglio, compaiono comunque ritardi a posteriori: il 2059 Verona-Milano C.le ha 9 minuti di ritardo, il 24762 da Bergamo ha 6 minuti di ritardo, il 2059 da Milano Centrale ha 9 minuti di ritardo, il 10464 da Cremona ha 8 minuti di ritardo.

Furbescamente, il sito my-link.it non fornisce la causa del ritardo, per cui non possiamo sapere se si tratta di un altro guasto al treno, di un altro guasto agli impianti di una stazione, di un altro guasto ai passaggi a livelli, oppure se il treno è stato molestato.


Nella mattinata di giovedì 16 febbraio 2017, alla stazione di Treviglio i treni sono tutti in orario.
Nel tempo necessario per raggiungere il marciapiedi del binario 7, le cose cambiano.
Infatti: alle 7:22 viene reso noto che i treni da e per Cremona potranno subire ritardi fino a 30 minuti a causa di un guasto al passaggio a livello tra le stazioni di Casaletto e Caravaggio.
Ma è noto che Treviglio è attraversata da più linee ferroviarie: per questo i "bonus" sui ritardi vengono elargiti col contagocce.
Infatti: dopo 30 secondi viene reso noto che i treni da e per Brescia potranno subire ritardi fino a 10 minuti a causa di un guasto temporaneo alle strutture tra Rovato e Ospitaletto.
Il treno 10456 riesce comunque ad arrivare in orario. Nel viaggio verso Milano Lambrate, però, accumula 9 minuti di ritardo, facendo saltare la "coincidenza" col treno 2160 per Milano Centrale.
Perchè il treno ritarda? Perchè viaggia con grande lentezza, e si ferma più volte per lasciar transitare treni provenienti dalla direzione opposta, tipo i FrecciaRossa.
Anche oggi, le società del Gruppo Ferrovie dello Stato non si smentiscono: danni cronici alle infrastrutture, come se non venisse eseguita la manutenzione preventiva, e trattamento di favore per i treni privatizzandi di Frecciarossa, a discapito dei treni regionali per i lavoratori pendolari.
E, ovviamente , ritardi a raffica, tra cui spiccano il 2257 per Tirano in ritardo di 26 minuti, il treno per Arezzo in ritardo di 14 minuti e i treni per Albairate Vermezzo e per Saronno entrambi in ritardo di 13 minuti.

Venerdì 17 febbraio 2017, il treno 2077 Milano C.le-Verona PN delle 17:25 parte con 12 minuti di ritardo.
Perchè? Non si sa.
Durante tutta l'attesa, non viene diffuso alcun annuncio sonoro in merito, nè a bordo del treno nè all'interno della stazione.
Lo stesso vale per le informazioni visive: nè gli schermi nè i tabelloni del marciapiedi mostrano alcun ritardo per il treno 2077.
Perché?
Chi mai potrebbe farsi spiegare da RFI, FNM o, Trenord, o Trenitalia, perchè nè il personale della stazione nè quello di bordo si preoccupano di informare i passeggeri?
Forse potrebbe farlo la giunta della Regione Lombardia? Oppure il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti? Sorte Alessandro? Delrio Graziano?
Qualcuno che non sia compiacentemente immerso nella retorica propagandistica in stile Renzi con cui Trenitalia e soci vantano traguardi a parole ogni due giorni, tra un disservizio e un mancato servizio e un servizio interrotto?
Il treno si ferma dopo essere uscito dalla stazione di Milano Centrale, accumulando altro ritardo. Però ci dimostra che gli altoparlanti interni funzionano, diffondendo a volume assordante l'entità del disservizio: 16 minuti di ritardo. Quindi il personale di bordo sa come usare gli altoparlanti, e l'impianto non è guasto.
Il treno è anche saturo: essendo l'inizio del fine settimana, ci sono più passeggeri e più bagagli. Lo sanno tutti, tranne Trenord, FNM, Trenitalia e i funzionari pubblici di Regione e Stato, evidentemente.

In conclusione, per la rassegna stampa, Coldiretti fa il punto del risultato di anni di politiche dementi di consumo del suolo pubblico Lombardo a favore di palazzinari, costruttori e speculatori, e tutto con il compiacente aiuto delle giunte di Formigoni e Maroni, che non esitano a finanziare queste opere quando sono in perdita, come la BreBeMi, triplicando il danno (e la beffa) ai cittadini.


Coldiretti all’attacco: «Sarà un’altra ferita: abbiamo già sacrificato 35mila ettari nella Bergamasca».

