Giovedì 14 febbraio 2019: treni con ritardi superiori a 40 minuti o cancellati per ennesimo guasto agli impianti sulla linea Verona-Brescia-Milano a cura di RFI.
Treno 2057: 46 minuti di ritardo.
Treno 10715: cancellato da Milano a Treviglio.
Treno 2057: 46 minuti di ritardo.
Treno 10715: cancellato da Milano a Treviglio.
Treno 10714: cancellato.
Treno 10716: 20 minuti di ritardo.
Treno 2090: 10 minuti di ritardo.
Treno 2096: cancellato da Brescia a Rovato; poi, 56 minuti di ritardo.
#LombardiaConcreta, però, è anche e soprattutto la malagestione indigena di un'azienda infarcita di amici e raccomandati e politici, tutti dell'orbita della Lega Nord, e difesi a spada tratta da una giunta regionale che ha come unico scopo quello di rilasciare proclemi tremebondi a uso e consumo dei mezzi d'informazione, mentre nelle sedi adibite a interventi concreti non muove mai un dito, se non per essere compiacentemente succube delle inspiegabili mire imprenditoriali di un'azienda completamente controllata da enti pubblici.
Oggi un vertice in Regione con i pendolari, che in un documento accusano - «Solite soppressioni e soliti rallentamenti, i conti non tornano neppure con questo piano»
Pendolari, Regione Lombardia e Trenord tornano ad incontrarsi oggi per un primo riscontro sull’applicazione dell’orario invernale introdotto a dicembre.
Dal canto loro i viaggiatori hanno già diramato un documento, sottoscritto da 11 associazioni, che lamenta come il suddetto piano non stia dando alcun segno di miglioramento. Tra i firmatari, figurano i Pendolari Como, il Comitato Pendolari Como-Lecco e il Comitato Viaggiatori Nodo di Saronno. Da Como in particolare, il portavoce Ettore Maroni e Matteo Mambretti, rappresentante dei viaggiatori alla conferenza regionale Tpl, già nelle scorse settimane avevano rilevato come, né sul fronte della riduzione del numero dei treni soppressi né sul fronte dei ritardi, fossero emerse positive novità.
«Se l’amministrazione delegato (Marco Piuri, ndr) e l’assessore ai Trasporti (Claudia Maria Terzi, ndr) - si legge nel documento - volessero prendere un treno su una qualsiasi direttrice della Lombardia, noteranno, anche senza dossier o grafici, che il piano è servito solo a recuperare materiale nelle fasce “morbide” e a mettere una pezza alla carenza di personale e manutenzione che sia i viaggiatori che i sindacati denunciano dal 2015. Nelle fasce pendolari tutto è rimasto come prima, con le solite soppressioni, i soliti guasti, i soliti rallentamenti».
E ancora: «Trenord non riusciva a fare il servizio prima e sopprimeva, ora ha tolto proprio dei treni e le soppressioni sono numericamente diminuite. Peccato che se sommiamo il numero di soppressioni odierne a quelle dello scriteriato piano di emergenza, stranamente i conti non tornano».
Il piano in questione è entrato in vigore lo scorso 9 dicembre, con l’orario invernale, e ha previsto la sostituzione dei treni con meno di 50 viaggiatori con bus. La riduzione, per Trenord, ha interessato 7mila viaggiatori su 750mila utenti giornalieri e ha riguardato le tratte Codogno-Cremona-Mantova, Mortara-Pavia e Vercelli-Pavia, Seregno-Carnate e Bornate-Rovato.
«L’ad di Trenord - si legge ancora nel documento - qualche giorno fa dichiarava “che il piano emergenziale sta dando i suoi frutti, riportando regolarità e affidabilità”... Il piano è stato subito dai pendolari con il “tacito” silenzio della giunta lombarda che lo ha recepito senza eccezioni e senza porsi domande o porre condizioni… È stato imposto senza nessuna critica o proposte migliorative. Questa premessa di forma è importante per capire come il dialogo che cerca Trenord (e a quanto pare Regione) è del tipo “parliamo, discutiamo ma poi decidiamo noi come vogliamo”».
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