martedì 20 novembre 2018

20 novembre 2018: lo sciopero di venerdì 23 novembre prevede cancellazioni, ritardi, variazioni. E' già in corso da anni?

Venerdì 23 novembre sciopero Rfi e Trenitalia. A rischio anche alcune linee di Trenord

Come informa Rfi sul suo sito ufficiale, "lo sciopero inizierà alle ore 9 di venerdì 23 novembre e terminerà alle 17 dello stesso giorno" e "i treni potranno subire ritardi, cancellazioni o variazioni"“

Trenord sul proprio sito ha informato i viaggiatori "che lo scioperò potrà coinvolgere anche le linee S1, S2, S4, S9 e alcuni treni da e per Domodossola".

Disagi sono quindi annunciati sulle direttrici: S1 Saronno - Milano Passante - Lodi, S2 Mariano Comense - Milano Passante - Milano Rogoredo, S4 Camnago Lentate - Milano Cadorna e S9 Seregno - Albairate.


Notizia lampo per la dirigenza di Trenord, che è stata selezionata dalla dirigenza di FNM, che è stata selezionata dalla Lega Nord nelle sue varie giunte con cui ha gestito gli affari (propri?) della Regione Lombardia: i treni di Trenord subiscono ritardi, cancellazioni, variazioni e guasti ogni giorno di ogni settimana di ogni mese.
Come si fa a distinguere tra disservizi della malagestione di Trenord di #LombardiaConcreta e gli effetti dello sciopero?

I problemi sono iniziati molto presto, sul convoglio in transito da Cremona per Milano alle 6.15, segnalato con 39 minuti di ritardo a causa di un guasto agli impianti di circolazione.

Ma il peggio pare essersi verificato sul 10458 Cremona – Milano Porta Garibaldi delle 6.15 che ha accumulato ben 95 minuti di ritardo (in questo senso in molti hanno notato la discrepanza tra quanto appare sul sito di Trenord, che indica 49 minuti di ritardo, e quanto si vede sui tabelloni in stazione a Crema, dove ne erano segnalati appunto 95) a causa di un guasto al treno verificatosi alla stazione di Castelleone.

Percorso appena un metro dalla ripartenza il convoglio si è bloccato, senza corrente elettrica. Dopo mezz’ora senza alcuna informazione i pendolari sono stati avvisati di un guasto e il capotreno ha annunciato l’arrivo del treno successivo. I viaggiatori, a piccoli gruppi, sono stati fatti spostare sul convoglio appena giunto (comunque con 15 minuti di ritardo), salvo poi trasferirli sul treno originario che macchinista e capotreno erano riusciti ad aggiustare.

Finalmente ripartiti, qualcuno ha fatto notare a quest’ultimo i mancati avvisi e l’uomo si è giustificato con un: “Sto lavorando. Non sono qui a giocare a snake (giochino elettronico presente sui cellulari Nokia dei primi anni 2000, ndr)“.

Il problema di Castelleone si è ripercosso poi sulle altre corse della Cremona-Treviglio: la corsa delle 6.52 è infatti terminata nella suddetta stazione, anziché giungere a destinazione, mentre chi viaggiava da Treviglio verso Cremona si è ritrovato ad accumulare ritardi fino a 35 minuti.

Situazione nera anche sulla Brescia-Parma. L’ennesima da aggiungere alla già lunghissima lista dei disagi – ritardi, soppressioni, treni piccoli rispetto alle esigenze di traffico – della linea. E’ stato il 20333 a subire i disagi maggiori. Avrebbe dovuto partire alle 8.15 da Casalmaggiore ma è giunto alla stazione 20 minuti dopo (e senza nessun annuncio sulle App o sul sito). Arrivato a Casalmaggiore è stato preso d’assalto dai pendolari in attesa di andare a Parma (e già in ritardo). A quel punto, e con i viaggiatori in sovrannumero già a bordo, il capotreno ha deciso che così pieno non si poteva procedere.

Alla fine poi il treno è ripartito colmo, a pochi minuti dalle 9. Il successivo per Parma è annunciato con 27 minuti di ritardo. Non c’è mai fine alla vergogna.