In un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si avvertono con maggiore violenza gli effetti dei cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Inoltre, con la diminuzione della campagna viene meno anche la capacità di sequestrare anidride carbonica e di rimuovere il Pm10, pertanto pulire l’aria diventa più complicato.

martedì 14 febbraio 2017

Connessione al servizio web assente - propaganda elettorale presente

Martedì 14 febbraio 2017, i ritardi affliggono diverse linee, ma non la mia.
Alla stazione di Milano Porta Garibaldi, i treni 10763, 10806 e 10766 risultano rispettivamente non partito, in ritardo di 7 minuti e in ritardo di 7 minuti. Per i pendolari bergamaschi, afflitti cronicamente da ritardi superiori ai venti minuti e cancellazioni, questo sembra un traguardo positivo, quasi un lusso.
Alla stazione di Milano Centrale, il 2094 delle 9:00 da Brescia è in ritardo di 6 minuti. Come spesso accade, i treni da e per Torino hanno un ritardo di 10 minuti, ma non interessa a nessuno.
Di certo non interessa all'assessore Sorte Alessandro, assai solerte nel ribadire l'investimento di 3 milioni di Euro per la sicurezza, ma silenziosissimo sullo scandalo dei treni perennemente guasti a causa dell'esaurimento delle scorte dei pezzi di ricambio da parte di FNM.
Curiosamente, nessuno sembra volersi soffermare a riflettere sulle singolari incongruità della notizia della sedicenne aggredita su una corsa pomeridiana treno regionale: l'unico aspetto importante è quello di battere cassa a Regioni e Stato per spremere altri soldi da riversare nel settore privato della sicurezza, gestito finora in maniera abbastanza opaca, come sottolineato dalle interrogazioni dell'opposizione regionale.

Alla stazione di Milano Lambrate, alle 7:46, lo schermo all'ingresso del sottopasso nord diventa buio, per poi mostrare una scritta di "connessione al servizio web assente".
La cosa non può che far ripensare al guasto alla stazione di Treviglio avvenuto la sera prima, e riportato da l'Eco di Bergamo. Il quadro è sempre lo stesso: le strutture e i treni si guastano con frequenza elevata, ma le aziende Trenord e FNM non sembrano interessate nè a prevenire questi guasti continui, nè ad affrontarli; il personale ferroviario si dimostra ogni volta impreparato, incapace di gestire la situazione, disorganizzato, incapace di informarsi in merito, e incapace di informare i passeggeri, che restano abbandonati a loro stessi. Cosa ancora più grave, i dirigenti dell'azienda non si interessano alla questione, e non mettono in campo nessuna misura per garantire un minimo di informazione in queste situazioni di mancata erogazione (sospensione) del servizio.
Sarebbe utile che la giunta della regione Lombardia smettesse di fingere di non notare questa situazione di inefficienza, sciattezza e menefreghismo. Ma non accade: per volontà o per incapacità?


ennesimo guasto, ennesima soppressione. A catena,ovunque e su tutta la linea Verona/Brescia-Milano e Bergamo-Milano.

Il bollettino di guerra inizia con il treno 2090 Brescia-Milano Centrale cancellato e prosegue con ritardi a catena fino al pomeriggio di lunedì 13 febbraio, fino al guasto nella stazione di Treviglio che ha causato l’interruzione di tutta la linea, anche quella di Bergamo, dalle 17.30 in poi.
Come sempre abbiamo segnalato la situazione sui social e con rabbia anche al personale di ferrovie la mancanza di informazione e tempestività.
passeggeri in attesa del treno delle 18.15 da Greco Pirelli a Brescia sono rimasti senza informazioni per oltre mezz’ora.
All’arrivo del treno e saliti sulle carrozze siamo stati avvisati che sarebbe partito con alcuni minuti di ritardo non quantificato.
Ad alcuni pendolari infuriati[, i ferrovieri] hanno risposto che non avevano alcun tipo di informazione.
«Pago un abbonamento ogni mese e oggi sono arrivata con un’ora di ritardo in ufficio e stasera non so neppure a che ora arriverò a casa.
Non è accettabile sentirsi rispondere che non si hanno informazioni, se rispondessi così a un cliente, disservizio a parte, verrei licenziata».

lunedì 13 febbraio 2017

Non bastava celebrare i FrecciaRossa. Ora pure Amazon.

Lunedì 13 febbraio 2017 inizia col treno 2090 Brescia-Milano Centrale cancellato. La causa è un guasto al treno, cioè il marchio di #LombardiaConcreta che impazza ormai da mesi nel silenzio delle istituzioni lombarde e delle aziende FNM e Trenord (i ferrovieri, col loro sciopero di gennaio 2017 in cui denunciavano l'esaurimento delle scorte di pezzi di ricambio nei magazzini, non fanno testo, in questo ennesimo esempio di malaferrovia).
A differenza del "FrecciaRossa dei pendolari" che arriva a Milano alle 9:00, inaugurato tanto solennemente dall'assessore lombardo Sorte Alessandro, questo treno transita da Treviglio alle 7:33, e serve a quel lavoratori che devono essere a Milano per le 8:00. Ma probabilmente Sorte e la dirigenza di FNM/Trenord non hanno idea che le 8 esistono anche di mattina.

