mercoledì 28 febbraio 2018

Trovate le differenze tra Mazzoncini Renato contro il gelo che blocca le ferrovie e Mazzoncini Renato contro lo sfascio delle ferrovie che ha causato tre morti

Mazzoncini, ad Ferrovie, si scusa: 'Pronti a investire 100 milioni'
Dopo i due giorni di caos legati all'arrivo di un'ondata di gelo e neve sull'Italia, che ha rallentato la circolazione su tutta la rete ferroviaria, l'amministratore delegato delle Ferrovie Renato Mazzoncini lo dice subito. "Sono stati commessi degli errori, che non ripeteremo. E dobbiamo delle scuse ai passeggeri. Quando uno sta sette ore in treno c'è poco dire, bisogna solo scusarsi, e attrezzarsi per fare sì che non accada più".

Invece, dopo il disastro ferroviario di Pioltello costato la vita a tre persone, il comunicato di Mazzoncini Renato e il resto della dirigenza di Ferrovie dello Stato è stato di questo tenore:

La Presidente del Gruppo FS Italiane, Gioia Ghezzi, l’Amministratore Delegato Renato Mazzoncini, assieme al Consiglio di Amministrazione e ai vertici delle principali Società controllate, esprimono il proprio cordoglio per le vittime dell’incidente ferroviario avvenuto questa mattina a Pioltello (MI).
Il Gruppo FS Italiane manifesta la propria vicinanza alle famiglie delle persone coinvolte nell’incidente.
Niente scuse, niente promesse di investire alcunchè per intervenire su una rete ferroviaria come quella della Lombardia, dove i guasti a impianti di circolazione, rete elettrica e passaggi a livello sono all'ordine del giorno (e viste le recenti notizie, non accade solo in Lombardia).


martedì 27 febbraio 2018

Maltempo, treni in tilt intorno a Roma. “Mancanti o rotti i sistemi per scaldare gli scambi”

Maltempo, polemica per i treni in tilt intorno a Roma. “Mancanti o rotti i sistemi per scaldare gli scambi”

Tutta colpa delle “scaldiglie“. Cioè i sistemi installati negli scambi ferroviari per evitare che ghiaccino e impediscano il corretto passaggio dei vagoni. Intorno alla stazione Termini gli scambi sono circa 300 e la metà, secondo il Corriere della Sera, è sprovvisto di scaldiglie. In altri casi ci sono ma non hanno funzionato a dovere. Così lunedì Rete ferroviaria italiana ha dovuto mandare squadre di operai a cercare di risolvere la situazione. Cosa che ha finito per causare ritardi fino a 8 ore e la soppressione del 20% dei treni a lunga percorrenza e del 70% di quelli del traffico regionale. 
E mentre le infrastrutture della rete ferroviaria italiana si sfasciano, il governo "credibile" e "competente" e "serissimo" di Gentiloni Renzi Matteo Paolo e del Partito Sdemocratico, con l'uomo di paglia Delrio Graziano al ministero dei trasporti, avalla il proseguimento dello spreco di denaro pubblico nella costruzione di un'infrastruttura TAV Torino-Lione di cui è stata ammessa l'inutilità, e  cui costi graveranno sui conti pubblici per anni.
Ma quello del competente e serio Gentiloni è lo stesso governo che ha riconfermato Mazzoncini Renato come amministratore delegato Ferrovie dello Stato (in anticipo di 5 mesi), nonostante quest'ultimo pensi solo al profitto, a quotare FrecciaRossa in borsa, a costruire il ponte sullo stretto di Messina, a impiegare le risorse di FS per costruire le infrastrutture ferroviarie in Grecia e Iran.
Intanto, in Italia, i treni deragliano causando morti che nessuna manifestazione del PD ricorda come vittime dell'insensata corsa al profitto del "libero mercato", e le infrastrutture si sfaldano alla minima avversità climatica.

lunedì 26 febbraio 2018

La TAV non serviva a niente. Ma si va avanti, e gli italiani dovranno pagarla e poi ripianarne le perdite per tutta la vita

Casteggio (Pavia), 23 febbraio 2018.
Gli altoparlanti sulle banchine semivuote della piccola stazione di Casteggio annunciano l’arrivo di un regionale, il 20393 di Trenord, partito alle 19.26 da Voghera e diretto a Piacenza.
Prima di affiancarsi alla banchina del secondo binario, un sussulto, un rumore secco e forte.  Pochi metri più indietro, l’inquietante scoperta: un binario spaccato.
Rfi (Rete ferroviaria italiana) ha spiegato che nell'Oltrepò "la rottura della rotaia è stata generata dal distacco di una saldatura, che non ha alcun effetto sulla sicurezza della circolazione ferroviaria". Sabato scorso, subito dopo quello strano sobbalzo vicino alla stazione di Casteggio, il macchinista ha subito segnalato il caso. Sul posto sono intervenuti i tecnici di Rfi. 
Mentre le infrastrutture del trasporto ferroviario pubblico continuano a guastarsi ogni giorno, e ora anche a sfasciarsi con frequenza grottesca, un pendolare non può fare a meno di chiedersi dove vadano le ingenti quantità di denaro pubblico erogate dallo Stato al Gruppo Ferrovie dello Stato, se ogni giorno si deve fare i conti con infrastrutture fatiscenti, treni obsoleti sempre sul punto di guastarsi, una circolazione ferroviaria lenta, una gestione patetica delle informazioni, un personale impreparato o esausto, e via dicendo.
Come può il debito pubblico aumentare in continuazione, se lo Stato eroga servizi ridotti all'osso, e in costante e criminale economia, tanto da risparmiare sulla manutenzione di strutture fondamentali?

