venerdì 9 novembre 2018

Trenord, Terzi, Piuri e Fontana: la colpa è di tutti gli altri tranne Trenord, FNM e Lega Nord. Intanto i treni vengono già cancellati continuamente (senza neppure autobus sostitutivi) e il servizio ferroviario fa comunque schifo

Nell'attesa di sostituire tutti i treni in ritardo con autobs che trasportano un decimo dei passeggeri e ci impiegano il triplo del tempo per arrivare alla stessa destinazione, Trenord continua a ovviare al problema del numero scarso di passeggeri cancellando corse nelle fasce orarie di punta mattutine per i pendolari lavoratori e studenti.

9 novembre 2018, stazione di Treviglio.

#LombardiaConcreta è #LombardiaInquinata
 Treno Brescia-Milano Greco Pirelli 10908Cancellato.












#LombardiaConcreta è #LombardiaInquinata
Treno suburbano 23012 Treviglio-Varese. Cancellato fino a Milano Certosa.













#LombardiaConcreta è #LombardiaInquinata
Treno 10456 annunciato con un ritardo di 15 minuti, poi ridotto a 11 alla stazione di Milano Lambrate.














A lui vanno i complimenti per la pazienza nel raccogliere tutte le contraddizioni, le storture, i disservizi e la confusione che costituiscono la malagestione di Trenord e di RFI: i convogli Vivalto, messi in pista solo da un anno e pagati uno sproposito di denaro pubblico da FNM, sono di un modello del 2005 che è famigerato per i suoi difetti di progettazione che lo rendono soggetto a guasti cronici; è demenziale insistere a farne fabbricare ancora, tredici anni dopo. I passeggeri che bivaccano sulle carrozze con cibi maleodoranti sono una vergogna aggiuntiva, mentre quei maleducati che sulle carrozze "safe and quiet" urlano come se fossero al bar probabilmente non sanno una parola d'inglese, ma all'azienda Trenord di Farisè Cinzia, l'amministratrice fautrice della "customary experience" (nonchè delle nuove divise di sartoria Politecnico dei capitreno) queste cose sfuggono.

Fortunato lui, comunque, che è giovane e non viaggia nelle fasce orarie di punta, per cui può permettersi il lusso di sedersi e di leggere: un lavoratore con ritardi del genere verrebbe licenziato dopo un mese.

Treno 10906: ritardo di 6 minuti a destinazione, ma ritardo di 8 a Milano Lambrate (da sommare ai 5 minuti di chi invece avrebbe voluto prendere il precedente 10456). E buona fortuna a chi vorrebbe viaggiare seduto, perchè la capienza del convoglio è insufficiente, come sempre.