Nella serata, il treno 2077 Milano Centrale-Verona Porta Nuova delle 7:25 parte in ritardo di più di tre minuti, senza alcuna spiegazione da parte del personale di bordo. Il treno ha nuovamente una carrozza chiusa, e le altre sono sature.
L'unica cosa che i passeggeri possono notare è che il treno parte solo dopo che un treno FrecciaRossa (in ritardo) ha avuto modo di accedere al binario adiacente.
Il treno recupera il ritardo viaggiando a una certa velocità, ma quando arriva in prossimità della stazione di Treviglio, si ferma, e raggiunge la stessa con un ritardo di 5 minuti. Ovviamente senza che vengano date spiegazioni.
Nella stazione di Treviglio, lo schermo dell'ingresso riporta: il treno 10922 in ritardo di 25 minuti, il treno 10477 in ritardo di 25 minuti e il treno 2076 in ritardo di 5 minuti.
Sullo schermo, una scritta scorrevole tenta di spiegare che i treni subiranno ritardi fino a 20 minuti (menzogna: i ritardi superano già i venti minuti) a causa di un guasto temporaneo agli impianti nella stazione di.
Basta. Non so la stazione.
Perchè non la so?
Perchè in quell'esatto istante in cui sarebbe dovuto comparire il nome della stazione, lo schermo si spegne. E gli altoparlanti si zittiscono.
Tutti gli altoparlanti sono muti. E tutti gli schermi della stazione sono spenti. L'intero sistema informativo della stazione ferroviaria di Treviglio è vittima di un blackout, proprio mentre sta annunciando un guasto temporaneo in una qualche altra stazione.
Ancora una volta, ci chiediamo: a chi è in carico la mancata manutenzione preventiva della stazione in questione? Quale delle tante società del gruppo Ferrovie dello Stato è colpevole di questa inadempienza? E non è una novità: nella stazione di Treviglio, l'impianto elettrico salta spesso e volentieri.
E' responsabilità di RFI? Di Trenord? Di FNM? Di altre società a noi sconosciute?
Ma è ovvio che noi comuni cittadini non si sappia rispondere a queste domande.
E, a quanto pare, neppure i giornalisti del TG Regionale di Rai 3 ne sarebbero in grado, dato che nemmeno si sognano di porle: quando, come succede nell'edizione serale di oggi, parlano di Trenord, si guardano bene dal viaggiare sui treni della tratta Milano-Treviglio-Brescia-Verona durante gli orari di punta dei pendolari, e danno voce solo a quei passeggeri addormentati del pomeriggio inoltrato, comodamente seduti in carrozze non sature di treni recenti che non si guastano (a differenza di quelli delle fasce dei pendolari), e parlano solo di "sicurezza" per episodi che capitano una volta ogni due o tre mesi, ignorando i disastri quotidiani della gestione dei treni e delle stazioni su questa tratta.

E tornando a questo problema: perchè non se ne interessano coloro che dovrebbero tutelare i nostri interessi e garantire i nostri diritti, come l'assessore alla mobilità lombardo Sorte Alessandro, o il resto della sempre loquace giunta regionale della Lombardia, o lo svaporato e inconsistente ministro delle infrastrutture e trasporti Delrio Graziano?
Ma cosa mi viene mai in mente?

Delrio è l'imbarazzante e imbarazzato ministro delle infrastrutture e trasporti che è la perfetta espressione dell'attuale Partito Democratico, plasmato dalla gestione di Renzi Matteo: elitario ed elitista, classista e modaiolo, alieno alle difficoltà del cittadino medio, socialmente impegnato solo nella facciata, solidale a parole con i lavoratori e amico dei manager, imprenditori, finanziari, banchieri e palazzinari nei fatti.
Delrio, che due mesi fa celebrava l'Alta Velocità Treviglio-Brescia, avallando la politica classista e rapace di Trenitalia, che annienta i servizi pendolari economici e impone i costosi FrecciaRossa come unica soluzione.
Delrio, che celebra e ammira il "metodo Amazon" e lo schiavismo della "classe operaia online" (non a caso, essendo lui parte del governo che ha distrutto una a una le tutele dei lavoratori, trasformandoli in una casta inferiore, ricattabile e ricattata a colpi di voucher e licenziamenti).


il ministro Graziano Delrio (Partito Democratico), invitato a un sopralluogo al nuovo polo, elogia lo spirito di squadra di Amazon – suggerendo ironicamente al proprio Partito di prenderlo a modello.

L'autore di questo blog contesta ovviamente l'uscita di Delrio, ormai divenuto famoso per il pressapochismo, la superficialità, l'approssimazione e l'impreparazione del suo approccio somaresco a qualunque realtà seria dell'Italia (non ultime quelle di cui si occupa il ministero che finge di dirigere):

[...]a dispetto della narrativa del “lavoro fantastico” – ove sembra che uno invece che a lavorare come un matto x ore al giorno (dove x è l’incognita numero di ore) vada in spiaggia a fare surf- si scoprono dati poco conformi alla narrativa. Ad es. che il tempo mediano di permanenza lavorativa (dati circa 4 anni un valore medio) è in Amazon, di 1 anno; in Google, di 1,1, anno.

Se fossero posti fantastici in cui stare, o in cui poter resistere, perché solo un anno? O si fa per gioco –come una surfata- o non ci si resiste – nonostante ping pong, biliardino, favolose mense e infradito.

