Il treno 10456 che parte da Treviglio alle 7.23 ritarda di cinque minuti, accavallandosi al 7.28, come accade già da troppo tempo senza che nulla si faccia in merito.
Ma non solo: il 10456 si presenta anche con una carrozza guasta, costringendo i sempre più numerosi passeggeri ad accalcarsi in quelle disponibili. Trenitalia e Trenord non lo sanno, ma sono iniziate le lezioni di scuole superiori e università, e quindi sono aumentati i passeggeri (mentre le carrozze e i posti a sedere diminuiscono).
Il 10456 arriva in ritardo a Lambrate, dove anche il treno 2160 delle 7.47 è in ritardo. Ufficialmente, di 5 minuti. Ma il 2160 arriva a Milano Centrale con 9 minuti (non dichiarati) di ritardo.
Al ritorno, il 2105 delle 17.25 che parte da Milano Centrale si presenta con 2 carrozze chiuse, nell'indifferenza di Trenitalia e Trenord, che ignorano che si tratta di un treno di pendolari in una fascia "di punta".
Il treno ritarda la partenza, ed è già affollato di persone in piedi. A Lambrate, una ulteriore massa di passeggeri (tra cui anche sprovveduti visitatori dell'Expo) si stipa in modo penoso in ogni angolo libero delle carrozze accessibili.
Alla fermata di Pioltello, la situazione peggiora ulteriormente, il che sembra incredibile. Quanti passeggeri possono essere compressi in una carrozza con finestrini sigillati e aria condizionata ferma?
Viene da chiedersi dove vadano i soldi di tutti gli abbonamenti di questi pendolari, serviti solo da treni in ritardo e con carrozze chiuse.
Il 2105 arriva a Treviglio con 9 minuti e 59 secondi di ritardo, per cui ufficialmente il ritardo è di soli 5 minuti.
Aggiungiamo i 10 minuti di passeggiata verso un parcheggio remoto, come suggerito dall'assessore Basilio Mangano di Treviglio. Sommiamo il tempo perso per uscire da questa cittadina sempre più intasata di traffico immotivato.
Moltiplichiamo per cinque.
E a essere ottimisti, un pendolare butta via due ore alla settimana quando va tutto bene. Ore tradotte in permessi sul lavoro e appuntamenti mancati con medici, commercialisti eccetera, che non vengono certo rimborsati dal miserabile bonus mensile generosamente concesso sull'abbonamento ferroviario.
Non si può evitare di interrogarsi anche cosa intenda l'assessore per lavori "pubblici". Del servizio pubblico ferrovie, chiaramente, non gli importa nulla: infatti parla di passeggiate di dieci minuti, dando per scontato che i treni siano sempre in orario. E si chiede perchè nessuno usi il parcheggio pubblico di Treviglio Ovest, stazione che tutti sanno essere ormai "fantasma", non offrendo corse per Milano che drenerebbero l'afflusso di automobili nella zona di Treviglio Centrale.
Ma è logico che all'assessore non importi dei trasporti ferroviari: i pendolari provengono per la maggioranza da fuori Treviglio, e quindi non votano. Meglio lasciare la seccatura dei treni alla regione Lombardia.
La quale, a sua volta, non sembra fare nulla, tranne esibirsi in proclami periodici.
E anche qui, bisogna dedurre che neppure al governo regionale importa molto dei pendolari. Evidentemente non li considera un bacino elettorale.
Non resta che sperare che i pendolari, questa volta, se ne ricordino, alle prossime elezioni. Se ce ne saranno.
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