Parla il neo ad Piuri: «Aspettiamo metà 2020 quando arriveranno i primi nuovi treni». Sistema al limite: non c’è spazio per nuove corse su Pioltello.
Sistema al limite? E chi ha permesso l'introduzione forzata dei FrecciaRossa in questo sistema, per privilegiare poche decine di passeggeri a scapito di miglia di altri?
L'ex ministro Delrio Graziano non magnificava i FrecciaRossa come un aiuto al trasporto regionale?
«Nei prossimi 24 mesi le condizioni strutturali del sistema non cambieranno: la flotta è quella che è, i binari sono quelli che sono. Il servizio non è adeguato alla qualità che vorremmo offrire».
Dove sono finite le promesse di Trenitalia di risolvere tutto? Dove sono finiti i treni che la Lega Nord di Maroni Roberto annunciava di avere già messo in pista nel 2017, tanto per vincere il ridicolo referendum consultivo sull'autonomia della Lombardia?
I leghisti si sono accorti che questo fallimento di Trenord è il risultato di 20 anni di politica federalista della Lega Nord, fatti solo di chiacchiere, annunci e poltrone per i politici leghisti nelle aziende partecipate della regione?
E pure peggiorato rispetto al 2017. Un mese e mezzo da amministratore delegato di Trenord e Marco Piuri si presenta a gamba tesa in V Commissione regionale. Pochi giri di parole: «Il piano per il cambio invernale dell’orario non risolve le cose, ma punta a migliorare la tendenza». A dimezzare, cioè, «le cancellazioni per cause nostre». In numeri, 2.472 treni a settembre (il 65% causa vetustà del materiale), pari al 3,77% dell’offerta: «La quota nostra è del 2,1» spiega Piuri. Il resto sono responsabilità altrui: esterne, rete o altre imprese.
 E perchè Trenord non smette subito di erogare treni speciali per ogni genere di evento, concentrando quindi le forze sul servizio regolare, considerando che i treni della sua flotta sono stati pagati dalla Regione Lombardia con denaro pubblico, e non devono certo essere usati a scopo commerciale di proditto (per generare dividendi che vanno anche nelle tasche di Trenitalia?)
Il piano prevede la sostituzione «del 5% di treni/chilometro con bus». Una scelta che tocca 7.000 pendolari su 750 mila, «l’1%, in orari non di punta e su treni dove spesso viaggiano non più di 20 passeggeri». Le linee nel mirino sono la Codogno-Cremona-Mantova, la Seregno-Carnate, la Bornato-Rovato e nel pavese. Per Bergamo, confermato, nessun taglio. Ma nemmeno buone notizie: «Non c’è spazio per nuovi treni: siamo al limite della capacità. Lo dico a chi ne ha chiesti di più sulla Pioltello dopo la chiusura del ponte sull’Adda: c’era posto per un solo treno e l’abbiamo già messo».
Autobus al posto dei treni? Certo, perchè #LombardiaConcreta è #LombardiInquinata.
Da quando in qua Trenord sa quanti passeggeri viaggiano sulle sue corse ferroviarie?
E' la stessa Trenord che da ANNI fa viaggiare i pendolari Milano-Brescia-Verona su treni stipati all'inverosimile, con capienza del tutto inadeguata? Di quei numeri debordanti non si è mai accorta?
Ed è per questo che Trenord insiste a piazzare le carrozze di prima classe su treni sistematicamente sovrasaturi? Perchè sa esattamente quanti passeggeri ci viaggiano?
Possibile che Trenord abbia i dati solo quando si tratta di trovare una scusa per tagliare i servizi, risparmiare e quindi aumentare i "profitti"?
«Una situazione disastrosa e vergognosa» attacca Niccolò Carretta (Lombardi Civici Europeisti): «I treni che arriveranno non bastano, e Trenitalia ci manda gli scarti di altre regioni». Dai commissari è tutto un florilegio di critiche a Trenord, da manca e (sorpresa) destra, con Viviana Beccalossi, assessore della Giunta Maroni, molto critica: «Siamo sotto il livello dei servizi della Lombardia, serve un’autocritica». E non è la sola a chiederla. Anche dalla maggioranza.
Complimenti, Beccalossi Viviana. Ti ricordi quanto tu eri assessore, e il tuo collega Sorte Alessandro derideva e insultava i comitati pendolari che denunciavano questa malagestione di Trenord, che già fermentava e cresceva da anni?
No, non te lo ricordi? Solo adesso che non comandi più tu, ti è tornata la voce?
«I treni non si comprano al supermercato» fa presente Piuri: «Fn, socio al 50% di Trenord ha già fatto la gara per 160 convogli: i primi arriveranno a metà 2020». E al ritmo di 2 al mese si capisce perché il neo ad ritenga necessari almeno 2 anni per migliorare le cose. «Sono convinto che Trenitalia stia facendo il massimo sforzo, ma questo non cambia il profilo della flotta» aggiunge diplomatico. «Ma la Regione in questi anni ha investito 3 miliardi, loro 170 milioni» rileva tranchant l’assessore alle Infrastrutture, Claudia Terzi.
Complimenti a chi ha creato Trenord dando al socio Trenitalia il potere di comportarsi così.
Chi è stato?
Ah, già, è stata la coalizione di Formigoni Roberto e Lega Nord. Terzi Claudia, non lo sapevi?
Nel bailamme ci sta anche il problema del personale: a Trenord mancano 190 unità tra macchinisti e capitreno. Un dato influenzato da «blocco turnover, riduzione degli straordinari, aumento del tasso d’assenteismo e di inidoneità temporanea» spiega Piuri. E l’ultima voce ha un nome: stress dei capitreno. «Con le nuove assunzioni il gap scenderà ad un fisiologico 4-5% a fine 2019» assicura.
Un dato denunciato da anni da pendolari e da ferrovieri, ma sempre ignorato dalla politica della Lega Nord e dalla dirigenza di Trenord e di FNM, troppo intente a dedicarsi ad altre fasce di mercato invece che a costruire un organico adeguato per la gestione dei treni lombardi.
Carretta attacca anche sulle gare europea, e Piuri (che nei suoi 10 anni ai vertici di Arriva, gruppo Db, qualcuna ne ha fatta) non si nasconde: «Dipende come si fanno» replica. Ovvero: «Se uno la fa come in Emilia-Romagna per tutta la rete, vuol dire consegnare il servizio a chi lo gestisce già». Poi ci sono esempi «come l’area di Torino, ma la stanno preparando da 2 anni e il servizio parte tra 3». Come dire che servono i giusti tempi «e problemi così complessi non si risolvono con la bacchetta magica».
Specialmente dopo che questi problemi sono stati negati e smentiti con forza e arroganza per anni e anni, dalla classe dirgente della Lombardia in mano alla Lega Nord, e dalla dirigenza di Trenord e di FNM.
Ma ovviamente Piuri dà la colpa a tutti tranne chi detiene il potere in Lombardia.