Ma forse questo autore è un po' di parte, e non si può pretendere che Delrio gli creda.
Sarebbe bello, però, se Delrio si degnasse almeno di documentarsi con la "stampa amica", quali l'Espresso o Repubblica, di certo non criticabili di gran severità verso i renzisti (basti pensare a come furono liquidati in fretta i pellegrinaggi di Delrio in paesi gemellati sotto il controllo di organizzazioni criminali, nell'ombra del sospetto del voto di scambio; o i conflitti di interessi di Boschi MariaElena, di Guidi Federica, del sindaco milanese Sala e del socio d'affari o anche solo di tutti i manager Expo arrestati, indagati e anche condannati).
Certo, Delrio dovrebbe abbandonare il suo approccio superficiale, e leggere un intero articolo, oltre al titolo, ma ciò sarebbe davvero faticoso.
Per fargli quindi capire cosa significa, per i lavoratori veri, il metodo Amazon, gli riportiamo noi qualche frase cruciale del lungo articolo che segue.


«Una delle prime cose che ti insegnano ad Amazon è il passo», racconta Daniele, 30 anni: «Un passo di marcia».

[...]la pressione. Perché il bisogno di comodità dei clienti schiaccia i diritti degli altri. Per arrivare prima alla consegna, gli ingranaggi digitali, meccanici e umani dell’eCommerce non si possono fermare.

un part-time elastico: sui contributi versati, sui diritti, sull’agenda. «Ci mandano l’orario del giorno dopo solo il pomeriggio o la sera prima, via sms»,

Sul regolamento interno, depositato con il bilancio, è scritto chiaro che «la distribuzione e la durata dell’orario potranno variare nell’arco delle 24 ore, per tutti i giorni del calendario», e ogni socio lavoratore è «tenuto a prestare la propria attività oltre quanto stabilito, sia di giorno, sia di notte, sia in giorni feriali, sia in giorni festivi». La richiesta d’abiti non conosce notte.

Il metronomo dell’azienda prevede due missioni come queste ogni ora. «I tempi diventano sempre più stretti, la tolleranza sugli errori è bassa.

«Quando mi hanno assunta, due anni fa, bisognava passare 200 pezzi all’ora. Adesso hanno alzato la media a 250»

Nel regolamento di Easycoop si chiede di non lamentarsi: «è fatto divieto di discutere sui luoghi di lavoro, in particolare in presenza di terzi, di problematiche aziendali». Dopo due anni Anna è ancora inquadrata come “junior”, al minimo salariale. Nessuno scatto d’anzianità. Preavviso di sei giorni in caso di licenziamento.

E poi ci sono i climax, come le “capsule collection” firmate da stilisti di grido. [...] «Durava soltanto due giorni. Piacque tantissimo, e gli ordini si impennarono. Più velocemente del solito dovevamo trattare abiti non da 30, ma da 400 euro l’uno. Hai paura a respirare sui vestiti, in quei casi. Le altre “packer” imbustavano e piangevano. Io ho avuto un attacco d’ansia».

ti dicono come eseguire ogni movimento per risparmiare secondi preziosi». Se sei sotto media, «si avvicina un ragazzo, col computer. Ti dice: non potresti andare più veloce?». Quant’è contemporaneo il passato: «Lulù, ma cosa mi combini? Il rendimento è bassissimo, ci devi dare dentro. Se no perdi il cottimo».

E concludiamo con una sfida al vacuamente ciarliero Delrio, che probabilmente apre la bocca solo per far passare aria, e per errore emette suoni non valutati da nessuna rete neurale: perchè non ci prova Delrio, a lavorare (davvero) per Amazon, per un anno, contando solo sullo stipendio che percepirebbe, prima di esprimersi in merito?
Perchè non prova a farsi questo anno di lavoro viaggiando su un treno di pendolari, tra le 6 e le 7, e tra le 17 e le 19, chiedendosi perchè lo Stato finanzia i FrecciaRossa che col suo stipendio di "operaio online" non si può permettere? Perchè non prova anche ad ammalarsi, in quell'anno, e a prendere ore di permesso per andare dal medico, e vedersele bruciare con il treno che proprio quel giorno ha un'ora di ritardo?
Dopo questo, probabilmente, a Delrio capiterebbe, per una volta, di parlare con cognizione di cauasa.
L'ultimo articolo della "rassegna stampa" è di Dario Balotta:


L’uso del trasporto pubblico si è fermato, tranne rare eccezioni, sulle quote di quello degli anni 60 e le città sono rimaste congestionate dal traffico privato, con una bassa qualità della vita ed un alto inquinamento dell’aria, come le continue emergenze smog dimostrano.

I poveri pendolari che avevano un percorso, casa lavoro o casa scuola che toccava due regioni limitrofe, si sono visti applicare tariffe più alte, anche del 38%, a parità di distanza dei percorsi effettuati solo in una regione.

Un viaggiatore che da Milano deve raggiungere Verona si è visto sommare i prezzi da Milano al confine regionale e dal confine regionale (Peschiera del Garda) a Verona perdendo i vantaggi della regressività della tariffa. Anziché vedersi applicare la tariffa lombarda o quella veneta oppure una tariffa ad hoc sull’intero percorso ha perso la regressività derivante dalla lunghezza del percorso conteggiato interamente.

Le Regioni erano a conoscenza di questa distorsione tariffaria.

Le FS hanno aumentato i loro ricavi e se ne sono state zitte.
Il Ministero non ha ritenuto fosse più di sua competenza l’azione regolatoria.