Poi improvvisamente il pendolare legge un articolo agghiacciante, in cui gli viene ricordato che da decenni lo Stato Italiano e le Ferrovie dello Stato inseguono il mito dell'Alta Velocità ferroviaria, ribattendo a ogni critica che "è l'Europa che ce lo chiede", come se qualunque decisione presa dal governo europeo fosse intelligente e valida per definizione.
 è quello che emerge dalla lettura di un recente documento dell’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino – Lione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Non c’è dubbio che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione europea, siano state smentite dai fatti, soprattutto per effetto della grave crisi economica… Lo scenario attuale è, quindi, molto diverso da quello in cui sono state prese a suo tempo le decisioni”.
Seppure in clamoroso ritardo, sono ora gli stessi proponenti del progetto a porsi l’interrogativo. Leggiamo ancora nel documento: “La domanda che i decisori devono farsi è invece un’altra: ‘Al punto in cui siamo arrivati, avendo realizzato ciò che già abbiamo fatto, ha senso continuare come previsto allora? Oppure c’è qualcosa da cambiare? O, addirittura, è meglio interrompere e rimettere tutto com’era prima?’ ”.
Purtroppo l'articolo prende a sua volta una piega chiaramente di parte, celebrando demenzialmente il trasporto su gomma.
L'estensore sembra considerarci troppo idioti per capire che la politica che avrebbe veramente migliorato le condizioni dell'aria nella Pianura Padana era una politica di investimento nel trasporto ferroviario pubblico che espandesse la rete nazionale, rinnovasse il parco treni, ristrutturasse impianti e linee esistenti: lì doveva finire, tutto quel denaro pubblico che invece è stato ostinatamente riversato nell'interminabile e devastante costruzione di una TAV dimostratamente inutile sin dall'inizio, come dicevano i No TAV, cioè quelle persone che non volevano vedere devastata la loro casa per gli interessi e il profitto di aziende rapaci e fameliche, desiderose solo di mettere le mani sui finanziamenti pubblici.
I No TAV, persone che negli anni sono state insultate, picchiate dalle forze dell'ordine, perseguitate dalla legge, trattate come nemici della patria. Persone che volevano evitare uno scempio ambientale gratuito e senza futuro. Persone che avevano ragione, ma che non riceveranno mai le scuse dallo stuolo di politici, funzionari e burocrati incompetenti che, per decenni, hanno sostenuto e imposto a spada tratta la logica liberista delle imprese edili, imponendo alla nazione una costosissima grande opera che non serve a nessuno, e che ora dovrà essere eternamente manutenuta e sussidiata dallo Stato, perchè in perenne perdita.
Una grande opera così simile al ponte sullo stretto di Messina, desiderato da Renzi Matteo e Berlusconi Silvio e Mazzoncini Renato.
Un'opera in perdita e vorace  di finanziamenti come l'autostrata BreBeMi di cui si vantano la Lega Nord, Maroni Roberto e la sua cricca.
Perchè noi italiani, non paghi delle idiozie compiute finora, non resistiamo alla tentazione di gettarci a capofitto nella prossima, magari facendoci raccontare da questi dirigenti "credibili" e "competenti" che ci hanno governato per anni quanto questa opera sia giusta, necessaria e destinata a portare incredibili vantaggi a tutti (come la liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica).

venerdì 23 febbraio 2018

Ora tutti si accorgono che i binari della Lombardia perdono i bulloni

I binari della Lombardia perdono i bulloni. FerrovieNord: «Nessun pericolo»
Un bullone svitato e uno mancante. Questa la fotografia di un tratto di binario della linea delle Ferrovie Nord, nei pressi del passaggio a livello di piazza del Popolo.
La segnalazione di un cittadino, arrivata nella giornata di ieri, ha messo in luce un problema di manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria, con due dei quattro bulloni della sezione incriminata fuori uso. Una situazione che ha sollevato interrogativi sulla sicurezza del tratto in prossimità della stazione di Como Lago.
Due bulloni su quattro - uno svitato e l’altro a terra - fuori dalla propria sede hanno messo in allarme chi, attraversando a piedi il passaggio a livello, si è domandato quali potessero essere, per i passeggeri e i passanti, le conseguenze di una scarsa manutenzione sulla linea Como-Milano. Chiamati a rispondere alla segnalazione, Ferrovie Nord, che in Lombardia gestisce 300 chilometri di rete e 120 stazioni ferroviarie, ha ribadito la mancanza di pericolosità del tratto, nonostante i due bulloni fuori sede. In una nota, l’ufficio stampa di Ferrovie Nord ha dichiarato: «Le squadre di manutenzione di Ferrovie Nord ispezionano quotidianamente le linee per effettuare tutti gli interventi necessari. Il problema segnalato non costituisce comunque alcun pregiudizio alla sicurezza e regolarità del servizio».
«La soluzione rientra nella manutenzione ordinaria», si legge nella nota che ribadisce la non pericolosità del tratto incriminato: «Il tratto viene percorso dai convogli in partenza e arrivo a una velocità di 30 km/h». Velocità bassa per i treni in quel particolare tratto di ferrovia – siamo vicini al passaggio a livello e alla stazione, termine della linea, di Como Lago - che comunque non dovrebbe far passare il discorso sicurezza e manutenzione in secondo piano.
Proprio Ferrovie Nord, nel pomeriggio di ieri, ha provveduto alla sistemazione del tratto, con l’inserimento e l’avvitamento dei bulloni, come dichiarato nella nota: «Una squadra di manutenzione in servizio nella zona ha già sistemato i bulloni».
Ferrovienord è la società appartenente al Gruppo FNM che opera come gestore della parte di infrastruttura della rete delle ferrovie di proprietà regionale, affidate in concessione al gruppo (mentre le infrastrutture della zona di Pioltello, in cui è avvenuto il recente disastro, sono manutenute da Rete Ferroviaria Italiana).

Su MetroNews, si parla della reaziobe della politica lombarda alle rivelazioni della malagestione di Trenord.
Fa considerevolmente ridere l'intervento di Fontana Attilio. 
Durissime accuse a Trenord in un rapporto dell'Ansf
Su Trenord, la società che gestisce il traffico ferroviario lombardo e il cui controllo è condiviso da Trenitalia e gruppo Fnm (LeNord), si è scatenata, ieri come non mai, la polemica politica in vista delle elezioni regionali del 4 marzo. Ad accenderla, una inchiesta della testata online Business Insider, che ha reso noto un rapporto del 16-20 ottobre scorsi in cui l'Agenzia per la sicurezza delle Ferrovie aveva riscontrato gravissime anomalie nei convogli che percorrevano la stessa tratta in cui il 25 gennaio c’è stato il tragico deragliamento di Pioltello. Ma tra i rilievi tecnici dell’Ansf (che riguardano anche la gestione degli straordinari del personale) e il disastro di Pioltello, secondo Trenord non c’è alcun legame: «Il treno coinvolto era stato sottoposto a tutte le manutenzioni previste e l'equipaggio operava nel totale rispetto della normativa del lavoro e dell'esercizio ferroviario». L’Ansf «ha chiesto a Trenord di formulare e trasmettere entro il 28 febbraio 2018 un dettagliato piano di intervento. Trenord ha già ottemperato. L'azienda si è già tutelata nelle sedi giudiziarie competenti». La risposta non ha certo fermato la slavina politica, agitata soprattutto dalle opposizioni all’attuale governo. Gori (Pd) chiede «chiarezza», Violi (M5S) le dimissioni dell'ad Cinzia Farisé, come anche Rosati (LeU). Ma anche Fontana, il candidato del centrodestra, accusa: «Se ci sono omissioni o responsabilità è fuori di dubbio che i vertici colpevoli di questa cosa pagheranno».
Fontana Attilio è lo stesso che solo poche settimane prima ha avuto modo di dichiarare che la gestione della cosa pubblica lombarda portata avanti da Maroni Roberto non va toccata.
E ora chi glielo spiega, a Fontana Attilio, che Trenord e FNM sono state infarcite di dirigenti e funzionari che sono stati scelti accuratamente scelti tra raccomandati, amici e colleghi trombati della sua stessa Lega Nord, e soprattutto che l'azienda gode di un trattamento oscenamente privilegiato, come il contratto di servizio assegnatole senza una gara d'appalto, o il mandato di auto-certificare il proprio servizio?
E Fontana Attilio sa che gli attuali massimi dirigenti di FNM e Trenord sono gli stessi che, al loro arrivo nelle due aziende, hanno subito rimosso il personale addetto alla sorveglianza interna che aveva smascherato la malagestione criminale di certi loro predecessori, portando alla luce una agghiacciante rete di complicità e collusioni interne che sono rimaste intoccate?
Che domande retoriche: come nel caso dei ridicoli interventi di Maroni negli ultimi anni sulla malagestione di Trenord, le parole di Fontana sono solo annunci a effetto, cui non seguirà nessuna azione pratica.
Qualcuno non l'aveva ancora capito, dopo aver assistito agli anni di silenzio complice (o ritardato?) di gente come Maroni Roberto e Salvinio Matteo, davanti al comportamento predatorio della famiglia di Umberto Bossi e del loro Cerchio Magico?