"Treno delle 8:15 per Parma in ritardo e monovagone; il capotreno non vuole partire perché siamo strapieni. Alla fine sono scese una ventina di persone".
Si apre un’altra mattina pessima per la Brescia-Parma. L’ennesima da aggiungere alla già lunghissima lista dei disagi – ritardi, soppressioni, treni piccoli rispetto alle esigenze di traffico – della linea. E’ il 20333 a subire i disagi maggiori. Avrebbe dovuto partire alle 8.15 da Casalmaggiore ma è giunto alla stazione 20 minuti dopo (e senza nessun annuncio sulle App o sul sito). Arrivato a Casalmaggiore è stato preso d’assalto dai pendolari in attesa di andare a Parma (e già in ritardo). A quel punto, e con i viaggiatori in sovrannumero già a bordo, il capotreno ha deciso che così pieno non si poteva procedere.

Treno delle 8:15 per Parma in ritardo e monovagone – racconta G.V. che l’odissea l’ha vissuta in diretta – il capotreno non vuole partire perché siamo strapieni. Alla fine sono scese una ventina di persone perché siamo strapieni e il capotreno non vuole partire. Siamo ancora fermi a Casalmaggiore. Il capotreno è in contatto con il capotreno del treno delle 9 per cercare una soluzione. Stiamo partendo lasciando giù un bel gruppo di persone. Dovranno aspettare il treno delle 9”.

“Un ragazzo voleva fare delle foto per documentare. Il capotreno si è arrabbiato dicendo che su suolo ferroviario non si possono fare foto”.
 I #pendolariuniti sono avvertiti.
Invece di porre rimedio alla propria malagestione, Trenord preferisce impedire che venga documentata, o rimuovere qualunque prova esistente (come mai il sito my-link.it oggi non riporta più nessuna informazione sui tempi di viaggio effettivi?).

Stesso racconto, quello di M.G.: “Basta distrarsi un attimo e il treno 20333 torna monocarrozza e in netto ritardo… e non è nemmeno segnalato sul l’applicazione. Magari sperano che non ce ne accorgiamo. Da Casalmaggiore non ci fanno partire, giustamente, perché siamo in troppi. Si attende qualche volontario che decida di scendere per prendere il treno dopo. Non è una scelta facile, ognuno ha i suoi impegni e siamo già in straritardo”.

Un altro pendolare rimasto a piedi racconta: “Dopo qualche giorno con due carrozze, oggi Trenord é tornata ai vecchi costumi treno delle 8.15 in ritardo 30 minuti e con una sola carrozza: persone stipate anche nelle porte. Arriva sul binario 1 il treno da Parma delle 8.40 con 4 carrozze, di cui almeno 3 vuote sul binario 1. Oggi attendiamo il treno delle 9, con la vita meglio non rischiare… Alle 8.50 il treno 20333 é ancora a Casalmaggiore mentre la povera capotreno fa scendere alcuni viaggiatori… partirà alle 8.53 con 39 minuti di ritardo…”. Alla fine poi il treno è ripartito colmo, a pochi minuti dalle 9. Il successivo per Parma è annunciato con 27 minuti di ritardo.

Non c’è mai fine alla vergogna.

Situazione difficile anche per chi è diretto a Mantova, che si è visto sopprimere il treno delle 7.40: Trenord ha segnalato la possibilità di utilizzare al suo posto quello delle 7.30 in arrivo da Milano. Soppresso, infine, anche il Mantova-Cremona delle 10.15, che verrà sostituito da un servizio autobus. Cosa che peraltro è già prevista per una serie di altri convogli, che per consentire lavori di manutenzione saranno sostituite da bus per tutta la settimana.
Ancora una volta, ci chiediamo: come può un rappresentante delle istituzioni come Fontana Attilio credere alle affermazioni di Piuri Marco, amministratore di Trenord, sul fatto che Trenord  convertirtà in autobus solo le corse con meno di 50 passeggeri?
Da quando è stata fondata, e le notizie di oggi lo dimostrano, Trenord non ha la minima idea del numero di passeggeri che viaggia sulle sue tratte. Se ne fosse consapevole, in tutti questi anni, avrebbe continuato a erogare treni insufficienti in frequenza e capienza?
 


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