Succederà la stessa cosa, come annunciato dal ministro Graziano Delrio, anche per quanto riguarda le tariffe degli abbonamenti dell’Alta velocità. Trenitalia, che gestisce le Frecce, “spara” aumenti salatissimi, fino al 35%.
Gli utenti protestano e il ministro promette che verranno ridotti del 50%.
I mancati introiti, derivanti da questa riduzione, verranno trasferiti dal Ministero a Trenitalia che quindi incasserà quanto aumentato, ma da un’altra tasca (pubblica).
I servizi regionali, che dovevano essere regolati e sussidiati dalle Regioni, di fatto sono ancora pagati dallo Stato.
Quelli dell’Alta velocità, che dovevano essere a mercato sono in parte sussidiati dallo Stato dopo questa decisione.

In più Trenitalia ha ottenuto 100 milioni l’anno per 10 anni, per gestire i treni Intercity sopravvissuti anche come alternativa all’Alta Velocità ed alle sue elevate tariffe.
Si tratta di un servizio pubblico dedicato alle fasce deboli che presentava una situazione di forte criticità.
“Oggi cerchiamo di dare dignità a questo servizio”, ha detto il ministro Graziano Delrio.
Dopo la “rivoluzione” dei 1.000 km di Alta velocità, i cui investimenti sono costati più del triplo di quella francese o spagnola per km di linea.
Risultato il sistema ferroviario ha generato tre fasce di pendolari tutte e sussidiate dal Ministero.
Peraltro insoddisfatte o per la scarsa qualità dei treni e dei servizi o per le alte tariffe e per le interferenze che finiscono con il penalizzare i treni dei 3 milioni di pendolari al giorno contro quelli dell’Alta velocità utilizzati quotidianamente da 100mila passeggeri di cui qualche migliaio sono pendolari abbonati.

venerdì 10 febbraio 2017

Venerdì 10 febbraio si ritorna alla normalità dei disservizi ferroviari della Lombardia Concreta che non vuole fare causa agli assessori infedeli

Si sarà degnata FNM/Trenord di rimpinguare le scorte esaurite di pezzi di ricambio per riparare i treni del trasporto regionale della Lombardia?
A fronte della denuncia di questo scandalo fatta dai ferrovieri con lo sciopero di gennaio 2017, l'assessore Sorte Alessandro si sarà degnato di esigere spiegazioni da FNM o prendere provvedimenti?
Non lo sappiamo, perchè un silenzio omertoso ha fatto seguito a questa denuncia.
Ma forse la Lega Nord ha altro a cui pensare. Per esempio, Maroni Roberto vuole deliberare perchè la regione Lombardia non si costituisca
Sì, proprio così: Maroni utilizza le proprie facoltà di governatore della Lombardia non per difendere i diritti e il denaro dei cittadini, ma per impedire invece che un suo fedele leghista venga processato per aver probabilmente tratto un guadagno personale dagli affari pubblici che era chiamato a gestire nell'interesse dei cittadini.
Perchè Maroni non vuole che il processo sia celebrato? Perchè non vuole che la verità sull'operato del suo assessore leghista sia acclarata?
Non ci è dato saperlo. Sappiamo solo che questa verità non sarà mai resa nota, perchè Maroni vuole deliberare per impedire alla giustizia di seguire il proprio corso.
Di certo a un personaggio così poco importa di cosa succede all'interno di FNM, azienda colloquialmente definita "il poltronificio della Lega Nord". Eccola, la vera faccia della #LombardiaConcreta.

Vediamo di capire dai fatti come si sta muovendo FNM.
L'impressione è che FNM abbia spostato le poche risorse rimaste sulla
linea Verona-Brescia-Milano, per far funzionare treni che il mese scorso si sfasciavano ogni giorno.
Ma siccome le risorse sono poche, e "la coperta è corta", così facendo FNM lascia scoperte altre linee.
Nella mattinata di venerdì 10 febbraio 2017, alla stazione di Treviglio, il treno suburbano S6 per Novara delle 17:25 è cancellato a causa di un guasto al treno. E dire che i convogli del passante sono di tipo "nuovo".
Il treno 10903 delle 7:25 da Milano per Brescia è cancellato a causa di un guasto al treno.
Sembra che la "coperta corta" che Trenord ha tirato sulla linea Brescia-Milano non sia solo corta, ma sia anche piena di buchi.

Sulla linea Bergamo-Milano, il treno 10803 risulta avere un ritardo di 20 minuti alle ore 7:42. Col passare del tempo, diventa prima un ritardo di 41 minuti e poi un ritardo di 52 minuti.
Il 2160 da Arquata Scrivia per Milano Centrale ha un ritardo di 5 minuti.

Alla stazione di Milano Centrale, alle ore 8:29, si osservano disservizi che vanno da 6 minuti di ritardo fino a 16 minuti di ritardo, su almeno 6 treni.
Vale la pena di segnalare come il sito my-link.it sappia che il treno EC 14 per Chiasso sia "non ancora partito" quando il ritardo è di 6 minuti.