giovedì 22 febbraio 2018

Trenord minaccia querele per la diffusione dei dati negativi raccolti dall'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie. Perchè dati così gravi non possono essere diffusi? Perchè Sorte Alessandro, Maroni Roberto e Delrio Graziano hanno finora taciuto? Non sapevano nulla?

Mercoledì 21 febbraio 2018, i treni gestiti da Trenord e da FNM, le creature della regione Lombardia a cui Maroni Roberto e Sorte Alessandro riservano incondizionata fiducia, fanno ciò che fanno in continuazione: si guastano.
Terzo mercoledì nero di fila per i pendolari bergamaschi: il treno 2633 delle 19.05 da Lambrate è stato soppresso dopo essere rimasto fermo in stazione a causa di un guasto al locomotore
Da anni, le associazioni dei pendolari della Lombardia denunciano le inefficienze, i disservizi, i guasti e la malagestione delle aziende FNM e Trenord.
Come ha risposto l'amministrazione regionale della Leganord, quella di #LombardiaConcreta? Ha mandato un direttore generale a FNM, Gibelli Andrea, per rimuovere l'unico dipendente, Franzoso Andrea, che ne denunciava le storture e la malagestione. E ha incaricato Sorte Alessandro di leggere i comunicati forniti da Trenord sui miglioramenti del servizio, e altre barzellette del genere, che però ora, a causa del disastro ferroviario di Pioltello, non possono più essere propagate con arrogante strafottenza, infischiandosene delle proteste dei pendolari, che in quei dati favolosamente positivi proprio non si riconoscono.

Nel frattempo, Repubblica ci rende noto che improvvisamente, con tempi assolutamente non sospetti, si è ridestata una misteriosa autorità dei trasporti, che era rimasta fino a oggi silenziosa. Non si capisce se il governo di Gentiloni Paolo Renzi Matteo l'abbia riattivata per fare una dichiarazione del genere a causa del disastro ferroviario di Pioltello, o per esigenze di propaganda elettorale.
Treni: l'autorità dei trasporti stabilisce gli standard minimi di qualità
Convogli più puntuali, più puliti e confortevoli, un’offerta adeguata alla domanda e una migliore gestione delle crisi e delle interruzioni del servizio. Arrivano notizie rassicuranti per i pendolari italiani: ora i treni, nazionali e regionali, dovranno rispettare delle condizioni minime di qualità dei servizi. L’ha stabilito l’ART, l’Authority di regolazione dei trasporti, con una propria recente delibera già in vigore. L’obiettivo è migliorare l’esperienza di viaggio sui binari del Belpaese, accrescere l’appeal del servizio pubblico ferroviario, in caduta libera anche in seguito ai recenti fatti di cronaca e assicurare una gestione più trasparente dei fondi pubblici.


Quello che è certo è che l'articolo di Repubblica è un puro esercizio propagandistico per il governo in carica.
A che serve un'autorità del genere, se aziende come Trenord possono autocertificare la qualità del proprio servizio?
E non esistono già enti come l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf), i cui rapporti sulla malagestione ferroviaria di Trenord e FNM vengono sistematicamente ignorati?

E non parlo solo di Maroni Roberto e Sorte Alessandro: la Lega Nord ha creato Trenord e FNM per riempirle di persone fedeli, per cui è ovvio che protegga queste due aziende con la tipica omertà dei leghisti.
Il problema è che gli stessi governi "progressisti" di Renzi, Gentiloni e compagnia se ne sono sempre altamente infischiati del trasporto pubblico, impegnati com'erano a inseguire l'efficientismo e il modernismo rampanti ed elitari dell'Alta Velocità, oppure a lasciare che le Ferrovie dello Stato si autogestissero come un'azienda privata. Il ministro dei trasporti Delrio Graziano era in platea ad applaudire, quando FS elargì all'ex amministratore delegato Moretti Mauro una carta del viaggiatore per viaggiare gratis per sempre sui suoi treni, nonostante Moretti sia stato condannato per la strage di Viareggio.
Questi stessi amministratori pubblici sono quelli che commissionano queste dichiarazioni dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti, il cui impegno negli anni ha sortitito i risultati attuali: niente.
O meglio: treni che si sfasciano, infrastrutture ferroviarie sempre guaste, ritardi, cancellazioni, disservizi, prezzi sempre più alti, capienza insufficiente, e vittime di incidenti mortali. E non dimentichiamo la ridda di privilegi riservata alla piccolissima parte della popolazione che usufruisce dell'Alta Velocità, costruita e gestita con uno spreco di risorse pubbliche spropositato.

Intanto, in televisione.
Il TG2 delle 13:00 del giorno 22/02/2018 dedica un servizio alla diffusione dell'audit integrale dell’ispezione a Trenord dell’Agenzia per la Sicurezza delle Ferrovie, con l’elenco delle irregolarità riscontrate.


Il servizio cita un dato oggettivo del 11 ottobre 2017: un regionale viene rispedito all'impianto di manutenzione, con l'obbligo di viaggiare a meno di 80 km/h, per la presenza di cavità e sfaccettature anomale sulle ruote delle carrozze. Su quel treno non furono realizzate indagini per capire la causa delle condizioni delle ruote.

Trenord subito replica che le anomalie riscontrate da Ansf nella tratta di Pioltello nell'ottobre 20117 non sono collegate al disastro ferroviario del 2018.
Come può Trenord saperlo con tanta certezza? E' forse Trenord a condurre le indagini? Sono i suoi periti che stanno analizzando i rottami del treno distrutto?
Trenord, l’Agenzia per la sicurezza delle Ferrovie lanciò l’allarme a ottobre 2017. Ecco il report dell’ispezione
E, mentre Trenord minaccia querele a BusinessInsider, per aver diffuso informazioni che dovrebbero essere di dominio pubblico, bisogna chiedersi: nessuno ha intenzione di interrogare Maroni Roberto e Sorte Alessandro in merito? Questi due amministratori regionali erano all'oscuro di tutto? Se sì, perchè tanta incapacità? Se no, perchè hanno taciuto?

