venerdì 23 novembre 2018

23 novembre 2018: un altro morto sulle ferrovie lombarde gestite da RFI, e un'altra cappa di silenzio degli organi di informazione

Stava lavorando per conto di Rfi quando stato investito e ucciso da un treno che viaggiava tra Brescia e Rovato questa mattina all’alba. L’operaio, 35 anni, lavorava per una ditta esterna.
Proprio come accade a ogni guasto della rete ferroviaria, anche questa volta abbiamo l'impressione sconcertante che RFI non abbia idea di cosa stia accadendo e di quali treni circolano: lo dimostrano gli annunci dati (oppure omessi) a casaccio durante i disservizi, alla stazione di Treviglio (come raccontanto più volte su questo blog: linea interrotta e treni annunciati regolarmente in arrivo, oppure treni in ritardo di cui non viene fatta alcuna menzione finchè non compaiono una quindicina di minuti dopo sul binario).

Ancora una volta, emerge la realtà di una linea ferroviaria "convenzionale" che va a pezzi, ed è la Brescia-Treviglio, zona nella quale nel frattempo RFI ha profuso risorse e tempo (imponendo disservizi continui ai viaggiatori) per molti mesi pur di ultimare la sua tratta gemella Alta Velocità (a cui stava lavorando l'operaio morto oggi): perchè Ferrovie dello Stato ha permesso che RFI lasciasse andare a pezzi una linea usata da migliaia di passeggeri, riservando tutte le energie e le risorse a una linea dedicata a una ristrettissima elite benestante che ha ben altri mezzi per viaggiare?

Ancora una volta, RFI parla di indagini interne di cui non si viene mai a conoscere gli esiti. Cosa ne è stato delle indagini sul disastro ferroviario di Pioltello 2018, di cui nessun organo di informazione parla più?

L'amministratore delegato di Trenord ha ammesso che il nodo di Pioltello è saturo, ma gli unici nuovi treni su quella tratta sono i FrecciaRossa.
Due giorni fa, l'amministratore delegato di Trenitalia ha annunciato di voler aggiungere altri FrecciaRossa in Lombardia, dove il trasporto regionale è al tracollo sia per qualità dei treni che per vetustà delle infrastrutture convenzionali.
E' possibile che nessun giornalista d'assalto se la senta di condurre un'inchiesta, magari per L'Espresso o Repubblica, su questa colossale contraddizioni del trasporto ferroviario italiano?

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