I ritardi si trascinano per tutta la giornata. Spiccano in particolare i ritardi di 20 minuti dei treni per Domodossola, come accade ormai da giorni. Sarà una delle linee lasciate scoperte da FNM per manutenerne altre e darsi una parvenza di efficienza?

Alle 16:59, il 2072 da Verona Porta Nuova per Milano Centrale ha 7 minuti di ritardo.
Neppure il tempo di andare dall'ufficio alla stazione di Milano Centrale, ed ecco che il 2659 delle 17:15 per Mantova partirà con un ritardo di 15 minuti.
E il Domodossola delle 17:20 partirà con un ritardo di 20 minuti, forse perchè il suo corrispettivo EC 57 viaggia con un ritardo di 15 minuti.
Il 2077 da Milano Centrale per Verona Porta Nuova parte in ritardo, esegue una sosta non motivata all'esterno della stazione di Milano Centrale e infine arriva a Treviglio con 10 minuti di ritardo.
Forse non c'è nessuna "coperta" di FNM, corta o bucata che sia. Semplicemente, tutti (dirigenti e politici lombardi) si voltano dall'altra parte.

giovedì 9 febbraio 2017

Le porte del Brescia che si aprono in corsa non fanno notizia



Fatto accaduto martedì pomeriggio poco dopo la stazione di Milano Lambrate, sul regionale 10915 di Trenord diretto a Brescia

A mettere a rischio l’incolumità della bambina di quattro anni, l’apertura della porta automatica a due ante che si è spalancata mentre mamma e figlia si trovavano con altri viaggiatori nel vestibolo del treno, dopo essere salite a Lambrate.
Tra i viaggiatori del regionale c’era Valentina Bracchi, pendolare di Fara Gera d’Adda, testimone dell’episodio:
«Il treno era appena partito dalla stazione e improvvisamente la porta si è aperta – racconta Valentina Bracchi – con la bambina che dava le spalle alla porta e per le oscillazioni della carrozza è pericolosamente finita verso il punto d’accesso ormai spalancato.
La madre ha fatto un balzo rapido e ha acciuffato la figlia al volo».
Sono seguiti momenti concitati, con la piccola fortunatamente ignara di quanto rischiato, ma la mamma visibilmente scossa per il pericolo corso.

Ovviamente questa notizia non va oltre la cronaca locale, e al massimo la si sente a qualche radiogiornale.
Perchè comunque i media (e le istituzioni) non si interessano dello sfacelo di un certo settore del servizio pubblico finchè non succede qualcosa di adeguatamente emozionante, come per esempio la strage di Viareggio.
Se la bambina in questione fosse caduta dal treno e fosse morta, allora sarebbe scoppiato un caso nazionale, con commissioni d'inchiesta, e indagini sulla torbida gestione di FNM, i legami malsani e le collusioni con la politica dell'interminabile regime Formigoni-Maroni, la denuncia indignata della malaferrovia, eccetera.
E ovviamente qualcuno annoterebbe con altrettanto sdegno che da anni le associazioni dei pendolari stanno protestando con sdegno inascoltato per lo sfacelo in cui il trasporto regionale lombardo si sta progressivamente impaludando.
Ma finchè non muore nessuno, lo scandalo non è tale e la malaferrovia non fa notizia, e di certo le istituzioni non se ne accorgono (basti pensare al ministro Delrio Graziano che celebra l'Alta Velocità Brescia-Treviglio senza nemmeno sapere lo stato in cui versa il trasporto regionale di quella stessa tratta, con disservizi che in quel periodo sarebbero stati imbarazzanti persino per qualcuno come Maroni Roberto, abituato a restare impassibile ogni volta che un suo fedele leghista finisce in galera per abusi di potere di ogni genere).

E quindi chi se ne importa della catena di treni regionali che si guastano uno dopo l'altro, dei disservizi misteriosi di cui FNM/Trenord/Trenitalia non danno spiegazione e via elencando tutte le atrocità elencate su questo blog e sulle pagine internet dei pendolari che vanno da Twitter a Facebook passando per Instagram.

E quindi chi se ne importa che nella mattinata di giovedì 9 febbraio 2017, il treno 2605 Milano C.le-Bergamo accumula 28 minuti di ritardo.
O che nel pomeriggio il treno 2090 Brescia-Mi C.le arriva con 11 minuti di ritardo. O che il treno 25527 Chiasso-Milano C.le accumuli 11 minuti di ritardo. O che un treno da Domodossola per Mi C.le abbia 20 minuti di ritardo.