A svelare queste e molte altre omissioni è l’audit 17.01/A.13 effettuato da Ansf, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, l’ente preposto a controllare che le società ferroviarie rispettino le procedure di sicurezza, tra il 16 e il 20 ottobre 2017 su Trenord. Nel documento riservatissimo sono elencati dieci rilievi che vanno dal «mancato «rispetto delle scadenze manutentive non sistematicamente garantito», alle «carenze nella gestione del personale, con particolare riferimento al contesto regolamentare sul carico del lavoro», all’«analisi dei rischi ed il registro dei pericoli incompleti e non aggiornati al seguito di alcuni eventi pericolosi ed incidenti accorsi».
Lo spaccato che emerge dal documento è agghiacciante. La malagestione di Trenord e di FNM, da anni lamentata dai pendolari, e sistematicamente negata da Maroni Roberto e Sorte Alessandro, trova riscontro oggettivo.

Diventano chiare le cause di molti dei disagi e disservizi subiti dai pendolari, andando dall'incapacità del personale di Trenord a rispondere alle domande dei passeggeri fino allo sfascio quotidiano di locomotori e carrozze. E' inevitabile sospettare che Trenord avesse e abbia parecchio da nascondere, se deve impedire persino al proprio personale di accedere a certi documenti.
audit sui fornitori manutentivi esterni programmati ma mai effettuati; documenti sulla gestione della sicurezza «non sempre facilmente disponibili» con «il personale che incontra difficoltà nel reperimento di quelli di propria pertinenza»; cinque incidenti o gravi malfunzionamenti non comunicati all’autorità entro le 24 ore previste dalla legge; carenze nella pianificazione ed erogazione della formazione al personale.
E, fatto ancora più grave, che nel terzo trimestre del 2017, ben 18 tra veicoli (cioè carrozze) e treni hanno effettuato servizio pur avendo superato «i limiti di percorrenza» delle scadenze chilometriche di manutenzione.
Dopo essere sceso nei dettagli delle anomalie riscontrate (che sembrano solo una frazione di quelle che questo blog ha elencato in riferimento a un numero ristretto delle linee lombarde!), il rapporto dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria giunge una conclusione che testimonia il menefreghismo della dirigenza di Trenord, di FNM e di #LombardiaConcreta.
Lo stesso menefreghismo contro cui i pendolari della Lombardia combattono ormai da anni, dileggiati e danneggiati ogni giorno.

“non c’è evidenza di analisi e provvedimenti conseguenti alle reiterate segnalazioni da parte dell’Agenzia in occasione delle ispezioni effettuate in esercizio“. Tanto che “in considerazione della numerosità e della gravità delle carenze rilevate, alcune già emerse nel corso di precedenti attività svolte da questa Agenzia, sarà convocato un incontro nel quale codesta impresa ferroviaria, in quanto responsabile del funzionamento sicuro della propria rete di sistema, dovrà definire adeguati impegni per la soluzione delle non conformità, individuando e pianificando azioni correttive volte ad eliminare tutte le cause all’origine di tali non conformità ed evitare che si ripetano“.
Non resta che porsi le domande finali: Trenord dichiarerà falso anche questo documento? E querelerà l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria, che lo ha scritto?




lunedì 19 febbraio 2018

Il report segreto di Trenord con i numeri di una gestione disastrosa (ma l'azienda elargisce bonus ad personam)

Ed ecco spiegata la differenza tra la mia esperienza quotidiana di pendolare col disservizio continuo e a ogni ora delle ferrovie pubbliche della Lombardia, e gli scoppiettanti resoconti di un servizio sfavillante periodicamente forniti dall'assessore Sorte Alessandro sulla base di numeri che l'azienda Trenord fornisce autocertificando la qualità del proprio servizio (come voluto da Lega Nord e Forza Italia/PdL che l'hanno fondata). #LombardiaConcreta

Dove sono adesso Maroni Roberto, Sorte Alessandro, Delrio Graziano, Gentiloni Paolo? Ovviamente stanno zitti, in attesa che Trenord quereli chi ha diffuso questi dati.

Perchè ovviamente, come Renzi Matteo ci insegna, non è l'autore dello scandalo a doversi vergognare, ma il giornalista che lo ha portato alla luce.


Da una parte perde 40.127.470 euro in 12 mesi a causa delle migliaia di treni soppressi; dall’altro elargisce centinaia bonus ad personam, ma solo ad alcuni dipendenti “indicati” dai vertici dell’azienda. È la surreale realtà di Trenord, la società ferroviaria posseduta al 50% da Regione Lombardia tramite la holding Ferrovie Nord Milano e Ferrovie dello Stato, alla quale il Pirellone il 10 gennaio 2015 ha prolungato senza gara – tramite una “scrittura privata” – il contratto di servizio fino al 31 dicembre 2020 per complessivi 2,55 miliardi di euro.
[...]
Dopo l’incidente di Pioltello, l’attenzione mediatica ha reso evidente a tutti ciò che i pendolari urlano da anni: l’inefficienza del servizio offerto dall’azienda pubblica. La difesa d’ufficio sostenuta per anni dai politici regionali – i quali hanno sempre definito quello lombardo un sistema di trasporti d’eccellenza se paragonato quello offerto ai pendolari di Lazio o Campania – oggi non regge più. Dopo Pioltello, la tesi “comparativa” è miseramente crollata. È bastato sentire le storie di quanti percorrevano la tratta Cremona-Milano. 

L’ultimo lampante esempio di inaffidabilità, risale a mercoledì 8 febbraio 2018, quando il Milano-Bergamo delle 19:05 si è fermato per un guasto dopo cinque minuti dalla partenza da Centrale, e per tre ore ha tenuto “imprigionati” i passeggeri nelle carrozze senza elettricità né riscaldamento.

Meno di un mese prima, invece, sempre alla stazione Centrale, un regionale diretto a Tirano fermo al binario 8 aveva preso fuoco per un cortocircuito al sistema di riscaldamento.