«Una vergogna - scrive la pendolare bergamasca -. E si sappia che l’incubo di chi viaggia sul Bergamo-Milano peggiora ogni giorno». E come se non bastasse l’ultima tegola si chiama «sfaccettatura», il fenomeno che riduce l’aderenza delle ruote dei treni sulle rotaie. Dal 22 ottobre e per i 10 giorni successivi, causa meteo, ha colpito in serie i treni più vecchi, gli Ale 582 e Aln 668, con conseguenti ritardi o cancellazioni. Il caso più eclatante è la Carnate-Seregno, senza treni da settimane. Normale che con questi ed altri (tanti) problemi la puntualità media giornaliera ai 5 minuti sia scesa sotto l’80%  e il dato delle soppressioni sia passato in un anno dal 2,54 al 5,15%. 
«La situazione fa schifo? Vero: il nostro obiettivo è tutelare i pendolari. E in questa fase emergenziale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità» commenta l’assessore Claudia Terzi. «La Regione ha investito più di tutti, mentre la collaborazione di Trenitalia è sempre stata insufficiente e sono mancati gli investimenti sulla rete di Rfi. Ci abbiamo messo la faccia fin da subito e ci stiamo dando da fare per garantire un servizio ferroviario degno di questo nome». Ma dal Pd il consigliere regionale Jacopo Scandella attacca: «Lega e Forza Italia governano in Lombardia da anni, l’assessore leghista Claudia Terzi succede al forzista Alessandro Sorte: dicano chiaramente che sul trasporto ferroviario hanno fallito».
L'assessore Terzi si ricorda che, fino a un anno fa (cioè prima del referendum consultivo inutile e risibile per l'autonomia della Lombardia, dove Maroni aveva bisogno di voti), la Lega Nord, di cui lei fa parte, narrava sorti magnifiche e progressive per i treni lombardi con investimenti favolosi e nuovi treni in arrivo ogni mese (i Vivalto, che da 10 anni sono noti per i difetti di progettazione che causano guasti cronici) e nella persona del suo predecessore Sorte Alessandro derideva e insultava i comitati pendolari che denunciavano il crescente sfascio del servizio, definendoli politicizzati e accusandoli di avere interessi propagandistici?

Tanto per confermare la malafede della dirigenza di Trenord, ecco una testimonianza di un nostro lettore, che ci racconta uno dei metodi capziosi, per quanto legali, con cui Trenord e Trenitalia uniscono le forze quando si tratta di tagliare i servizi senza rifondere gli utenti.
Da qualche mese faccio il pendolare nella tratta Brescia-Verona (Brescia- Desenzano-Peschiera del Garda-Verona). Oltre ai ritardi e alle cancellazioni, subisco un altro simpatico inconveniente: il mio abbonamento mensile non ha diritto allo sconto del 30%, sebbene Trenord indichi la direttrice Milano-Brescia-Verona fra quelle ritardatarie.
Chiacchierando con il rivenditore di biglietti Trenord della stazione di Brescia, ho scoperto che lo sconto del 30% è applicato solo sull'abbonamento Brescia-Peschiera (città al confine fra Lombardia e Veneto). Quindi per accedere allo sconto, dovrei fare due abbonamenti: uno Brescia-Peschiera (scontato) e uno Peschiera-Verona (non scontato). Peccato che la somma dei due abbonamenti distinti sia superiore al costo dell'abbonamento unico Brescia-Verona (non scontato).
Uno sconsolato pendolare.




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