E in ogni caso, anche se dovesse morire qualcuno a causa di questi treni che si sfasciano, il ministro dei trasporti prenderebbe le parti dei dirigenti ferroviari, e i consigli di amministrazione delle società del gruppo ferroviario FS esprimerebbero totale fiducia per questi dirigenti. E a essere ancora oggetto di danno e beffa sarebbero solo i pendolari, come già adesso accade.


mercoledì 8 febbraio 2017

7 e 8 febbraio 2017: guasti e ritardi da Bergamo a Milano, e da Treviglio a Milano

Martedì 7 febbraio 2017, i disservizi per guasti ai treni continuano ad affliggere le linee bergamasche, nell'indifferenza di FNM, Trenord e la giunta regionale lombarda.
Ecco quindi che, alla stazione di Milano Lambrate, il treno 10803 Milano P.Garibaldi-Bergamo è annunciato con 20 minuti di ritardo. L'annuncio si è appena completato, che parte la rettifica: 30 minuti di ritardo.
Basta così?
No. Dal sito di my-link.it si apprende che il treno accumula 38 minuti di ritardo, ed è solo la punta dell'iceberg, perchè in seguito si apprende che i treni sono in ritardo o cancellati a causa di un guasto agli impianti della stazione di Milano Porta Garibaldi.
Che sollievo: per una volta, forse non è colpa di FNM, ma di Rfi, la stessa società che trova il tempo e i fondi per costruire le strade (strade) di collegamento con i caselli dell'autostrada fallimentare BreBeMi (in accordo con l'assessore lombardo Sorte Alessandro), ma non si ricorda poi di fare manutenzione preventiva degli impianti ferroviari.
Mah. Misteri delle priorità nell'interesse dei cittadini.


Trenord segnala ritardi anche di 30 minuti con i pendolari bergamaschi che vivono un altro giorno di disagi.

TRENORD_miBGc @TRENORD_miBGc
Guasto agli impianti di circolazione nei pressi di MILANO PORTA GARIBALDI: previsti ritardi fino a 30 minuti.

Sempre alla stazione di Milano Lambrate, il treno 2160 da Arquata Scrivia per Milano Centrale arriva in orario, ma sfoggia scalcinate carrozze a un solo piano, ovviamente sature. E dire che, stando a Mazzoncini Renato di Ferrovie dello Stato, il parco treni sta venendo sostituito. Con treni peggiori, si direbbe. Come se non bastasse, la carrozza del 2160 su cui salgo io è gelata, in quanto priva di riscaldamento: che coincidenza. Passare alla successiva è impossibile, perchè è ancora satura, nonostante la discesa di numerosi pendolari.
Nella serata, il treno 2077 Milano C.le Verona delle 17:25 ha almeno una carrozza in meno. Alcuni passeggeri, costretti a restare in piedi, provano a chiedere spiegazioni al capotreno, lamentando il trattamento ricevuto. La risposta del capotreno è un "e io che ci posso fare".
Boh, forse un altro sciopero?
Il 2090 arriva a Treviglio con 10 minuti di ritardo, 5 dei quali accumulati direttamente in stazione Milano Centrale (guarda caso, nell'attesa, un Frecciarossa ha avuto comodamente agio di accedere al binario adiacente). Alla stazione di Treviglio, ecco un treno per Cremona in ritardo di 5 minuti, e un treno per Brescia in in ritardo di 5 minuti.

Nella mattinata di Mercoledì 8 febbraio 2017, il treno 10456 delle 7:22 arriva alla stazione di Treviglio Centrale con qualche minuto di ritardo, e riparte solo alle 7:30, il che accade assai spesso. Perchè il nuovo orario di Trenord (in vigore da dicembre 2016) ha anticipato di un minuto la partenza di questo treno, se poi nella realtà il treno parte con ritardo sempre maggiore?
Il treno arriva alla stazione di Milano Lambrate alle 7:50, e quindi con almeno 5 minuti di ritardo. La "coincidenza" del 2160 per Milano Centrale sarebbe persa, se questo stesso treno non fosse in ritardo (non annunciato) di 4 minuti.
Sempre sulla linea Treviglio-Milano, anche il treno 2090 da Brescia viaggia con 5 minuti di ritardo, che diventano infine 7 minuti di ritardo.

Nella serata, il treno 2077 Milano C.le Verona delle 17:25 parte quasi in orario, ma all'esterno della stazione di Milano Centrale si ferma, senza spiegazioni. In seguito riparte e viaggia a velocità ragionevole fin dopo la stazione di Cassano d'Adda; poi la sua velocità diminuisce in maniera vistosa, e il treno arriva alla stazione di Treviglio con 5 minuti di ritardo. Nel seguito del tragitto, il 2077 passa a 13 minuti di ritardo.

Alla stazione di Treviglio, un annuncio sonoro rende noto che il treno che dovrebbe arrivare da Cremona alle 17:50 è in ritardo di 10 minuti a causa di un guasto temporaneo agli impianti di una stazione del tragitto.

lunedì 6 febbraio 2017

Dopo 10 anni a truffare i pendolari, Trenitalia vuole essere rimborsata dalle Regioni

Nella mattinata di lunedì 6 febbraio 2017, i treni della mia fascia oraria sono in orario. Non sono invece altrettanto fortunati i passeggeri del treno 2092 che parte da Verona Porta Nuova alle 6:55 e arriva a Milano Centrale alle 8:45, in quanto questo treno accumula un ritardo di 16 minuti. Ma questo treno, ci chiediamo, è forse il "frecciarossa dei pendolari", come lo ha definito l'assessore ai trasporti lombardo Sorte Alessandro? Speriamo di no, anche se in ogni caso è una vergogna che questa linea continui ad accumulare ritardi senza spiegazioni.
Nella serata, il treno 2090 Milano C.le-Verona delle 17:25 parte in ritardo, indugia all'esterno della stazione di Milano Centrale e riesce ad arrivare a Treviglio con 5 minuti di ritardo non giustificati.
A Treviglio, il suburbano S6 per Novara delle 17:55 è cancellato. E basta.