A corroborare il giudizio “empirico” dei pendolari, ci sono i numeri. Sono quelli contenuti in un documento interno dell’azienda che Business Insider Italia ha potuto visionare in esclusiva.
Un report segreto che elenca mese per mese il numero delle soppressioni di convogli; gli indici di puntualità dei treni; le condizioni di viaggio dei vagoni; le ricadute economiche sui conti di Trenord per i “posti non offerti” (calcolate dalla stessa azienda).
Nel mese di gennaio 2018 (quello dell’incidente di Pioltello) su 1694 treni effettuati in media da Trenord ogni giorno, si sono verificate 59 soppressioni totali; 86 soppressioni parziali e 27 locomotori sono stati sostitutiti perché guasti.
E ancora: il 92,46% dei convogli è arrivato a destinazione con oltre sette minuti di ritardo, mentre quelli che hanno viaggiato con oltre 5 minuti di ritardo sono stati l’89,65%. Ben 29 treni hanno accumulato un ritardo maggiore ai 30 minuti, mentre 46 sono arrivati oltre i 15 minuti. 
Tutto ciò è accaduto ogni singolo giorno di gennaio 2018.
Prendendo in esame l’intero mese, si scopre che sui 52.514 treni effettuati, ne sono stati soppressi totalmente 2.164, parzialmente 3.001, mentre i locomotori sostituiti sono stati 366.
Se guardiamo gli stessi dati riferiti a tutto il 2017, si scopre così che l’azienda pubblica non ha incassato la bellezza di 40.127.470 euro, a causa della soppressione di 2.539.713 posti a sedere. Solo a dicembre 2017, ha perso per strada 4,5 milioni; altri 4,5 li ha polverizzati a giugno, quando i treni (anche quelli nuovi) si fermavano a causa del caldo; ma l’amara ciliegina per i pendolari – e per tutti i contribuenti lombardi – è stato agosto 2017, quando l’azienda ha totalizzato “mancati guadagni” per ben 5.327.529 euro.
Anche quei convogli che sono riusciti a partire e ad arrivare, non se la sono passata affatto bene (e di conseguenza anche i pendolari che trasportavano): su quei 52.514 treni di gennaio 2018, 18.476 hanno viaggiato con un guasto definito “medio” e ben 12.865 con un guasto “grave”.  Il 44% dei convogli ha effettuato servizio con una o più toilette guaste; 36 su 100 avevano una o più porte rotte; il 39% delle carrozze non è stata pulita prima di entrare in servizio, mentre 31 treni su 100 hanno effettuato servizio con le “ruote sfaccettate”, cioè ovalizzate.
Quest’ultimo dato merita una parentesi anche in riferimento all’incidente di Pioltello: essendo Rfi controllata da Fs ed essendo Fs co-proprietaria di Trenord, è più che probabile che Rfi conosca i numeri del report che vi stiamo raccontando. Quindi parrebbe non essere una coincidenza che Ennio Amodio, il legale di Rfi nell’indagine sulla strage, abbia richiamato l’attenzione degli inquirenti proprio su una “possibile ovalizzazione delle ruote con la conseguente loro usura” tra le cause del deragliamento. Tradotto: Rfi sapendo che 31 treni su 100 di Trenord a gennaio hanno viaggiato con le ruote non in perfette condizioni, ha indirettamente invitato i magistrati a verificare se questa non possa essere una delle cause del disastro. 
Nel 2017 Trenord ha registrato 745.440 guasti, di questi 460.883 sono risultati “aggredibili” – e quindi risolti -, mentre gli altri 284.557 – tra guasti gravi e medi – sono risultati “non risolti. I treni non hanno potuto circolare oppure hanno continuato a viaggiare in condizioni pessime.
Business Insider Italia ha chiesto a Trenord informazioni sui dati contenuti nel report. La risposta è stata che le cifre ufficiali dell’azienda sono quelle pubblicate sul sito di Regione Lombardia. Il problema è che i dati riportati dal Pirellone, sono quelli riferiti dalla stessa Trenord, visto che nel sistema dei controlli non è prevista un’entità terza che verifichi le performance del fornitore pubblico. Di fatto Trenord deve controllarsi da sola, comunicare poi a Regione Lombardia (sua proprietaria) se ha rispettato o meno gli obblighi previsti dal contratto di servizio.
Una débacle frutto dell’insufficiente manutenzione su una flotta con età media assai alta, nonostante i 100 milioni di euro che ogni anno Trenord versa a Trenitalia e alla sua controllante Ferrovie Nord Milano per il noleggio di materiale rotabile. Una situazione che non migliorerà, nonostante la giunta di Roberto Maroni abbia proclamato che il Pirellone investirà 1,6 miliardi per acquistare 160 treni nei prossimi anni. La realtà è che a oggi Regione lombardia per l’acquisto di nuovi convogli ha messo a bilancio solo 26,5 milioni di euro per il triennio 2018-2020, gli altri soldi sono un annuncio.

A dicembre 2017, un mese prima di Pioltello, «la società ha elargito tra i 100 e i 150 bonus “ad personam”, compresi tra gli 800 e i 2.500 euro, al di fuori di ogni accordo sindacale», denuncia Adriano Coscia, segretario regionale del sindacato Orsa. «E non è il primo anno che avviene questa elargizione ad esclusiva discrezionalità dell’azienda. [...] ancora oggi ignoriamo quali siano stati i criteri di scelta dei beneficiari». 
Già a inizio 2017 la consigliera regionale M5s Iolanda Nanni aveva sollevato la faccenda in Consiglio regionale [...]. Anche allora si chiedeva conto dei soldi elargiti solo ad alcuni dei 4.100 dipendenti dell’azienda, secondo le libere volontà dei vertici di piazzale Cadorna, al di fuori di ogni accordo sindacale. Nanni aveva chiesto informazioni anche su 107 promozioni decise unilateralmente da Trenord.
Nello stesso documento, la consigliera proponeva anche che i fondi utilizzati per i bonus andassero «non per la premialità ad personam o una tantum, ma per la manutenzione dei treni e per gli acquisti di materiali urgenti», e a titolo esemplificativo, ricordava come «i treni viaggiassero con i finestrini “pellicolati” poiché mancavano i vetri per riparali».
L’assessore regionale ai Trasporti, Alessandro Sorte, aveva risposto piccato qualche mese dopo: «L’attribuzione di assegni personali mensili ad personam è uno strumento, pur rientrante nel pieno del diritto dell’azienda, che mira a riconoscere e premiare prestazioni eccellenti e comportamenti virtuosi dei propri dipendenti». Aggiungeva inoltre che «le risorse economiche destinate a premi, promozioni e valorizzazione di dipendenti rientrano nel budget annuale destinato al costo del lavoro e che tali risorse non sono in alcun modo in contrasto con quelle destinate ad altri processi aziendali, quali ad esempio il processo manutentivo». 
Dodici mesi e un incidente ferroviario dopo, i bonus sono rimasti, così come i finestrini pellicolati.



domenica 18 febbraio 2018

Gentiloni Paolo non sa se ci sono responsabilità nel disastro ferroviario di Pioltello. Forse darà la colpa al destino?



Davvero Gentiloni ha usato la congiunzione "se"?
E dov'è lo sdegno nazionale per le tre persone morte a causa di un gruppo di aziende a capitale pubblico che, invece di concentrarsi sulla qualità del loro servizio fondamentale per i lavoratori e per l'ambiente, si concentrano sul profitto, quasi fossero aziende private che non devono rispondere a nessuno del loro operato?

sabato 17 febbraio 2018

I guasti della rete ferroviaria italiana

I guasti della rete ferroviaria italiana (manutenuta appunto da un'azienda del Gruppo FS denominata RFI) sono all'ordine del giorno in tutto il paese. E palesemente aumentano per frequenza e per gravità: a parte qualche dichiarazione minacciosa (e assai tardiva) in presenza di vittime, il ministro Delrio Graziano non si è ancora accorto che c'è qualcosa che non va, mentre il suo governo è intento a combattere battaglie di facciate e generare cortine fumogene di chiacchiere in cui autocertifica la qualità del proprio operato?

