Mercoledì 4 Novembre 2015, l'offerta commerciale di Trenitalia prevede:
- un ritardo di 5 minuti del 10456 all'arrivo a Milano Lambrate, con perdita di "coincidenza";
- un ritardo di 20 minuti (a Lambrate) del treno delle 7:54 per Milano Centrale;
- un ritardo del 7.53 per Milano Centrale, che arriva a Lambrate ma non riparte fino alle ore 8:00.
Il 7:53 arriva da Treviglio (ore 7:33), ma a Treviglio non è possibile salirvi, perchè è stipato di studenti, e il viaggio avviene in condizioni di soffocante disagio.
Per questo motivo si sceglie il 7.22 (10456), che però accumula sempre un ritardo tale da essere raggiunto dal 7:33.
Al ritorno, il treno 2098 che parte da Milano Centrale alle 13.25 accumula 5 minuti di ritardo, nonchè numeriosi studenti assiepati in piedi nei mezzanini.
Sui quotidiani, oggi è in evidenza questa notizia (fornita per esempio da MetroNews): Tpl, per le Regioni il default è in arrivo.
Succede ogni anno, e ogni anno si resta allibiti da come il denaro pubblico finisca sprecato ovunque tranne che nel trasporto pubblico, come se in questo particolare settore non ci fossero ricchi privati da foraggiare, ma solo gli irrilevanti diritti dei cittadini da rispettare.
«La dotazione del Fondo nazionale trasporti istituito dalla stabilità 2013 (4.929 milioni di euro annui) non garantisce il pieno ristoro delle risorse del settore rispetto ai tagli degli ultimi anni».
E, nel dettaglio: «Il Fondo è insufficiente per far fronte, oltre agli oneri derivanti dai contratti di servizio, alle spese per il rinnovo del materiale rotabile ferro/gomma, per la manutenzione straordinaria delle infrastrutture, per l'innovazione tecnologica e per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro». In una parola: è il default.
«È inspiegabile che a novembre le Regioni non abbiano ancora ricevuto il residuo 40% delle quote previste dalla ripartizione del Fondo», denuncia la Cisal, sottolineando le drammatiche conseguenze: non solo autobus e metrò a singhiozzo, ma l’intero comparto rischia il ritardo negli stipendi.
Però la Lombardia di Maroni sa trovarli, i soldi, quando vuole. Per esempio, guardiamo il giro d'affari del vicepresidente Mantovani, ora in galera per le sue attività non proprio pulite a spese delle nostre tasse. E Maroni prometteva di pagare l'avvocato al tizio che ha ucciso un ladro nel proprio giardino (con i soldi di chi?).
Nel documento di bilancio c’è anche un taglio per il 2015 di 250 milioni ai fondi di Rfi, per l’ammodernamento della rete, a tutto vantaggio di Anas.
Sconcertante che il governo nazionale foraggi i trasporti su ruote, e ignori quello ferroviario.
Anche il governo della Lombardia preferisce versare soldi nell'autostrada BreBeMi, foraggiando ripetutamente un'impresa fallimentare dove il traffico quasi non esiste. Si vede che il voto dei privati che l'hanno costruita vale più di quello dei cittadini che non la utilizzano e scelgono invece il più civile ed ecologico treno.
Spostando tra l’altro i finanziamenti dal ferro alla gomma si lancia un segnale di politica economica contrario allo sbandierato “green act” annunciato dal ministro Galletti o dallo stesso Delrio in Commissioni Trasporti, Attività produttive e Ambiente la settimana scorsa alla Camera. Le opposizioni insorserso facendo notare in audizione che mentre si parla di “mobilità sostenibile” si continuano a portare avanti bandi per il Tpl con autobus a gasolio.
Come già dicevamo parlando del romanzo 1984 di Orwell, questo governo è in continuità con quello Berlusconiano, nel suo esibirsi in proclami (arroganti e strafottenti) che promettono meraviglie e vantaggi per tutti, salvo poi procedere in direzione diametralmente opposta, e facendo spallucce se qualcuno protesta (o peggio, umiliandolo con altri proclami). Il metodo Renzi è la celebrazione dell'annuncio e dell'apparenza, che dominano i media e illudono l'opinione pubblica, resistendo anche alla forza delle smentite e alla logica dei fatti oggettivi. Nella gestione dei trasporti, i ministri alla corte di Renzi non sono da meno.
Che curiosa coincidenza, comunque. Fino a fine ottobre, i soldi c'erano. Ora che è finito Expo sono finiti? O forse si può dire solo ora?
Che curiosa coincidenza, comunque. Fino a fine ottobre, i soldi c'erano. Ora che è finito Expo sono finiti? O forse si può dire solo ora?
E la nuova offerta commerciale "disservizio" dipende dall'esaurimento dei soldi?
Per Venerdì 6 Novembre, è previsto uno sciopero dalle 9:00 alle 17:00. Che senso ha fare sciopero, concetto che implica il causare disagi e disservizi all'utenza? I disagi e i disservizi sono già presenti anche nelle giornate senza sciopero.
Ecco la mia proposta di una nuova regolamentazione per questo settore: i ferrovieri possono fare sciopero solo se la loro azienda è riuscita a fornire un servizio continuativo e senza disagi per almeno cinque giorni consecutivi. Al sesto, possono fare sciopero. Altrimenti, il contatore riparte da zero.
Per commissariare e "salvare" Roma Capitale, qualcuno dichiara di voler usare lo stesso metodo di Expo. Se la gestione dell'offerto commerciale di Trenitalia in questi mesi è significativa del "metodo di Expo", ciò significa che, quando la fiera chiude e tutti levano le tende, la "risanata" Roma risprofonderà nel dissesto.
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