Chissà come definirebbe i treni della tratta Bergamo-Milano, il suddetto assessore, così presenzialista solo quando si tratta di spacciare per un grande risultato ciò che invece è la fornitura del servizio minimo necessario per i pendolari lombardi?
In particolare, ci piacerebbe sentire il suo parere sui treni Milano-Bergamo delle 6:05 e Bergamo-Milano delle 7:35, oggi entrambi cancellati a causa di guasto al treno.


Due treni solitamente utilizzati dai pendolari nella mattina di lunedì sono rimasti fermi.
Si tratta del Milano-Bergamo delle 6.05 e, di conseguenza, il Bergamo-Milano delle 7.35.

Comitato PendolariBG @ValeCPBg
Buon inizio di lunedì con 2 cancellazioni per guasto al treno su @TRENORD_miBGt.
La manutenzione preventiva non si fa? @webecodibergamo
06:50 - 6 Feb 2017

Come denunciato dai ferrovieri lombardi durante lo sciopero di gennaio 2017, FNM e Trenord hanno esaurito le scorte di magazzino dei pezzi di ricambio per la manutenzione dei treni. E quindi i treni continuano a non partire, o a guastarsi durante il tragitto. Non c'è Sorte, in questi casi, a paragonare lo sfacelo ferroviario lombardo al latrocinio classista che i Frecciarossa di Trenitalia rappresentano?

E parlando dell'onestà, della deontologia, della responsabilità e del senso civico e dello stato con cui la dirigenza di Trenitalia gestisce un'azienda che appartiene alle Ferrovie Dello Stato, che appartengono al Ministero delle Finanze, che è parte dello Stato, e quindi appartiene ai cittadini che finanziano tutti questi enti con le proprie tasse, ecco cosa succede ormai da dieci anni:


Da dieci anni un errore di calcolo penalizza i viaggiatori.

Le associazioni dei pendolari avevano da tempo detto basta al fatto che, aumento dopo aumento (l'ultimo, recentissimo, a gennaio), le tariffe "sovraregionali" (per tratte, cioè, che coinvolgono territori diversi, con autonomi prezzi dei titoli di viaggio) continuassero a basarsi su un algoritmo errato

La palla passa alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: saranno gli enti locali (che per legge fissano formulazione e applicazione delle tariffe) a doversi caricare degli esborsi necessari a mantenere gli impegni sottoscritti nei Contratti di servizio stipulati con Trenitalia, che non intende veder scalfiti gli importi concordati e garantiti a livello pluriennale.

"L'azienda condivide il disagio e le recriminazioni dei comitati pendolari che lamentavano il fatto che con l'algoritmo applicato gli abbonamenti sovraregionali arrivano a costare fino al 33% in più di quanto dovrebbero essere tariffati ".

Trenitalia si è subito mossa: "Abbiamo già posto la questione all'attenzione della Commissione Trasporti della Conferenza delle Regioni - conferma una fonte ufficiale della società - Ci si attende che si riunisca a breve e affronti definitivamente il caso con l'obiettivo di individuare una nuova formulazione del calcolo, che venga incontro alle istanze portate avanti da Assoutenti ma nel contempo preservi l'equilibrio economico dei Contratti di servizio".

Insomma: i viaggiatori hanno tutte le ragioni per pagare di meno ma la riduzione dell'introito da tariffazione che Trenitalia subirebbe dovrà essere coperto dall'altro soggetto in ballo. La Conferenza delle Regioni [...]

[...] ingiustamente pagato dagli abbonati (che sono oltre 70mila) dal 2007 a oggi, da quando cioè, nel calcolare l'importo delle tariffe "sovraregionali", è stato applicato (non dolosamente ma per puro errore da parte di un funzionario) un algoritmo che non ha mai considerato con esattezza la progressione dell'abbattimento tariffario inversamente proporzionale ai chilometri percorsi.
Non solo Trenitalia ha imbrogliato i passeggeri per dieci anni, non solo la cosa veniva denunciata dalle associazioni dei pendolari senza che nessuno (Trenitalia, il Ministero dei Trasporti) ascoltasse, non solo non si capisce dove siano finiti questi soldi (i profitti di Trenitalia non vanno allo Stato? E dove vanno?).
No. Non basta.
Ora Trenitalia si dichiara disposta ad abbassare le tariffe solo se le Regioni rimborseranno la differenza.
Stiamo parlando di quella Trenitalia che lascia morire il trasporto pendolare per imporre come "unica scelta" i costosissimi Frecciarossa?

Dov'è il Ministero dei Trasporti? Dov'è il ministro Delrio Graziano? E' forse troppo impegnato a contestare la condanna per la strage di Viareggio infiltta a Moretti, e il riconoscimento di tutta la dirigenza di FS come colpevole per quel crimine? E' forse troppo concentrato a difendere i manager e l'elite e i ricchi, per ricordarsi di dover fare gli interessi di tutta la cittadinanza?