Cefalù: cadono i cavi sul treno in corsa, panico tra i passeggeri

venerdì 16 febbraio 2018

16 febbraio: i treni e l'atmosfera della Lombardia continuano a peggiorare

Venerdì 16 febbraio 2018, il treno 10456 da Cremona per Treviglio si presenta con un convoglio costituito da carrozze a due piani talmente vecchie che persino la ristrutturazione delle stesse è così fatiscente che sembra sul punto di sfaldarsi. Dov'è finito il favoloso modello Vivalto che la giunta lombarda di Sorte Alessandro ha annunciato di aver comprato (con denaro pubblico) in  pompa magna? Sarà mica di nuovo in manutenzione per l'ennesimo guasto dovuto ai difetti congeniti del modello Vivalto, noti sin dal 2005?
Il treno arriva a Milano Lambrate col solito ritardo che ormai Trenord attribuisce insindacabilmente al disastro ferroviario di Pioltello. 
Alla stazione di Milano Lambrate, come al solito, le informazioni sui treni in arrivo o in ritardo vengono diffuse arbitrariamente.
Il treno 2090 delle 7:53 da Brescia per Milano Centrale non risulta avere ritardi, nè secondo gli orari sugli schermi, nè secondo gli annunci sonori. Alle 8:02, per questo treno non viene segnalato nessun ritardo. Tramite il sito di Trenord, si apprende che il treno ha 15 minuti di ritardo, ma chi gestisce le informazioni nella stazione di Milano Lambrate e sugli schermi di tutta la linea Brescia-Milano, non lo sa.
Il treno 2290 da Bologna per Milano Centrale è annunciato con 5 minuti di ritardo. I minuti di ritardo sono invece 9. Quando arriva, il convoglio lascia senza parole anche chi ha appena viaggiato sul 10456: se possibile, il treno 2290 (marchiato Trenord) presenta carrozze a un piano ancora più malridotte, con sedili diversi uno dall'altro e rivestiti con materiali che si scuciono, porte interne mancanti, carrozza con sportello del quadri comando spalancato (tanto che la porte scorrevole di collegamento tra carrozze si infila tra lo sportello e il vano), e quadro comandi interno mezzo divelto, tanto da sporgere in avanti e minacciare di essere tranciato dalla porta scorrevole.

Ovviamente è troppo aspettarsi che il ministro dei trasporti, Delrio Graziano, manifesti mai qualche interesse davanti a questa vergogna quotidiana del trasporto ferroviario che si ripete ormai da anni. Delrio è sempre stato troppo occupato ad applaudire quando Ferrovie dello Stato celebrava i successi di Moretti Mauro (condannato per strage ferroviaria), nonchè contribuire col governo Gentiloni a rinnovare in anticipo la carica di amministratore delegato di FS di Mazzoncini Renato (il tizio che usa FS come un'azienda privata volta al profitto, e che vuole la costruzione del ponte sullo stretto di Messina). E se non si dedicava ad arricchire i potenti e ai ricchi delle FS, Delrio era impegnato a elargire affari succulenti ai gestori privati delle autostrade italiani.
Non ci si può aspettare niente di meglio dall'assessore Sorte Alessandro e dal suo capo Maroni Roberto di #LombardiaConcreta. troppo impegnati a costruire autostrade inutili strapagate col denaro pubblico, o a proteggere la malagestione del denaro pubblico attuata da Trenord e FNM.
E così, mentre in rete si aggirano utenti chiaramente prezzolati che lasciano commenti osannanti agli investimenti della regione Lombardia nell'acquisto di nuovi treni (senza precisare che arrivano in ritardo di anni, e che i treni acquistati sono di modello scadente e vecchio), i pendolari sono sempre costretti a viaggiare su un trasporto ferroviario pubblico sempre più scadente, mentre la situazione dell'inquinamento atmosferico della Lombardia continua a peggiorare, e gli organi di informazione devono fingere di non accorgersene, per non dispiacere la Lega Nord, il PD e Forza Italia. 

giovedì 15 febbraio 2018

La malagestione ferroviaria in Lombardia prosegue dopo il disastro di Pioltello, nel silenzio della Lega Nord

Alle aziende a capitale pubblico di Trenord, Trenitalia, FNM e RFI non sembra vero: il disastro ferroviario di Pioltello del gennaio 2018 permette loro di stendere una cortina fumogena che copre e/o giustifica la loro continua e ininterrotta malagestione.
Mentre le belle anime si rotolano nella retorica del "non fare politica durante una tragedia", le scaltre aziende del Gruppo FS portano cinicamente avanti la loro gestione fatta di disservizi, guasti, mancata manutenzione, mezzi pubblici miserabili, e trattamento classista ai danni dei pendolari.

Mentre Sorte Alessandro, Maroni Roberto, Delrio Graziano e Fontana Attilio guardano da un'altra parte, con pervicace e criminale ostinazione, gli impianti e i treni della rete ferroviaria della Lombardia dedicata al trasporto pubblico continuano a guastarsi a cadenza giornaliera.

Martedì 13 febbraio:
Treni, guasto tecnico a Porta Garibaldi Ritardi e cancellazioni su via Carnate
Trenord informa che nella mattinata di martedì 13 febbraio ci sono «Ritardi fino a circa 40 minuti, limitazioni e cancellazioni a causa di un guasto agli impianti che regolano la circolazione dei treni nei pressi della stazione di Milano Porta Garibaldi».
Il treno 2606 (BERGAMO 07:35 - MILANO CENTRALE 08:30) è cancellato per un guasto agli impianti nella stazione di MILANO PORTA GARIBALDI.
Il treno 10760 (BERGAMO 06:53 - MILANO PORTA GARIBALDI 07:59) è cancellato.
Il treno 10753 (MILANO PORTA GARIBALDI 06:31 - BERGAMO 07:40) oggi è partito dalla stazione di MILANO GRECO PIRELLI per un guasto agli impianti nella stazione di MILANO PORTA GARIBALDI.
Mercoledì 14 febbraio 2018:
 Milano-Brescia bloccata da un guasto a uno scambio a Pioltello Limito. Cinque regionali hanno registrato ritardi fino a 100 minuti. 

Il traffico ferroviario sulla linea Milano - Brescia è rimasto completamente bloccato dalle 18.45 fino alle 20.25 del 14 febbraio con enormi disagi per i pendolari. Otto Frecce e cinque regionali hanno registrato ritardi fino a 100 minuti in attesa che fosse sistemato il guasto a uno scambio nella zona di Pioltello Limito. La tratta è proprio quella in cui si è verificato il deragliamento del 25 gennaio scorso in cui sono morte tre persone e su cui sono ancora in corso le indagini. 
2633 Milano-Bergamo: 100 minuti di ritardo.
2634 Bergamo-Milano: 100 minuti di ritardo.
2635 Milano-Bergamo: 40 minuti di ritardo.
2078 Milano-Verona: 100 minuti di ritardo.
2079 Milano-Verona: 100 minuti di ritardo.
2081 Milano-Verona: 100 minuti di ritardo.
10923 Milano-Brescia: 100 minuti di ritardo.
10924 Brescia-Sesto S.Giovanni: 100 minuti di ritardo.
10923 Milano-Brescia: 45 minuti di ritardo.

Nella stessa mattinata, i pendolari segnalano anche ritardi per un guasto a Rovato, oltre che l'ilarità  della Polizia, a cui qualcuno si è rivolto telefonicamente. D'altra parte, da Maroni a Fontana a Sorte, tutti quanti sanno che il trasporto ferroviario della #LombardiaConcreta è una barzelletta.

Giovedì 15 febbraio, il treno 2057 Milano-Verona subisce 17 minuti di ritardo per l'ennesimo guasto alle porte.

giovedì 8 febbraio 2018

Trenord: l'osceno scandalo dell'incapacità e della malagestione, dopo due sole settimane dal disastro ferroviario di Pioltello. Sorte Alessandro, Maroni Roberto e Fontana Attilio, battete un colpo se ci siete

 #Discoverytrain#Trenord#communitydeltreno

7 febbraio 2018, Milano-Bergamo: Pendolari sul treno per oltre quattro ore
Alle ore 19:05 di mercoledì 7 febbraio 2018, il treno 2632 da Milano Centrale per Bergamo esce dalla stazione, e percorso un breve tragitto, si ferma.
Il treno resta fermo fino alle 22:45. Cioè tre ore e quaranta minuti. 220 minuti.

Dopo il disastro ferroviario di due settimane fa, le aziende a capitale totalmente pubblico di Trenord e FNM, magnanimente assolte a priori da Maroni Roberto per qualunque possibile colpa, continuano a fornire un servizio ferroviario pubblico che è osceno nella sua sistematica reiterazione di inefficienze, guasti, ritardi, mancate comunicazioni, menefreghismo e arroganza.
Nonostante le tratte sulle linee che transitano attraverso il nodo di Pioltello siano state ridotte di numero, Trenord e FNM continuano a mettere in pista treni scassati, che si guastano, e causano ulteriori ritardi a un servizio già rallentato per l'inagibilità di parte dei binari di Pioltello, come se nel loro parco treni non avessero altro.
Per esempio, nella mattina del 7 febbraio 2018, il treno 2054 Verona-Milano subisce 30 minuti di ritardo per guasto al treno.
Ma gli amministratori regionali della Lega Nord e di Forza Italia, come Sorte Alessandro e Maroni Roberto, tacciono su questa oscena e incessante malagestione, e nessuno di loro prova anche solo a indagare su cosa stia accadendo dentro FNM e Trenord: con tutti i fondi pubblici che ricevono, peerchè il servizio è così schifoso? Chi altri dovrebbe chiederselo, se non i leghisti della #LombardiaConcreta?

Ma torniamo al treno 2632, fermo tra le stazioni di Milano Centrale e Milano Lambrate per duecentoventi minuti. Sì, proprio lì, dentro Milano: non si trova disperso nel profondo della campagna bergamasca tra due fermate di cui nessuno ha sentito il nome. Si trova a poca distanza dalla stazione di Milano Centrale, dove transitano decine o centinaia di treni ogni giorno, e dove uno si aspetta che Trenord, FNM e magari RFI dispongano di potentissimi mezzi per risolvere all'istante le emergenze.
Ma forse questo accade solo con i treni Frecciarossa di Trenitalia.
Invece ai miserabili clienti pendolari a bordo del treno del servizio pubblico viene comunicato che la motrice di servizio, inviata per il traino del loro convoglio guasto, è ferma a causa di un guasto sulla linea Milano-Venezia.
Milano-Venezia? Ma da dove è partita, questa motrice?
Maroni Roberto e Sorte Alessandro, signori leghisti di #LombardiaConcreta, avete nulla da dire o da chiedere a Trenord e FNM, in merito?

Il capotreno a bordo del treno 2632 inizialmente segue quello che è apparentemente il protocollo ufficiale di Trenord, dato che quasi tutto il personale di questa azienda si comporta allo stesso modo (eccetto i neo-assunti, facilmente riconoscibili perchè si sentono tenuti ad aiutare i passeggeri): infatti, il capotreno tace per venti minuti, rende noto il guasto tecnico, e tace per un'altra ora.
Quando finalmente anche in lui si risveglia l'empatia dell'essere umano, i passeggeri scoprono che non serve a nulla: il poveretto non viene aggiornato dal personale dell'azienda Trenord (o FNM o RFI) che sta gestendo l'emergenza, e persino il sito internet di Trenord è più informato di lui.

Il treno è del modello Vivalto. A sentire l'assessore Sorte Alessandro, la sua giunta regionale della Lombardia ha fatto un munifico dono ai pendolari, comprando una manciata di questi treni.
Ogni giorno, i pendolari scoprono sulla loro pelle quanto Sorte non abbia capito niente (o in alternativa, non gliene freghi niente e li stia prendendo in giro): il modello Vivalto, in circolazione dal 2005, soffre notoriamente di difetti congeniti e guasti ciclici. Infatti, Trenitalia lo ha ripudiato e sta ora vantandosi di produrre il modello Rock, che è privo di questi difetti.
Lo sanno tutti, apparentemente eccetto Sorte e Maroni, che nella loro ignoranza di amministratori leghisti e forzaitalioti, continuano a dilapidare il denaro pubblico per comprare treni scadenti con cui sostituire (in clamoroso ritardo e con grande lentezza) i treni del parco ferroviario lombardo, vecchi dai venti ai trenta anni.

Anche questa sera, la competenza e la lungimiranza di Sorte e Maroni regalano ai pendolari bergamaschi una enorme fregatura, amplificata dal'indifferenza arrogante della loro azienda a conduzione leghista, il poltronificio Trenord, la quale in questi duecentoventi minuti di attesa non fornisce alcuna assistenza alle persone bloccate a bordo del treno 2632.
A bordo del treno ci sono anche anziani e bambini.
Col passare delle ore, il riscaldamento si ferma, le luci si spengono, e l'aerazione si ferma. Ma l'azienda Trenord non interviene, con l'eccezione di un tecnico che provvede ad aprire i finestrini manualmente (altra ottima caratteristica dei treni Vivalto sono i finestrini che non possono essere aperti, soffocando i passeggeri non appena il treno si guasta, cioè continuamente, d'inverno come d'estate).

Quando una motrice finalmente raggiunge il convoglio, e lo traina fino alla stazione di Milano Lambrate, i pendolari a bordo scoprono che ad attenderli ci sono le forze dell'ordine.
Ma le forze dell'ordine non sono lì per dare assistenza: secondo i passeggeri, sono schierate e pronte a reprimere qualunque tentativo di protesta da parte di persone stremate dal freddo e dalle ore di attesa su un treno buio e soffocante; persone che, per la maggior parte, si sono alzate alle 6 del mattino, hanno lavorato tutta la giornata, e ora sono esauste, affamate e infreddolite; persone che vorrebbero solo tornare a casa, e che hanno invece subito l'ennesima serie di soprusi, disservizi e maltrattamenti da parte di un'azienda pubblica della regione Lombardia, e che vengono ora trattate come un pericoloso nemico da tenere a bada.

Ancora una volta, complimenti vivissimi a Maroni Roberto, all'assessore Sorte Alessandro, al loro grande ammiratore Fontana Attilio, e a tutti gli elettori che sostengono a spada tratta la vergognosa masnada di arraffoni incapaci e cialtroni che compongono la vergognosa e oscena associazione a ingozzarsi di denaro pubblico chiamata  Lega Nord.

Complimenti anche al TG3 e al TG della Regione Lombardia, per aver fragorosamente taciuto sulla vergognosa interruzione del servizio in questione.

Vale la pena di riportare i commenti di alcuni dei passeggeri, comparsi sulla pagina de l'Eco di Bergamo.
"Le cose raccapriccianti sono state, in primis il totale menefreghismo del personale Trenord che considera i propri clienti peggio degli animali al macello. Un plauso alle forze dell'ordine che dopo tre ore di richieste d'assistenza con persone che hanno accusato malori rispondevano al telefono con " e noi che dobbiamo fare?" e si sono palesati a Lambrate non con bottigliette d'acqua ad assistere i viaggiatori, ma in schieramento pronti a reprimere a manganellate? Tanto e vero che alcuni bambini dopo tre ore mezza di sequestro erano intimoriti e scoppiati a piangere. I miei complimenti a chi ha dato questa brillante disposizione... Sarebbe opportuno conoscere il funzionario che ha disposto una tale accoglienza, almeno hanno evitato di manganellare pendolari donne e bambini colpevoli di aver diffuso la notizia di questo ennesima schifezza. Ma tanto "si scusano per il disagio" e tutto passa in cavalleria"


 #Discoverytrain#Trenord#communitydeltreno


Giovedì 8 febbraio 2017, il treno 2604 da Bergamo per Milano Centrale si guasta, e deve essere sostituito. Accumula 23 minuti di ritardo.
Ed è un'altra prova dello sfacelo in cui versa il trasporto ferroviario di #Lombardia Concreta, benedetto da Maroni Roberto e Fontana Attilio, come dimostra questa osservazione.
"Anche stamattina figura da cioccolatai: il 2604 delle 7:02 da Bergamo si e' guastato appena prima di partire e le persone sono state fatte trasbordare sul treno a fianco partito con piu' di 10 minuti di ritardo. Da notare che il treno guasto e' quello che aveva sostituito il Vivalto che si e' guastato ieri sera."
Dov'è il ministro Delrio Graziano, del partito PD al servizio di Renzi Matteo, mentre le aziende ferroviarie della regione Lombardia si sfasciano, e Trenitalia, che ne detiene metà, tace?

Delrio è impegnato, come sempre, a fare gli interessi di imprenditori, dirigenti, e aziende private. Il ministro cattolico che va in bicicletta è immancabilmente sordo e cieco agli interessi dei cittadini e all'etica della sua religione, quando si tratta di occuparsi del proprio ministero. E' infatti un perfetto esempio della spudorata ipocrisia dei cattolici nostrani, bravissimi a scagliarsi contro le abitudini sessuali di chi non si piega alla loro dottrina, ma silenziosissimi di fronte a qualunque abuso e sopruso perpetrati per gli interessi economici dei ricchi.
Autostrade, il ministero dei Trasporti pubblica gli atti delle concessioni. Senza i dettagli economico-finanziari
Graziano Delrio ha deciso di pubblicare sul sito del ministero dei Trasporti gli atti di convenzione con le 26 società di gestione delle autostrade italiane, cioè i contratti che legano i concessionari con lo Stato.
Per decenni quegli atti sono stati tenuti gelosamente in cassaforte come si trattasse di segreti militari.
Mancano gli allegati fondamentali, quelli su cui sono incardinati i contenuti economici e finanziari del contratto.
Il Fatto Quotidiano ha pubblicato alcune settimane l’Allegato B dei due maggiori concessionari: Autostrade per l’Italia dei Benetton che gestisce circa 3mila dei 6mila chilometri autostradali e Gavio che è il signore delle autostrade del Nordovest, a cominciare dalla ricchissima Torino-Milano.
In quegli atti che introducono importanti cambiamenti rispetto alle convenzioni passate, il ministro Delrio ha inserito regali di svariati miliardi di euro ai concessionari. Oggi lo stesso Delrio decide di non pubblicare sul sito ministeriale quegli allegati dalla cui consultazione i cittadini potrebbero rendersi conto di persona dei gentili omaggi. Lo fa proprio alla vigilia delle elezioni 
Il ministro in pratica ha di nuovo accolto l’impostazione dei signori delle autostrade i quali ritengono che quegli atti siano da considerare segreti industriali da non rivelare agli automobilisti e all’opinione pubblica nonostante di mezzo ci sia l’uso di beni dello Stato come sono appunto le autostrade.
Tra i documenti omessi da Delrio ci sono poi quelli in cui il concedente è Concessioni autostrade lombarde (Cal), una società mista al 50 per cento tra Anas e Regione Lombardia che gestisce la Brebemi, l’Autostrada Pedemontana Lombarda e la Tangenziale Est esterna di Milano. In questo caso non è il ministero di Delrio il concedente, ma è sempre il ministero che procede alla revisione annuale delle tariffe di concerto con il ministero dell’Ecomia e con un decreto apposito. 
Che a Maroni e alla Lega Nord interessi solo il profitto degli amici imprenditori è testimoniato anche dalla loro ostinazione a mantenere un silenzio omertoso sullo spaventoso livello di inquinamento atmosferico del Nord Italia, che è stato fotografato anche dallo spazio.

Ecco qui un esempio della bassezza a cui giungono Maroni Roberto e i leghisti al suo seguito, alla faccia di tutte le chiacchiere e le spacconerie che diffondono a piene mani.

In Lombardia l’aria è una delle più inquinate d’Europa. Eppure la Regione non rispetta le scadenze che la Giunta ha fissato per aggiornare il PRIA. Una mancanza istituzionale grave, che rende ancora più difficile la situazione dell’Italia, chiamata proprio questa settimana a fornire risposte alla Commissione Europea in merito alle misure adottate per rientrare sotto le soglie di inquinamento e evitare la procedura di infrazione.
Il PRIA è il Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria. È stato approvato nel 2013 e si è rivelato insufficiente a contrastare il grave inquinamento atmosferico presente da anni in Lombardia. Per questo, a seguito dell’azione legale avviata da Cittadini per l’Aria con il supporto di ClientEarth ad inizio 2017, il 3 aprile dello scorso anno, la Giunta regionale ha dato il via alla procedura di aggiornamento.
A dieci mesi di distanza, però, la qualità dell’aria in Lombardia è ancora lontanissima dall’avere livelli di inquinamento a norma di legge. E il nuovo PRIA avanza con ritardi inaccettabili. Ancora oggi, infatti, i cittadini non sanno a che punto sia la prima fase di aggiornamento del PRIA. La pubblicazione della bozza del nuovo PRIA sarebbe dovuta avvenire entro i primi giorni dello scorso mese di dicembre. Per ora, è stata pubblicata solamente la Relazione di monitoraggio triennale del PRIA, approvata lo scorso 30 ottobre, con quasi due mesi di ritardo